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mercoledì 8 maggio 2013

Sir Alex Ferguson: un uomo che odiava la pensione

“La pensione è per i giovani, non per i vecchi. I giovani possono trovare nuovi interessi. Quando sei vecchio e sei stato nel giro per il tempo che ci sono stato io, se dovessi scendere, dove pensa me ne potrei andare? Sotto terra. Mi creda. La pensione è per i giovani. Se invecchi, non ci andare in pensione.Così Sir Alex Ferguson rispondeva solo pochi anni fa a chi gli chiedeva se non fosse stato tentato di concedersi una meritata pensione. Un uomo d’altri tempi, uno che a 16 anni lasciò la scuola per andare a lavorare come tornitore nel porto di Glasgow, uno che oggi (8 maggio 2013) all’età di 71 anni e con in bacheca 49 trofei di cui 38 come manager del Manchester United in 27 anni alla guida proprio dei red devils, decide che forse il suo l’ha fatto e che forse può bastare così.

[caption id="" align="alignleft" width="189"]Il giovane Alex calciatore Il giovane Alex calciatore[/caption]

Cresciuto appunto in scozia in una famiglia in grandi restrittezze economiche il giovane Alex è costretto a lavorare ancora adolescente nel porto di Glasgow come tornitore. A dargli qualche soddisfazione fuori dal cantiere navale ci pensa senza dubbio il calcio: comincia a mettersi in luce nelle squadre giovanili fino a quando viene notato dal Saint Johnstone e comincia la carriera da professionista nella Scottish Premier League. Pochi lo sanno ma fu, prima di allenare, un giocatore di tutto rispetto vincendo persino la classifica cannonieri del campionato nella stagione 1966 realizzando la bellezza di 31 gol. Tra le altre squadre in cui milita quella punta di sfondamento di Ferguson abbiamo persino i Rangers di Glasgow.

Ritiratosi dal calcio giocato, Alex comincia a bere birra in quantità industriale finendo per ottenere quel colorito rubizzo che lo contraddistingue e tenta la carriera da allenatore e dopo poche stagioni tra squadre scozzesi mai sentite (dove viene comunque esonerato) approda all’Aberdeen. Alla guida di questa formazione riesce a ottenere quello che in molti pensavano impossibile: interrompere il dominio di Rangers e Celtic Glasgow nel campionato e nella coppa nazionale. Nell’83 realizza addirittura uno storico treable con coppa di scozia, supercoppa europea e coppa delle coppe, con il sapore speciale che solo una vittoria sul Real Madrid sa dare.

Un uomo capace non solo di scrivere un terzo nome nel palmares della scottish Premier League, ma addirittura di rendere il noiosissimo e scarponaro calcio scozzese competitivo a livello europeo non poteva che essere un predestinato. A momenti nel 1986 non viene proclamato re di Scozia: alla fine si opta per il più moderato incarico di commissario tecnico della nazionale ai mondiali dello stesso anno. Purtroppo questa volta il miracolo non riesce e la squadra non supera nemmeno il primo turno (non è sempre domenica caro Alex) ma arriva l’offerta de Manchester United a tirarlo su: i red devils vengono da anni burrascosi in cui non sono mai stati in grado di spodestare veramente il Liverpool dal trono di regina incontrastata del campionato inglese nonostante qualche successo qua e la. Chi meglio di uno spodestatore di professione come Ferguson per tale compito?

[caption id="" align="alignleft" width="270"]Ferguson col suo tipico colorito violaceo Ferguson col suo tipico colorito violaceo[/caption]

I primi anni non sono comunque idilliaci: il primo trofeo è la coppa di lega inglese nel 90, ma poi, come per magia, decollano e quel vecchio rubizzo e masticatore di tabacco in panchina di Alex si trasforma nell’allenatore della rivoluzione: complice una generazione di acquisti pregiati (su tutti Cantona) e di gioiellini made in settore giovanile da lui seguito (Giggs, Scholes, Beckham) comincia un ciclo che dura senza interruzioni fino a oggi. Il campionato di sua maestà cambia nome (sembra quasi per l’occasione) nel 1992 in Premier League e lo United da allore se ne aggiudica ben 13. Nel 1999 arriva la consacrazione definitiva se ce ne fosse bisogno: la squadra raggiunge il treable per la prima volta nella storia del calcio inglese mettendo in fila campionato, coppa nazionale e Champions League. “E che Champions League!” mi viene da dire  vista la vittoria per 2 a 1 nei minuti di recupero della finale col Bayern Monaco. La coppa della massima competizione europea torna a Manchester nel 2010 dopo la vittoria nella finale tutta british col Chelsea.  Nonostante tutte queste vittorie anche in campo internazionale Alex, che nel 1999 è stato nominato”Sir” dalla regina Elisabetta, non ha dubbi su quale sia stato il suo più grande successo:

“La mia più grande sfida non è quello che sta succedendo in questo momento, ma è stata far scendere il Liverpool dal loro fottuto piedistallo.”

Ringraziando Sir Alex per la sua proverbiale finezza non possiamo che dargli ragione: quella squadra invincibile che era il Liverpool prima del suo arrivo in Inghilterra non vince più nemmeno un titolo in patria e si consola con le briciole di qualche coppa nazionale.

[caption id="" align="alignleft" width="183"]La statua di Sir Alex Ferguson fuori dall'Old Trafford La statua di Sir Alex Ferguson fuori dall'Old Trafford[/caption]

Considerando che allenatori come Guardiola, nonostante il talento e la giovane età, spesso non riescono a reggere la tensione che porta essere sempre al centro dell’attenzione mediatica e la pressione relativa alla responsabilità che hanno, nemmeno per pochi anni, è certamente da elogiare la caparbietà che Ferguson ha dimostrato in tutti questi anni. La sua dichiarazione di ritiro a fine stagione è come una doccia fredda per i tifosi dello United ma non è la prima c’è da dire: gia nel 2001 e nel 2011 aveva fatto sapere di voler uscire dai giochi, forse si ricrederà anche questa volta? Chi lo sa, i tifosi del Manchester hanno comunque provveduto a omaggiarlo come merita già nel 2012 facendogli costruire una statua fuori dall’ Old Trafford.

Suona come il commento di un guastafeste, lo so, ma l’etica professionale che ogni tanto qui al freaky times fingiamo di avere mi obbliga a dirlo: Sir Alex Ferguson, nonostante i suoi 27 anni di permanenza a Manchester sponda United, non è comunque l’allenatore con più anni alla guida di un club! Eh già, proprio così: pensate che Guy Roux allenò l’Auxerre per 44 anni, una vita, mentre a fargli buona compagnia a breve distanza abbiamo David Calderhead, il quale allenò il Chelsea per 26 anni nei primi decenni del 900.

Ecco l’ho detto. Dunque caro Alex non tiriamocela troppo…ma si dai che te lo meriti!

Come dici tu la pensione sarà anche da giovani e ormai di candeline ne hai spente 71, beh per questa volta te la concediamo.

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