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mercoledì 10 dicembre 2014

Pallone d'oro 2014: ecco i finalisti

finalistipalloned'oroCristiano Ronaldo, Lionel Messi e Manuel Neuer. Uno di loro si aggiudicherà il pallone d’oro il 12 gennaio a Zurigo. Lo stesso giorno verranno assegnati altri 3 premi: miglior giocatrice femminile, miglior allenatore e miglior gol (meglio noto come Puskas Award). Detto che per la prima volta c’è una donna finalista nel premio per il miglior gol, vogliamo aprire una parentesi veloce sui candidati a miglior allenatore prima di tornare ai finalisti del pallone d’oro. I treallenatori possibili vincitori sono Carlo Ancelotti, Diego Simeone e Joachim Loew. Non sapremmo proprio chi potrebbe vincere visto che tutti e tre hanno fatto qualcosa di eccezionale, però vogliamo ringraziare il buon Carletto che è unico rappresentante di un Italia leggermente in difficoltà in questo periodo. Detto questo torniamo al pallone d’oro e vi diamo una piccola spiegazione di come funziona l’assegnazione di questo. Il premio è organizzato dalla FIFA e da France Football, famosa rivista sportiva francese che lo istituì per prima nel 1956. I tre finalisti sono i tre calciatori che hanno ottenuti più voti nella lista dei 23 che era stata presentata lo scorso ottobre e sottoposta a una giuria composta da 624 persone: per ognuna delle 208 nazioni affiliate alla FIFA votano il capitano della Nazionale, l’allenatore della Nazionale e un giornalista. Ogni giurato ha espresso tre preferenze, in ordine di gradimento: al primo calciatore vanno cinque punti, al secondo tre, al terzo uno. I capitani che sono anche candidati non possono votare se stessi. Dopo questa piccola digressione sul regolamento torniamo ai tre finalisti, probabilmente la terzina più giusta. Cristiano Ronaldo ha trascinato il Real alla conquista cr7della tanto agognata “decima” Champions League a suon di gol, battendo il record di gol in una singola edizione stabilito da Josè Altafini nel 1963 e pareggiato da Messi nel 2012 (il record era di 14 gol e CR7 ha chiuso con 17 marcature). Neuer invece è stato assoluto protagonista nella vittoriosa spedizione mondiale tedesca in Brasile. Reinterpretando il ruolo di portiere, giocando molto fuori dai pali e primo della proprio squadra a far partire le azioni palla a terra visto che è dotato di un’ottima tecnica individuale. Oltre a questo c’è da dire che è anche un discreto portiere, il migliore al mondo ma che avevaneuer iniziato la carriera come portiere di pallamano. Pensate, se non gli fosse venuto in mente di cambiare sport non saremmo qui a parlare di un portiere che si mette a fare tunnel agli attaccanti avversari e possibile successore di Yashin, il grande portiere russo unico nel suo ruolo ad aver vinto il pallone d’oro. Ultimo ma non meno importante c’è lui: Lionel Messi. Miglior marcatore della storia della Liga, miglior marcatore della storia del Barcellona, miglior marcatore della storia della Champions League, miglior marcatore della storia del Clasico. Qualcosina ha fatto il piccolo Leo, però cos’ha vinto quest’anno? Nulla. Ha perso la messiLiga all’ultima giornata nello scontro diretto con l’Atletico, ha perso la finale di Copa del Rey col Real e ha perso la finale dei Mondiali contro la Germania. Qui ritorna il solito problema che accompagna ogni edizione del Pallone d’oro: bisogna premiare il giocatore più forte o quello che ha vinto? Non se ne uscirà mai da questo problema e in ogni caso ci saranno polemiche quindi noi del Freaky vi diamo appuntamento al 12 gennaio per la cerimonia di premiazione e, per uscire indenni dal dibattito su chi più meriti il pallone d’oro, ce la caviamo così, con una citazione poetica: “ai posteri l’ardua sentenza” (però speriamo vinca Neuer).

lunedì 8 dicembre 2014

I migliori attaccanti di sempre!

Prosegue la rubrica del Freky sulla storia del calcio ruolo per ruolo. Ormai il più è fatto e grazie ai nostri esperti vi siete potuti fare un’idea sui più grandi nomi che il pallone abbia mai visto. Difesa e centrocampo ce li siamo lasciati alle spalle e ora puntiamo dritti dritti verso la porta avversaria con i migliori numeri 9 che il calcio mondiale abbia mai visto!download




  • Gerd Muller. Scoordinato, sgraziato, basso, tarchiato e poco dotato tecnicamente: questi sono solo alcuni dei difetti che caratterizzavano Muller in campo. In compenso possedeva un fiuto del gol unico e superiore a quello di qualsiasi altro giocatore abbia mai messo piede in campo. A testimoniarlo ci sono le 3 Champions vinte col Bayern e il mondiale e l’europeo vinti con la Germania (tra l’altro segnando i gol decisivi), il tutto condito dal pallone d’oro del 1970. Non vi basta? Il suo record di gol in download (1)Europa è rimasto ineguagliato fino a pochissimi anni fa quando fu’Raul a batterlo.

  • Mario Kempes. Chi vi viene in mente se vi dico “el matador”? Edinson Cavani?! Pf…che ignoranza. Tra gli anni 70 e 80 Kempes (detto appunto “el matador” è stato il prototipo dell’attaccante forte fisicamente, tecnicamente e decisivo sotto porta. Nel 78 raggiunge il titolo mondiale con l’argentina (senza Maradona) riuscendo a castigare la grande Olanda del calcio totale.download (4)

  • Alfredo Di Stefano. Le 5 coppe dei campioni in bacheca dicono praticamente tutto su questo fenomeno, insieme ai 2 palloni d’oro conquistati. Bandiera e leggenda del Real Madrid, ha formato, insieme a Puskas, una delle coppie d’attacco più temibili download (3)della storia del calcio. Peccato per la pancia sfoggiata con orgoglio in fine carriera.

  • Ferenc Puskas. Membro del grande Real di cui cantava Max Pezzali e dotato di un sinistro potentissimo è il giocatore ad aver segnato più gol nelle finali di Champions League. Arrivato in Spagna nel 1958 alla veneranda età di 31 anni Puskas sembrava già un giocatore finito salvo poi totalizzare  3 Coppe campioni, 6 campionati spagnoli  e la bellezza di 1156 reti (uno dei pochi a poter andare vicino al record di Pelè).images (1)

  • Ronaldo. Che dire? Potente, tecnico, veloce: Ronaldo incarna la prima punta moderna perfettamente. Distribuendo la sua carriera tra Inter e Real è uno dei pochi giocatori ad aver conquistato 2 palloni d’oro e addirittura 2 mondiali. C’è chi lo ricorda per i doppi passi e le serpentine e chi ne esalta le imgresavventure con Trans brasiliani: a voi la scelta.

  • Gabriel Omar Batistuta. Bandiera assoluta della Fiorentina negli anni 90, Batistuta sapeva concludere a rete in ogni modo possibile: destro, sinistro e di  testa indistintamente. Dopo una vita calcistica passata coi viola e il pallone d’oro sfiorato per la scelta di non accettare le offerte dei grandi club, Gabriel decide di passare alla Roma, squadra con cui riesce a vincere lo storico scudetto del 2001.images (2)

  • Marco Van Basten. Il cigno di Utrecht è stato, probabilmente,  l’interprete più amato del grande Milan che tra anni 80 e 90 seppe aggiudicarsi Champions League a ripetizione e dominare nel calcio italiano allo stesso tempo. Attaccante dottissimo sapeva esprimere il suo meglio nel gioco al volo e in acrobazia. Vincitore di 3 palloni d’oro e un europeo con la sua Olanda nel 1988 è stato il primo giocatore a segnare 4 gol nella stessa partita di Champions League (poi raggiunto dal grande Simone Inzaghi). Peccato per la fine prematura della images (3)carriera a 28 anni.

  • Alan Shearer. Come non includere nella nostra lista il talento inglese che seppe resistere ai richiami di tutta Europa per restare al New Castle di cui era da sempre tifoso? Nonostante la possenza fisica e il tiro micidiale, Alan ha nel suo Palmares un solo titolo inglese, conquistato, però, col Blackburn. In compenso è il miglior marcatore della storia in Premier League con 260 gol segnati.images

  • Zlatan Ibrahimovic. Nonostante il carattere umile che lo porta a soprannominarsi “God” e a litigare con chiunque incontri, Ibra non poteva mancare nella nostra top 10. Un attaccante con una fisicità simile unita alla sua tecnica fanno di lui probabilmente  il giocatore più decisivo degli ultimi anni.

  • Pele Pelè. Chiudiamo in bellezza con uno dei 2 giocatori, a detta di chiunque segue il calcio e ne ha un minimo di memoria, migliori di sempre. Pelè ha in bacheca la bellezza di 3 mondiali e 1281 reti realizzate. Noi al Freaky ricordiamo con piacere la sua partecipazione a Fuga per la Vittoria e allo spot televisivo della Valle Verde (“E’ belo caminare in una vale verde”).

venerdì 5 dicembre 2014

L'Italia s'è desta!

Solo pochi mesi fa, dopo la deludente stagione europea delle italiane e l’imbarazzante spedizione brasiliana della nazionale di Prandelli, si parlava della mediocrità del calcio italiano rispetto agli altri grandi paesi europei come Inghilterra, Spagna, Germania, Francia (solo la nazionale in questo caso) e Portogallo, che ci aveva superato nel Ranking Uefa facendoci scendere al quinto posto. Bene, adesso sembra essersi invertita la tendenza negativa della nazionale, che con Conte non convince ma riesce comunque a ottenere ottimi risultati, e, soprattutto, dei club impegnati in Europa. Infatti nel Ranking di questa singola stagione l’Italia è seconda solo alla Spagna, che però schiera le super potenze Barcellona, Real Madrid e Atletico Madrid in Champions e il Siviglia detentrice dell’ultima Europa League. Ma soprattutto siamo davanti alle tanto acclamate, avanzate e ammirate Inghilterra e Germania, che a parte Chelsea e Bayern Monaco con le altre squadre faticano a fare risultati. Questo grande momento è dovuto alla serietà, almeno fino ad ora, con cui le squadre impegnate in Europa League hanno affrontato finora la competizione. 13A_europa-league_giden_takimlarInfatti a una giornata dal termine della fase a gironi gia 3 squadre (Inter, Fiorentina e Napoli) sono certe del passaggio del turno, mentre al Torino manca veramente poco per accedere alla fase a eliminazione diretta. Si rischia un 4 su 4 che fino all’anno scorso sembrava impensabile visto che era di moda fare un bel turn over il giovedì di coppa e perdere contro squadrette sconosciute tipo Qarabag o Apollon, con tutto il rispetto per loro. Leggermente diverso il discorso in Champions dove la Juve, inserita in un girone alla sua portata, ha praticamente passato il turno, basta un championspareggio con l’Atletico per passare e con una vittoria passerebbe addirittura come prima in classifica. Se solo Vidal non avesse sbagliato quel rigore con l’Olympiakos... La Roma invece inserita in un girone di ferro con Bayern, Manchester City e CSKA Mosca si gioca la qualificazione all’ultima partita in uno scontro diretto contro gli Sky Blues all’Olimpico, sinceramente in pochi pensavano che potessero arrivare a giocarsi il passaggio del turno all’ultima partita. In generale però si può essere più che soddisfatti dell’andamento in Europa delle nostre squadre e dopo anni di grande tristezza sembra proprio che si siano svegliate e stiano lentamente ritornando ai vecchi fasti. Certo, la strada è ancora molto lunga e prima di ritornare ai vertici del calcio europeo e mondiale servirà ancora molta fatica, programmazione e investimenti, che ovviamente mancano vista la situazione economica in cui ci ritroviamo, ma questo risveglio ci da speranza. L’Italia s’è desta, o almeno speriamo.bandiera

giovedì 4 dicembre 2014

A volte (purtroppo) ritornano

Meno di un mese fa, precisamente il 14 novembre, Thohir ha esonerato Walter Mazzarri sostituendolo con un allenatore rimasto nei cuori dei tifosi nerazzurri: Roberto Mancini. Il suo ritorno, oltre a riportare speranza e mancio 2entusiasmo all’ambiente nerazzurro, ha ricordato a noi del Freaky altri eccellenti ritorni più o meno fortunati. Ultimo per ordine di tempo è il ritorno di Josè Mourinho alla corte di Roman Abramovich al Chelsea. Dopo la parentesi a Stanford Bridge tra il 2004 e il 2007, Mourinho si è riaccasato ai Blues, dopo 3 anni di amore-odio al Real, nell’estate 2013 con grande gioia, dichiarando infatti di essere tornato a casa e di essere molto felice di tornare nel club di mouLondra. Nonostante una prima stagione terminata, come direbbe il mago di Setubal, con “zero tituli”, quest’anno il Chelsea sembra inarrestabile in Premier League e in Champions League l’unica squadra insieme al Bayern Monaco di poter sconfiggere gli alieni blancos guidati da Carletto Ancelotti. Insomma, il ritorno a Londra di Josè sembra essere più che positivo. Di tutt’altro livello sono invece i ritorni degli allenatori che andremo a trattare tra poco. Partiamo dal ritorno di Zeman alla Roma. Accolto con grande entusiasmo nella capitale dopo la grande stagione in Serie B alla guida del Pescara i tifosi giallorossi avevano grandi aspettative per il ritorno del Boemo, chissà perchè visto che nonzeman ha mai vinto nulla, anche se personalmente ammiro l’esasperazione del gioco offensivo di Zeman che regala sempre grande spettacolo. L’incantesimo infatti si spezza presto: i risultati faticano ad arrivare, Zeman prende scelte impopolari tra i tifosi come la titolarità di Tachtsidis a discapito di un certo Daniele De Rossi, uno che attualmente nel cuore dei tifosi è secondo dietro solo a Francesco Totti, e dopo solo pochi mesi il Boemo viene esonerato. L’unica nota positiva è che Zeman è riuscito a regalare una seconda giovinezza a capitan Totti, un po’ poco però per uno che nelle fantasie della piazza romanista doveva raggiungere grandi risultati. Un altro “trionfale” ritorno è quello di Marcello Lippi sulla panchina della Nazionale. Dopo aver costruito qualcosa di magnifico in Germania nell’estate del 2006, il tecnico di Viareggio viene richiamato dalla FIGC dopo l’eliminazione dagli Europei del 2008 per mano della Spagna che poi si sarebbe laureata lippicampione. Lippi torna alla guida degli azzurri, si qualifica ai mondiali e poi...beh sappiamo un po’ tutti com’è andata, siamo finiti in un girone di ferro con Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia e per una serie di sfortunati eventi siamo stati eliminati. Praticamente una Caporetto calcistica. Meglio ricordarlo per le notti magiche di Germania 2006. Comunque Zeman e Lippi sono in ottima compagnia: Capello e Sacchi al Milan, il Trap alla Juve, Bianchi al Napoli e Boskov con la Samp hanno tutti fallito al loro ritorno. Insomma, a Mancini facciamo i migliori auguri per questa nuova avventura all’Inter, siamo anche quasi sicuri che farà molto meglio di Mazzarri (se a un certo punto non comincia a piovere per il Mancio non dovrebbero esserci problemi), però vogliamo ricordargli anche che la minestra riscaldata non è mai buona.

martedì 2 dicembre 2014

I Migliori esterni alti di sempre!

Nel viaggio che ci permetterà di capire quali sono i migliori calciatori di sempre, per ruolo,ci occupiamo oggi di una categoria fondamentale di giocatori: gli esterni alti. Un ruolo fondamentale per gli equilibri tattici della squadra, per gli sbocchi della manovra offensiva, un ruolo la cui importanza è cresciuta a dismisura soprattutto negli ultimi vent'anni, quando pian piano gli esterni di un 4-4-2, diventano ale di un 4-3-3 godendo sempre di maggior libertà tattica, diventando la vera chiave di volta delle partite di calcio visto che a loro è affidato il compito di guadagnare la profondità, di saltare l'uomo e di essere incisivi negli ultimi venti metri con cross assisto gol! Vediamo chi in questi due secoli scarsi di calcio è riuscito meglio ad interpretare questo ruolo.

1) David Beckham

[caption id="attachment_908" align="aligncenter" width="281"]David Beckham, 30 anni dopo David Beckham, 30 anni dopo[/caption]

Non c'è modo migliore per partire se non parlando del bel Beckham, che col suo pacco umido sui cartelloni si è conquistato i favori anche di tutto quelo mondo che di calcio non ne capisce una mazza. E non stupitevi se, oltre ad essere un'apprezzata pop star, sentite che tanto tempo fa Beckham fu il miglior esterno del mondo. Pochi anni a livelli trascendentali rendono quella dell'"uomo dei cross" una carriera da campione sublime. Il piede magico e la visione da regista fanno di Beckham un'arma tattica difficilmente replicabile.

2) Ryan Giggs

[caption id="attachment_909" align="aligncenter" width="249"]Il Giovane Giggs Il Giovane Giggs[/caption]

Da una parte Beckham e dall'altra parte del campo il mago gallese fanno impennare la qualità del Man United di Sir Alex, forse lo United più forte di sempre, quello che conquistò la ben nota finale del 99 contro il Bayern. Tecnica sopraffina e temperamento da leader rendono Giggs uno degli avversari più difficili da contrastare; gli lasci mezzo metro e ha già messo un compagno davanti alla porta, lo affronti con coraggio e ti ha già saltato da venti minuti. Non a caso nessuno lo reputa un mago gallese bensì IL mago gallese.

3) Pavel Nedved

[caption id="attachment_910" align="aligncenter" width="208"]Nedved Pornostar Nedved Pornostar[/caption]

Quello che oggi vedete nei panni dell'irascibile e scontroso dirigente della Juventus era un tempo un ragazzo d'oro, un burlone da spogliatoio che era capace di trasformare la sua zona di campo nella zona in cui si vinceva la partita. Con una corsa e una costanza che solo un calciatore ceco poteva insegnarci, Pavel è uno dei centrocampisti offensivi più efficaci dello scorso decennio, e anche se solo per sfortuna non ha portato a casa la Champions del 2003 persa in una finale contro il Milan da lui non giocata, il pallone d'oro di quell anno celebra alla perfezione l'apice di una delle carriere più romantiche di sempre.

4) Bruno Conti

conti
L'unico calciatore italiano della lista è il padre del famoso capitano del Cagliari Daniele. Uno dei pilastri della Roma di Liedholm e non solo, fu fondamentale per il mondiale spagnolo conquistato dall'Italia nell'82. C'è poco da dire sulla qualità e la potenza che esprimeva in campo questo fenomeno, antenato di Cristiano Ronaldo, ala pura e moderna Conti faceva impazzire difensori e allenatori avversari ma pochi sanno che Bruno, in realtà, è uno dei 5 o 6 giocatori più forti nella storia del baseball, dal quale venne allontanato da ragazzino in modo da assicurargli un florido futuro in serie A. C'era qualcosa di insano nell'essere forte a baseball a Roma negli anni '70.

5) Luis Figo

[caption id="attachment_912" align="aligncenter" width="216"]Luis Figo appena dopo aver ucciso un gatto Luis Figo appena dopo aver ucciso un gatto[/caption]

Non c'è bisogno di commentare le giocate di Figo, giocate che hanno regalato spettacolo e innovazione al calcio degli anni 90 e 00. C'è bisogno invece di sottolineare come il giocoliere di Lisbona sia un esempio di fedeltà (quasi nessuno gli ha fatto pesare quel passaggio da Barca a Real) passandosi solo quattro squadre e superando abbondantemente con ognuna di esse le 100 presenze. Pallone d'oro 2001 Figo non a caso è anche nella lista dei migliori 125 calciatori viventi. Da menzionare anche l'orribile episodio di persecuzione mediatica di cui è stato vittima: nel 2008 Vittorio Feltri lo accusò apertamente senza mezzi termini di aver investito un gatto, un gatto di cui non è mai stato trovato il corpo e che a questo punto forse non è mai esistito.

6) Manoel Francisco dos Santos o meglio Garrincha

[caption id="attachment_913" align="aligncenter" width="160"]Garrincha se ne và Garrincha se ne và[/caption]

L'angelo dalle gambe storte, il genio del dribbling, il pioniere del surplus, sepmlicemente una di quelle figure rivoluzionarie che nascono due o tre volte in un secolo. Per parlare di Garrincha non basterebbero settimane di post eppure bastano sempre poche immagini per rendersi conto su che razza di giocatore fosse. Sarà a lui che si ispireranno tutti i più grandi attaccanti che oggi conosciamo, da Pelè a Eusebio a Ronaldo, tutti devono ringraziare Garrincha per averli fatto capire "come si fa". Solo vecchie debolezze come gli alcolici e le donne portarono Garrincha ad una prematura scomparsa dovuta alla cirrosi e ad un edema polmonare.

7) Gareth Bale

[caption id="attachment_914" align="aligncenter" width="300"]Bale versione piacione Bale versione piacione[/caption]

Il mascellone gallese non ha nulla da invidiare agli altri componenti di questa top ten, se non appunto la mascella e il resto dell'estetica facciale. Potenza inaudita, Bale in campo sembra un treno in corsa. Ci è voluto giusto un paio d'anni per capire che un terzino così, nel calcio di oggi, potesse in realtà fare il ruolo che più preferiva. Così al Tottenham viene trasformato da terzino di spinta ad ala inarrestabile ed infine ad attaccante di sfondamento. Con l'arrivo al Real, Ancelotti fa di Bale un giocatore, oltre che potente veloce ecc, anche funzionale, capace di sacrificio e lettura tattica. Sicuramente avrà compagni di squadra più appariscenti ma Bale è un calciatore universale che permette equilibiro ovunque vada a giocare (persino il Galles sta andando bene alle qualificazioni europee).

8) Cristiano Ronaldo

[caption id="attachment_915" align="aligncenter" width="200"]Paris che scherza con Ronaldo, che intanto se l'è bombata comunque Paris scherza con Ronaldo, che intanto se l'è bombata comunque[/caption]

Quindici anni dopo Giggs e Beckham, un'altra tipologia di esterni domina il calcio d'Europa. Eppure solo qualche anno fa Paris Hilton accusava CR7 di copulare in maniera poco virile. Da lì in poi è cambiato tutto, da ragazzino CR diventa uomo e oggi Cristiano Ronaldo è uno di quei giocatori che lasciano senza parole. Riesce inspiegabilmente a fare tutto quello che li passa per la testa, cose che agli altri calciatori vedi provare, la maggior parte delle volte senza buon esito. Pazzesco per intensità velocità tecnica forza fisica visione potenza esecuzione leadership, il calciatore moderno per eccellenza, a mio parere come Garrincha, un'altra pietra miliare del calcio nonostante i già citati tentativi di sminuirlo di Paris che, alla facciaccia sua, non ha mai contato nulla nella storia del calcio.

9) Arjen Robben

[caption id="attachment_916" align="aligncenter" width="194"]Robben da piccolo era addirittura un bel biondino... Robben da piccolo era addirittura un bel biondino...[/caption]

Si dice che i suoi capelli lo abbandonarono quando ancora il periodo di svezzamento non era terminato. Ma la tenacia di Arjen fa della calvizia una forza a grazie alla sempre più lucente pelata Robben và avanti contro un destino che sembra sempre farsi beffa di lui. Il talento c'è, è cristallino, ma nè al Chelsea nè al Real trova la fiducia e lo spazio adatti per mostrare al mondo cosa sapesse fare con la palla. Poi ecco il Bayern, Robben diventa protagonista, il trascinatore della squadra, di una squadra che però arriva sempre seconda. Qualcosa alla fine ha anche vinto visto il super Bayern dei tedeschi + Robben e Ribery ma rimane comunque giusto, anche considerando le vicessitudini con la nazionale, ricordare Robben come uno dei perdenti più forti di sempre.

10) George Best

[caption id="attachment_917" align="aligncenter" width="207"]Best e i denti da alcolista Best e i denti da alcolista[/caption]

Se vi fate un giro per le stradine d'Inghilterra e chiedete a qualche vecchietto di scambiare due parole su Best quel simpaticone d'oltremanica non resisterà a rispondervi : "George? Maybe he was the best." E basterebbe questo per far capire che posto occupa quest'esterno dello United nella memoria collettiva. Uno dei primi giocatori europei anti-sistema, non certo un estimatore delle regole, famoso per le serate passate tra le donne e lo champagne (l'alcolismo che non ha mai sconfitto l'ha ucciso) è anche un calciatore straordinario e vincente, uno dei pochi nordirlandesi che è stato capace di farsi amare per le sue doti in Inghilterra. Un tipo arrogante dentro e fuori campo, una di quelle arroganze che ammaliano e conquistano!
"Se io fossi nato brutto, non avreste mai sentito parlare di Pelé"

venerdì 28 novembre 2014

Stanno arrivando le macchine volanti: Il futuro inutile è già qui

Ormai è da quando siamo piccoli (o da quando siamo giovani, dipende da quanto vecchiacci siete) che aspettiamo l'arrivo di un futuro che la fantascienza ci ha ormai assicurato essere pazzesco. Embrioni prodotti in laboratorio, uomini e animali geneticamente modificati da tutte le parti, colonialismo spaziale, sistemi operativi dall'intelligenza propria e le sempre verdi macchine volanti.




[caption id="attachment_902" align="alignright" width="191"]Quel che ci ha insegnato la fantascienza Quel che ci ha insegnato la fantascienza[/caption]

Da quando Blade Runner le mostrò questi aggeggi, in tutta la loro semplicità (semplicemente automobili che, quasi annoiate dall'asfalto, si libravano arroganti nel cielo), l'umanità se n'è innamorata. Del resto a chi non piacerebbe volare da casa al lavoro, guardare tutti come se fossero formiche e provare l'ebrezza di sputare, o gettare rifiuti vari, da un finestrino ad oltre 50 mt di altezza. Pensate alle gare mediatiche per una buona ripresa di un incidente automobilaereo o a che cosa si potranno inventare i mendicanti per pulire vetri o chiedere elemosine! Pensate a tutte le iniziative delle major delle case automobilistiche volte a ricreare vecchi modelli formato auto-volante, come una flying-FIAT 127, chi non la vorrebbe? proprio quest'ultimo punto, non pensato dal Freaky, è stato l'input per quest'articolo. Mister Renaud Marion, un fotografo francese un pò visionario un pò fancazzista pieno di consensi, ha deciso di dare corpo alle fantasie dell'infanzia che la fantascienza gli aveva passato e ha messo su una mostra chiamata Air Drive. All'MB&F M.A.D a Ginevra, Marion, attraverso una particolare tecnica di assblaggio digitale, rivisita i più influenti modelli automobilistici del passato trasformando ad esempio una semplice Porsche356 in una straordinaria Porsche356-volante. Le architetture "retrofuturiste" che ricordano gli anni '70 descritti in Arancia Meccanica, fanno il resto per rendere la spassionata mostra di un fancazzista un suggestivo stimolo al futurizzarsi. Forse non tutti lo sanno ma ci sono, inspiegabilmente, un sacco di azende multimiliardarie che si stanno muovendo per regalare al mondo un auto volante: forse qualcuno ha già sentito parlare di Terrafugia, compagnia americana che, ne è convinta, nel 2016 lancerà Transition, un ibrido che potrà viaggiare sia su asfalto che tra le nuvole. Il costo sarà attorno ai 200.000 testoni e sarà dotato di air-bag paracadute, ruota di scorta e, purtroppo, non si potrà sputare dal finestrino. Il progetto che ci ha più interessato però è quello chiamato TF-x, che secondo Terrafugia sarà commercializzabile verso il 2021 e ad un prezzo più abbordabile al grande pubblico. Si tratta di qualcosa più vicino all'idea classica di macchina volante; desing moderno, decollerà in verticale, porterà fino a quattro persone e la potrai parcheggiare in garage. Così l'ambiziosa Terrafugia prova a mostrarci il domani, convincendoci anche attraverso un motto di tutto rispetto probabilmente ideato dai creativi di Italia7Gold: "Terrafugia. Facciamo macchine volanti" Brividi.




[caption id="attachment_903" align="alignright" width="300"]Aeromobil 3.0 Aeromobil 3.0[/caption]

Purtroppo per quella che a questo punto definirei la mia azienda preferita, qualcuno li ha preceduti e nel 2015 l'AeroMobile, compagnia slovacca, lancerà sul mercato Aeromobile 3.0 (ora ne deduciamo definitivamente che chi inventa le macchine volanti non ha gran fantasia), un ibrido terra-aria (come Transition) per la quale è già stata approvata l'omologazione come "voli ultra leggeri". Insomma potrai tranquillamente andartene in giro per strada e, non appena senti la necessità di inquinare anche l'aria che non è ancora stata inquinata, dispiegare le ali (apertura 8m) e librarti nel cielo pavoneggiandoti come meglio credi.
Il fatto è che in molti vedono la corsa alle auto-volanti un effetto collaterale del successo della fantascienza. Insomma nessun film aveva idealizzato gli i-phone eppure eccoci qui ad idolatrare il telefono apple come una delle più grosse rivoluzioni tecno-sociologiche della società contemporanea. Al contrario quasi tutti hanno pensato alle macchine volanti senza mai affermare però: "Massì, un'ottima trovata scenica ma non serviranno mai a un cazzo vero." non disse Ridley Scott.




[caption id="attachment_904" align="alignleft" width="284"]La dignità fatta ad automobile Chevrolet MAtiz, la dignità fatta ad automobile[/caption]

Beh è chiaro anche a noi del Freaky che le macchine volanti, oggi come oggi, aiuterebbero soltanto a rafforzare esponenzialmente quel senso di risentimento che ti viene ogni volta che tu, proprietario di una dignitosissima Chevrolet Matiz, ti vedi sfrecciare davanti un Aston Martin con i fari allo xeno. Qui lo dico e qui lo nego, le macchine volanti saranno il primo passo della rivoluzione mondiale dei poveri contro i ricchi.
A parte gli screzi (più che altro scherzi) sociologici riguardo l'invenzione, và detto che veramente sembra una cosa invendibile, cioè si carina magari ci fai un giro con la ragazza o fai il figo con qualche amico ma poi la lasci in garage a tempo indeterminato e la usi solo in occasione di viaggi molto lunghi (considerando i prezzi forse meglio un biglietto business con l'Etihad). Non perchè sia un invenzione di per sè inutile ma perchè la fantascienza l'aveva immaginata inserita in un ambiente diverso. Le auto volanti, secondo me, andrebbero commercializzate non appena l'ingegneria architettonica le renderanno utili. Con tutte le megalopoli che si sviluppano specialmete in verticale quanto sarebbe bello nell'ora di punta salire sopra i palazzi e spostarti ad una velocità che non conoscevi neanche? Un pò quello che hanno fatto con le metropolitane dall'altro lato. Infatti credo che, più che specializzarsi nell'ingegneria volante dedicata ai privati, la scienza cercherà il modo di regalare un nuovo mezzo di trasporto pubblico nelle grandi città, al di sopra dei grattacieli, dove sicuramente ci sarebbe meno caos che nei tubi dell'underground.
Il Freaky starà attento a tutto ciò conservando nel profondo la speranza che, nei prossimi anni, qualche parente facoltoso ci bussi alla porta per dirci :"E butta via sta minchia di chevrolet!"

giovedì 27 novembre 2014

Cookie wants you!

Attenzione: qui parliamo di web cookie, non di cookies, per le ricette consultate pure il blog di Benedetta Parodi!images


A chi non è capitato di essere perseguitato dai cookie navigando in rete!?


Se siete tra quei 2 o 3 che sono intelligenti ma non si applicano, questa è la definizione informatica di cookie:


In informatica i cookie HTTP (più comunemente denominati Web cookie, tracking cookie o semplicemente cookie) sono righe di testo usate per eseguire autenticazioni automatiche, tracciatura di sessioni e memorizzazione di informazioni specifiche riguardanti gli utenti che accedono al server, come ad esempio siti web preferiti o, in caso di acquisti via internet, il contenuto dei loro "carrelli della spesa".


imgresIn altre parole, sono tutte le pubblicità che contornano il vostro motore di ricerca con informazioni su qualcosa che avete cercato in precedenza.


Siamo talmente sovraccarichi di cose da vedere nel web che a volte non ci facciamo caso..Ma fateci caso, prima ne rimarrete stupiti, poi diventerà un dramma!


Il dramma si crea, per esempio, quando cerchi un paio di scarpe, una borsa, degli occhiali.. Che magari ti piacciono ma li hai guardati solo per farti un'idea, perché che ne so, non hai 2.000 euro da spendere per delle scarpe! E cosa succede poi? Anche se la tua idea te la sei fatta, saranno quelle scarpe a venire a cercare te! E allora inizieranno le manie di persecuzione, sentirai mancare la tua privacy e un grande senso di frustrazione si impossesserà di te! Sí, frustrazione, perché quelle scarpe non saranno mai tue. Ma saranno lì, ad aspettarti, la prossima volta che inizierai una ricerca in Google.


I cookie sanno perfino stupirci! Vi porto un esempio concreto di qualche giorno fa.images (1)


Stavo facendo una ricerca sull'11 settembre, avevo cercato giusto 2 informazioni, e chi mi appare? Bin Laden! Non in persona, dicono che sia morto, ma nella pubblicità intorno alla pagina. Dopo pochi secondi ecco che Amazon mi offre la pubblicità di comprare il libro sulla vera storia di Bin Laden e quello sulla vita dopo l’attento.


 I cookie sono così, anche quando tu non ci pensi, loro sono li, loro, ti pensano. Quindi se vi sentite soli e abbandonati, fate 2 ricerche in Google e vedrete come i cookie inizieranno a prostrarsi a voi.


I cookie sono con noi, sempre.

mercoledì 26 novembre 2014

"A History of Violence", Cronenberg maestro esistenzialista (7,5/10)

Scorrendo indietro nel tempo, tra gli articoli di cinema che il Fraky ha proposto, ci siamo accorti di non aver mai menzionato un maestro di cinema contemporaneo come David Croneneberg, nè per uno qualsiasi dei film da lui diretti nè per le sue numerose, quanto brevi, apparizioni da interprete, come quando ne "La Mosca" interpretò magistralmente un ginecologo.
Un ebreo ateo classe 1943, nato a Toronto in Canada, Cronenberg si propone come cineasta avanguardista e intellettuale, pronto a spingere all'estremo i mezzi comunicativi della settima arte e sin dai suoi primi talentuosi lavori si comprese quanto un regista del genere potesse aiutare ad evolversi generi stereotipati e ormai stantii. Ma l'approfondimento di horror e fantascienza è solo l'inizio; il Cronenberg dell'ultimo decennio và ben oltre le sue origini ricercando in altri generi una raffinatezza espressiva senza veli e diretta anche ad un pubblico mainstream. Per presentare meglio il vecchio David parleremo oggi di "A History of Violence" (2005), il mezzo cronemberghiano per raccontare l'ambiguità e forse l'illusorietà del sogno americano: un thriller a tinte noir che, se pur ispirato ad un romanzo grafico del 1997 (Una storia violenta), non perde mai lo stile del regista canadese, capace di reggere anche ad Hollywood. loc
La tranquilla vita di Tom Stall, cittadino di Milbrook, Indiana, viene scossa dall'aggressione, alla sua tavola calda, da parte di alcuni banditi che fortunatamente lui riesce ad uccidere prima che potessero creare problemi. Questo lo rende un eroe mediatico e la sua faccia attira la furia di un certo Carl Fogharty, boss della mafia irlandese nell'east-coast. Carl e i suoi scagnozzi arrivano alla tavola calda da Philadephia e per una qualche ragione a noi sconosciuta continuano a rivolgersi a Tom chiamandolo Joey. Fogharty (un sempre monumentale Ed Harris) ha un solo occhio funzionante e vede in Tom l'uomo che vent'anni prima ha tradito il suo clan e distrutto il suo occhio. La tensione che si viene a creare attorno la famiglia Stall passa in poco tempo dall'essere surreale all'essere concretamente terrorizzante. L'escalation di violenza è annunciata ma dirompente, fa breccia nello spettatore scuotendone schizofrenicamente le viscere e ci mostra finalmente, perchè è un momento che il ritmo del film è capace di farti attendere sin dalle prime sequenze, la fragilità individuale e individualista dei protagonisti; le reazioni alla realtà effettiva che hanno soprattutto il figlio teenager Jack e la moglie Edie rendono efficacemente la disperazione che ti travolge quando vedi il mondo che hai costruito con fatica, dedizione e sentimento attorno a te, sgretolarsi in un attimo, distrutto da un illusione, distrutto da una bugia bianca, in buona fede, ma pur sempre bugia. Alla fine del film, come se Tom realizzasse di essere lui il colpevole, lui la persona cattiva (un dubbio che lo attanaglia psicologicamente da una vita) decide di affrontare una specie di resa dei conti, tornando a Philadelphia. L'ultima scena del film è emblematica, è quella che sembra ricomporre l'equilibrio andato distrutto. La famiglia di Tom, che lo aveva accettato pur senza comprenderlo, che lo aveva difeso pur senza convinzione, lo riaccoglie nel silenzio del gesto di una bambina che, vedendo il proprio padre in un imbarazzante difficoltà, in piedi di fianco al tavolo dove il resto della famiglia sta mangiando, si alza, prende un piatto e lo sistema nel posto dove si era abituata a vedere il padre, prima che una storia di violenza mettesse a dura prova la sua serenità esistenziale.




[caption id="attachment_849" align="alignleft" width="276"]Viggo Mortensen (Aragorn/Granpasso) vs Ed Harris, in una scena del film. Viggo Mortensen (Aragorn/Granpasso) vs Ed Harris, in una scena del film.[/caption]


La violenza, tema filo conduttore del film, è dipinta da Cronenberg come qualcosa di inevitabile ma che và a braccetto con la destabilità, con la patologia (il rapinatore che striscia come un animale in calore la sua zampa sul seno dell'ostaggio) ; la violenza in Cronenberg, se pur ben radicata nei meandri dei rapporti umani, è qualcosa che nasce dalla malattia e non dalla salute, dallo straordinario più che dall'ordinario. Ma non c'è solo questo. Cronenberg è un maestro nel provocare disgusto, nel trasmettere un senso forte di disagio allo spettatore attraverso i dettagli, le inquadrature taglienti e le emozioni sui volti dei protagonisti (buona prova di praticamente tutto il cast) in questo film il disagio diventa necessario a comprendere la diffusione inarrestabile di un virus come la violenza. Insomma, non vuole sottolineare quanto la violenza sia cattiva, ingiusta o animalesca ma ci vuole far capire come sia intrinseca all'esistenza, quasi come fosse la strada per far evolvere l'individuo.




[caption id="attachment_850" align="alignright" width="293"]Sesso sulle scale Sesso sulle scale[/caption]

Il sesso sulle scale liberatorio e selvaggio tra Tom e Edie, più simile ad una lotta, l'esplosività emotiva della rissa con cui Jack si ribella ad un bullo a scuola (gli fracassa la testa per terra) o l'aggressività verbale della moglie Edie nei confonti delle accuse dello sceriffo amico di famiglia sono alcune delle testimonianze con le quali il regista vuole renderci chiara la sua concezione di violenza esistenzialista, un processo attraverso il quale il protagonista scopre sè stesso affrontando ciò che non ha mai avuto il coraggio di affrontare. Il momento del sangue, infatti, il momento della violenza tradizionale, non è mai esasperato o coreografato da effetti barocchi; è la violenza nuda e cruda, realista, istantanea, violenta sul serio. Un film sicuramente forte, sicuramente moderno (il fatto che non traspare mai dove il film voglia andare a parare né è la prova, sarà un film drammatico o un thriller psicologico?...) e dal quale i giovani cineasti hanno qualcosa da imparare, dalla sequenza iniziale (degna di maestri del genere come Lynch o Billy Wilder) a quella finale.

martedì 25 novembre 2014

I Migliori Centrocampisti di sempre!

Proprio in questi giorni il Uefa sta rendendo pubbliche le nomination per costruire l’11 coi migliori calciatori del 2014. Non male se volete partecipare alla votazione, tuttavia gli 11 vincitori sono facilmente pronosticabili visti i successi di squadroni come la Germania e il Real Madrid che già vedevano comparire le proprie stelle gli anni scorsi in cui non vincevano nulla. Tutto questo preambolo per dire che se c’è una lista di calciatori con cui vi potete divertire e sorprendere è quella fatta del Freaky: altro che Uefa. Quest’oggi tocca a un ruolo in cui da sempre fa da padrone la fantasia e l’estro, insieme alla capacità di vedere la giocata prima degli altri. Parliamo dei centrocampisti centrali (o cc per dirla in termini da giocatori di pes incalliti).imgres




  • Andrea Pirlo. Invece del solito passo nel passato per andare a cominciare con i primi interpreti del ruolo oggi cominciamo con uno degli ultimi a rendere grande la posizione di CC. Geniale nel gioco quanto schivo e riservato nella vita privata, Pirlo ha saputo essere un esempio per generazioni di calciatori: la sua velocità di pensiero unita a una tecnica sopraffina sono le sue caratteristiche principali. Dopo aver vinto tutto col Milan ed essere tornato ad altissimi livelli con la Juve di Conte ora si dedica alle bevute a tempo pieno, salvo deliziare il pubblico ogni domenica quando le ginocchia lo permettono. Rimane decisamente troppo lento per sperare di download (4)vincere mai un pallone d’oro, ma con un piede così chi ne ha bisogno?

  • Gianni Rivera. Primo italiano a vincere il pallone d’oro (se non consideriamo l’oriundo Sivori nel 61), Gianni è stato una bandiera del Milan e della nazionale durante tutta la sua carriera. In molti lo ricordano per le 2 Champions League, l’europeo e le 3 serie A in bacheca: noi preferiamo rammentare la partecipazione a ballando con le stelle e la carriera da parlamentare.download (5)

  • Didier Deschamps. Centrocampista dotato di buoni piedi, di un passaggio filtrante devastante ma anche di quantità, Didier è uno dei pochi giocatori europei ad aver vinto tutti i trofei internazionali possibili visto che oltre alle 2 Champions (con Marsiglia e Juve) e il Mondiale 1998, si è aggiudicato anche l’europeo del 2000 con la sua Francia (questi ultimi da capitano). Il giocatore perfetto se non fosse che sia nel 1998 chennel 2000 ha eliminato l’Italia dai tornei poi vinti.

  • download (2)Giancarlo Antognoni. Faro del centrocampo azzurro del mondiale 1982, Giancarlo è passato alla storia come l’assoluta bandiera della storia della Fiorentina (unica squadra italiana con cui ha giocato). In molti pensano che i suoi rifiuti a lasciare Firenze per una squadra più blasonata del nord siano stati un peccato ma forse non ricordano che nei 15 anni in viola portò a casa la bellezza di una coppa Italia e un Trofeo Anglo-Italiano (mica bruscolini). Esaltante, al contrario, il fine carriera al Losanna.images

  • Juan Alberto Schiaffino. Soprannominato da tifosi uruguaiani coi piedi per terra “El Dios del Futbol”, Juan  è probabilmente il miglior calciatore uruguaiano di sempre. Con la nazionale conquistò il mondiale 1950 nella finale del Maracanazo, per poi trasferirsi prima al Milan e poi alla Roma. Da ricordare la coppa delle Fiere alzata coi giallorossi download (6)nel 61(a tutt’oggi loro unico trofeo internazionale).

  • Johan Neeskens. Soprannominato Johan II per la  coppia formata con Cruijff all’Ajax, nel Barca e nell’Olanda  è stato uno degli interpreti più rivoluzionari del suo ruolo. In una nazionale che inventava il calcio totale e la zona i suoi tempi dettati a centrocampo furono preziosi per i successi conseguiti in ambito Internazionale. Un momento: quali successi? A parte gli scherzi le 3 Champions con l’Ajax ripagano sicuramente le delusioni ai mondiali del 74 e del 78 e fanno del bel Johan un membro tra i principali della nostra top10.download (1)

  • Paulo Roberto Falcao. Bandiera prima dell’Internacional e poi della Roma, Falcao è stato il regista di quello che per molti è il Brasile migliore di sempre: quello sfortunato del 1982. Definito dai suoi compagni “allenatore in campo” per le doti carismatiche fu un buon download (3)interprete sia della fase offensiva che difensiva.

  • Xavier Hernandez (Xavi). Conosciuto come “ il professore”, Xavi è stato ed è tutt’ora insieme al pallidissimo Iniesta membro di uno dei centrocampi più forti di sempre: quello del Barca. Durante il regno Guardiola il catalano è stato mente e braccio insieme della squadra blaugrana realizzando quasi 60 gol e ispirandone molti altri.

  • Luis Suarez Miramontes. Primo Spagnolo a conquistare il pallone d’oro negli anni 60 è stato il centrocampista per eccellenza vincendo, tra l’altro, 2 Champions con l’Inter e un europeo nel 64.download (7)

  • Steven Gerrard. Se chiedete ai centrocampisti di tutta Europa a chi si ispirano sicuramente nessuno vi risponderà Giannichedda. Decisamente più probabile è che il 90% di loro vi risponda Stevy G. Con un fisico dirompente e un piede sopraffino, infatti, Steven ha fatto la fortuna del Liverpool negli ultimi 15 anni. Grazie al suo destro potente e preciso ha potuto realizzare una quantità impressionante di gol da fuori area e portare sotto la Cop tutti i trofei che meritassero di essere vinti. Mah...la Premier League?!