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martedì 19 novembre 2013

Mujica: il presidente "povero" che liberalizza la marijuana in Uruguay.

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Fa molto discutere la recente decisione del governo uruguagio di liberalizzare, o meglio, legalizzare e statalizzare vendita e consumo di marijuana dall’anno prossimo. Di fatto non si tratta di una pratica considerata illegale ad oggi ne paese: la polizia infatti attualmente non punisce o ricerca  chi fa uso di queste sostanze, fa sostanzialmente finta di niente.

[caption id="attachment_415" align="alignright" width="287"]Il presidente Mujica Il presidente Mujica[/caption]

Il presidente Mujica, di recente intervistato dal “Venerdì” di Repubblica e “Sette” per questa sua decisione e il suo anacronistico stile di vita è probabilmente una delle persone più anticonformiste sul nostro pianeta. Dopo essere stato perseguitato e incarcerato dal regime militare negli anni 70 è  riuscito a diventare un uomo politico amato, o per lo meno rispettato, da tutti, fino a raggiungere nel 2010 la più alta carica dello stato uruguagio. E come potrebbe essere altrimenti? Mujica devolve il 90% di quello che è il suo stipendio da presidente in favore di fondazioni benefiche e abita ancora nella stessa baracca che, una volta liberato nel 1985, aveva comprato con i pochi soldi che aveva. Che dire? Se a proporti delle politiche sociali o tasse c’è uno del genere tendi a dargli fiducia e a credergli, non come qui in Italia dove in tanti parlano ma nessuno da l‘esempio. Descritto così Mujica può dare l’idea di una specie di figlio dei fiori e può non stupire la sua scelta di liberalizzare queste sostanze. In realtà il presidente si dichiara decisamente contrario a ogni tipo di droga, la scelta di legalizzare la marijuana ha come unico scopo quello di combattere il narcotraffico che coinvolge il downloadpaese e che ogni anno frutta milioni a commercianti internazionali dei paesi vicini. In pratica per evitare che organizzazioni criminali lucrino contrabbandando sostanze tra l’altro di bassa qualità, e quindi ancora più nocive, il buon Mujica ha deciso di fare dello stato lo spacciatore unico: le droghe leggiere diventeranno monopolio di stato  come lo sono alcolici e tabacchi da noi. La qualità delle sostanze sarà controllata dal paese e  sarà certificata in modo tale che bastino dosi più leggere per ottenere l‘effetto desiderato. Inutile aggiungere che ogni cittadino avrà la possibilità di comprare solo quantità limitate mensilmente.

Se questa liberalizzazione è una decisione azzeccata per risolvere il narcotraffico e l’assuefazione non sta a noi deciderlo, ma piuttosto alle conseguenze che produrrà. Le dimensioni limitate dell’Uruguay fanno si che possa essere comunque una specie di esperimento, eventualmente da esportare. Ad Amsterdam un tentativo simile non ha portato alla rovina dei costumi e della morale. Non mancano di certo le critiche di chiesa e partiti oppositori. Stiamo a vedere cosa ne uscirà, sicuramente il fatto che una legge così download (1)sia stata approvata a un politico come Mujica non fa altro che confermare una cosa: quando dai un esempio come ha sempre fatto i presidente in prima persona guadagni una certa credibilità, anche se fai proposte rischiose o,per molti, impopolari. Politici italiani…imparate!

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mercoledì 6 novembre 2013

Masterpiece: un reality culturale?

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Cari amici Freakettoni, quest’oggi parliamo di un reality o per meglio dire di “talent show”, argomento che qui in redazione disprezziamo un po’ tutti non vi nego. Nel caso analizzato, tuttavia, ci troviamo di fronte a un esempio di programma fuori dagli schemi  e perciò unico nel suo genere: sarà anche per questo che persino il vecchio Martin Morton è arrivato a interessarvisi. Parliamo di niente meno che  Masterpiece, la trasmissioneimages che da metà Novembre vedremo raccontare la vita, le tappe artistiche e ovviamente la spietata selezione di un aspirante pubblicatore di un romanzo. Su Rai3 la domenica sera, dopo Che tempo che fa, si sfideranno a colpi di penna i concorrenti selezionati (tra i 5000 dei provini), tutti decisi ad aggiudicarsi la pubblicazione della propria opera da parte di Bonpiani. I partecipanti alla trasmissione saranno valutati da 3 giudici severissimi e avranno a disposizione durante la settimana un coach per migliorarsi. La prima fase li vedrà ridotti a 16, mentre nella seconda, prevista per Febbraio, avremo decretato il vincitore definitivo. Ogni settimana ci sarà la partecipazione straordinaria di vari protagonisti della letteratura italiana ad arricchire lo show.

Sicuramente, e questo è ciò che ci rende curiosi, uno spettacolo più decente rispetto ai classici reality come il Grande fratello o l’isola dei images (1)famosi in cui si vince, di fatto, una popolarità basata sul nulla  o si torna famosi dopo anni di oscurità. Da ammirare è chiaramente il tentativo, del tutto controcorrente, di portare la cultura in tv e per di più il fatto di mischiarla col format del talent show, in modo  forse da avvicinare persone di norma non interessate alla letteratura.

Ci sarebbero enormi dibattiti, vecchi almeno quanto Oscar Whilde, sul fatto che la cultura non sarebbe fatta per essere dipendente dal denaro ma piuttosto dal solo gusto per fare arte che sta nell’artista. Pensieri legati a questa tematica ci potrebbero condurre a ritenere una gara a premio incentrata sulla letteratura una specie di bestemmia, ma non è da noi riprendere polemiche così vecchie e forse senza fine, inoltre, comunque vada la trasmissione, la volontà che ci sta dietro è sicuramente qualcosa da apprezzare e non è il caso di fare gli schizzinosi. Le domande che ci poniamo sono, piuttosto, riguardanti il livello delle opere che verranno presentate e perfezionate: il genere romanzesco lascia le porte aperte a moltissimi sottogeneri, oltre al fatto images (2)che non sappiamo con che criteri sono state effettuate le selezioni. In secondo luogo documentandoci non siamo riusciti comunque a capire in cosa consisteranno le prove che i concorrenti dovranno superare per accedere alle fasi successive: vengono definite semplicemente “prove legate all’universo della scrittura” e, per quanto riguarda la seconda fase “prove sempre più avvincenti”. Essendo presente un coach siamo comunque portati a pensare che le prove siano legate al perfezionamento del romanzo e dunque comportino un percorso di miglioramento delle opere, il che fa ben sperare.

In fin dei conti il fatto che i contenuti e il funzionamento del “gioco” siano tenuti nascosti non è poi un male: è qualcosa che lo rende tutto da scoprire che rende noi spettatori sempre più curiosi. L’attesa per la prima puntata è molta qui da noi: che dire?stiamo a vedere!

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