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giovedì 31 ottobre 2013

Non parliamo di calcio!

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Non si parla più di calcio. Con questo non si vuol puntare il dito contro il freaky times che nelle ultime settimane ha tralasciato commenti su serie a e quant'altro, visto che in redazione già lo sapevamo che prima o poi qualcuno, sotto ricatto o meno, sarebbe tornato a scrivere di calcio.
Si vuole invece puntare il dito contro tutti quelli che preferiscono pensare ai "casi", alle polemiche, agli orecchini di Balotelli o ai panni sporchi di Conte. Per carità, le polemiche al di fuori del campo ci sono sempre state e sempre esisteranno, è solo quella legna che fa ardere il mondo del giornalismo sportivo quando il calcio e il campo danno poco di cui commentare.

[caption id="attachment_397" align="alignleft" width="284"]Balotelli prima e dopo la strigliata mediatica sul look Balotelli prima e dopo la strigliata mediatica sul look[/caption]

Certo in questo periodo il tutto sta diventando esasperante, insostenibile, e la situazione ridicolizza questo sport tanto da renderlo patetico agli occhi di un qualsiasi italiano che non lo segue. Già perchè nonostante il campo, quel rettangolo nel quale si gioca al calcio, in solo 3 mesi abbia regalato tantissimo da analizzare, si preferisce scrivere articoli e montare trasmissioni non dedicandole a chi vorrebbe sentir parlare di calcio ma a chi adora il gossip, i litigi tra i personaggi famosi (perchè purtroppo è solo questo che sono alcuni calciatori). Per esempio, sarete esasperati anche voi (sempre che non siate gli affezionati di gossip che tanto ci disgustano) dal fatto che ogni tg, ogni testata cominci con un focus sulla giornata di Mario Balotelli (solo per la cronaca ieri è andato di corpo meno regolarmente del solito). Un ragazzo 23enne che mi pare la dimostrazione concreta di come il talento non vada sempre a braccetto con il genio. Un ragazzo 23enne che ha come unica colpa di avere un carattere ben delineato, uno di quelli che quando incontri preferisci non salutare, uno di quei caratteri che è la manna per i giornalisti. E' un buon calciatore, riconosciamo che non è un campione (ma questo lo dicono i suoi numeri e il suo palmarès), ma a mio modo di vedere lo stiamo bruciando.

[caption id="attachment_398" align="alignright" width="284"]Come tutti vorremmo mario Come tutti vorremmo Mario[/caption]

Prima la troppa responsabilità, calcistica e non, che gli è stata addossata da Milan e nazionale hanno ritirato fuori quel lato di lui che tutti già sapevamo avere, il lato del ragazzino menefreghista che pensa per sè (è comunque una parte di carattere, non un reato) e poi la pressione mediatica e della gente ha fatto il resto, mettendo in crisi, a mio parere, qualsiasi fiducia in sè stesso, qualsiasi convinzione che questo 23enne aveva. E' sotto gli occhi di tutti che questo sà giocare a calcio, così com'è sotto gli occhi di tutti che questo non ha l'intelligenza che hanno altri di gestire responsabilità, pressioni ecc. (o almeno non ancora) ed è chiaro che in un paese nel quale la stampa è ridicola come in Italia, questa mancanza non te la puoi premettere, il rischio è appunto quello di bruciarsi. Che si è esagerato su Balotelli è lampante, non si può costringere un ragazzo, solo perchè simbolo (preimpostato e senza consenso) di un calcio che sempre più influenza la società, a cambiare personalità, look e stile di vita. Non è concepibile che a causa della notorietà che da il calcio al di fuori del campo si arrivi a dover subire certi trattamenti popolari e mediatici. Balotelli, a mio modo di vedere, è stato preso di mira perchè non solo è incapace di difendersi ma è anche talmente superficiale da far trapelare ogni ragazzata di cui è protagonista, diventando il titolo preferito per qualsiasi spietato redattore (come Martin Morton tra l'altro). Ci si è accorti di aver esagerato e la nuova politica che và di moda nel giornalismo è di non parlare più di Balotelli fuori dal campo, moda da tempo annunciata ma a quanto pare non ancora seguitissima. Noi comunque ne parliamo senza pudore.
Nonostante le tante righe spese, forse sprecate, all'apologia di Balotelli, ci sentiamo di condividere il messaggio che un furioso Conte ha lanciato nei vari palinsesti nel post-partita dopo il match con il Genoa. Un'altro di questi personaggi che, nonostante anni di esperienza e rapporti (tra alti e bassi) col mondo dei giornalisti, dopo un lungo susseguirsi di voci che dipingevano quelllo juventino un ambiente ormai di guerra, è arrivato al limite della pazienza chiedendo esplicitamente di smetterla.

[caption id="attachment_399" align="alignright" width="300"]Conte che qui si sfoga con i giornalisti di sky Conte che qui si sfoga con i giornalisti di sky[/caption]

Già, perchè non mi sembra neanche giusto che di calcio si senta parlare cosi poco, in un anno nel quale il campionato ha, a mio parere, raggiunto un livello di qualità che mancava da anni, ma si preferisca alimentare questo clima di tensione, di polemica, di litigi, di rotture...Tutte cose che fanno male prima agli individui coinvolti e poi al loro ambiente in generale, e in un anno che ci porta al mondiale, una competizione che per essere affrontata al top richiede prima di tutto serenità (cosa che ormai ci è estranea da tempo), questa tensione fa solo che male; ci stiamo addentrando, o forse ci siamo già dentro, un tunnel dal quale è difficile uscire. Che si parli di formazioni, di 4-3-3 piuttosto che 3-5-2, che si parli di cambi sbagliati, che si parli di giocatori forti, scarsi e brutti. Che si parli di un fuorigioco che non c'era o del rigore inventato, che si parli di presidenti tirchi e presidenti magnanimi e cosi via...
Sul campo intanto succedono cose straordinarie, la Juve forse mai cosi forte e il Napoli, che con Benitez ha trovato la personalità della big europea, che tiene ferocemente botta, e una Roma che, nonostante le altre due corazzate abbiano lasciato solo 5 punti per strada in 10 partite, è addirittura avanti! Un Milan che da anni non era cosi in crisi di gioco e di identità, con Fiorentina e Inter che stanno cercando la quadratura del cerchio per arrivare a livello di potersi giocare la qualificazione alla prossima champions. Tante squadre per pochi traguardi, e tanti grandi giocatori in cerca di gloria, questo è il campionato che ci porta al mondiale, non perdiamocelo pensando alle piccolezze che col calcio non c'entrano.

lunedì 28 ottobre 2013

Rush: Niki Lauda vs James Hunt (7/10)

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Il cinema è sempre di casa qui al Freaky Times! Oggi parliamo di un film che, per quanto recente, sta riscuotendo grandi consensi di critica e pubblico: Rush! La pellicola, come si sa, racconta la storia dell’accesa rivalità che negli anni 70 aveva visto contrapporsi due mostri sacri della storia della Formula 1: l’austriaco Niki Lauda e l’inglese James Hunt.images

I due si conoscono ancora giovanissimi militando nelle file della Formula 3, dimostrando di essere nettamente superiori alla concorrenza e di avere un glorioso futuro davanti. Tra i protagonisti non corre da subito buon sangue e non mancano di scambiarsi frecciate e insulti appena la situazione lo permette: hanno caratteri talmente diversi che il contrario sarebbe impossibile! Niki Lauda (interpretato dal somigliante Daniel Bruhl), dipinto come un freddo e metodico calcolatore, perfezionista quando si parla di mettere a punto la propria monoposto, è determinato a raggiungere altissimi traguardi fin dagli inizi, anche a costo di indebitarsi pesantemente per intraprendere la propria carriera. James Hunt (interpretato dal belloccio Chris Homsworth), al contrario, è il corrispondente automobilistico delle star della musica rock che negli stessi anni salgono alla ribalta delle cronache mondiali: passa da una donna all’altra frapponendo tra loro qualche sbronza e non disdegna nemmeno la droga. L’inglese affida tutta la sua carriera all’amore per il rischio che si porta dietro come una seconda pelle e fa dei sorpassi azzardati il suo mestiere. Dopo aver raggiunto la tanto sognata Formula 1 i due rivali ne salgono subito ai vertici e danno di che sognare e divertirsi a milioni si fan: Lauda viene presto ingaggiato dalla Ferrari, la quale torna a

[caption id="attachment_390" align="alignleft" width="240"]i veri Niki Lauda e James Hunt i veri Niki Lauda e James Hunt[/caption]

essere grande grazie a lui, che si giudica a mani basse il suo primo mondiale; Hunt ottiene solo piazzamenti marginali alla prima esperienza, anche a causa di una macchina non competitiva, ma non appena viene messo sotto contratto dalla velocissima McLaren ecco  che i due contendenti sembrano finalmente potersela giocare ad armi pari. Sul più bello ecco che Lauda subisce un drammatico incidente e le carte si rimescolano! (Non ci spingiamo oltre per non rovinarvi il film)

La vicenda, e questo è chiaro fin da subito, è raccontata dal punto di vista di Lauda, di cui si incarica di essere una parziale biografia. Sarà forse per questo motivo o per il fatto che il pubblico si riconosce molto più facilmente in un gran lavoratore, e non  in un bello e dannato sciupa femmine, che vedendo il film si è quasi obbligati a prendere le parti di Lauda e fare il tifo per lui. Analizzando un po’ più a freddo i fatti, tuttavia, è impossibile credere che esistano persone del genere nel mondo reale. Il pilora austriaco è un vero e proprio “Computer”, come era soprannominato, senza alcun sentimento, mentre Hunt è un completo irresponsabile sconsiderato: lo jing e lo jang di ognuno di noi. Tendiamo un po’ tutti ad oscillare tra le due posizioni nel corso della nostra vita. La sensazione è che il film sia dunque un semplice espediente per raccontare una rivalità come ce ne sono state tante e come non smetteranno mai di esserci, anche se forse non così eroiche. Lauda e Hunt come Caino e Abele o Ettore e Achille insomma: essi nella pellicola esistono in quanto sono uno l’opposto dell’altro e non c’è alcuna possibilità di mediazione tra i due: uno è destinato necessariamente a perire.

Il film è estremamente coinvolgente e nonostante si possa non conoscere la vicenda narrata o essere appassionati alla Formula 1 l’effetto non varia. Le sequenze di sorpassi,

[caption id="attachment_393" align="alignright" width="225"]il drammatico incidente di Niki Lauda il drammatico incidente di Niki Lauda[/caption]

incidenti e gare mozzafiato accompagnate da musica ad alto volume o dal semplice ma potente rombo del motore rende il tutto più appassionante e fa della pellicola un racconto mai banale di una storia, nonostante tutto, già scritta.

Leggendo (QUI) un’intervista proprio di Niki Lauda per Panorama sul periodo della sua vita raccontato nel film appare chiaro come egli abbia apprezzato la pellicola, sottolineando però quanto lui e Hunt fossero anche amici e non solo rivali. Egli non ha solo disprezzato o invidiato le feste a cui l’inglese era regolarmente pizzicato dai paparazzi: a suo dire essi hanno vissuto insieme parte di quelle esperienze. Inoltre la maschera impassibile e glaciale che gli viene data nel film, come egli stesso ammette, nasconde una persona molto sensibile: Niki si commuove addirittura ripensando alla morte di Hunt di qualche anno fa.

Tutto questo in un semplice film sulla Formula 1 vi chiedete? Ebbene si, ma Rush è molto di più di questo: è allo stesso tempo il racconto di una grande vita e di qualcosa che fino a che ci sarà il mondo continuerà ad esistere. La rivalità.

E viene quasi da sorprendersi ai meno esperti di cinema quando vengono a sapere che il

[caption id="attachment_392" align="alignleft" width="184"]il buon vecchio Ron Howard il buon vecchio Ron Howard[/caption]

regista è Ron Howard, ovvero l’impacciato Ricky Cunningham della famosissima serie  “Happy Days”, forse un pò meno per chi lo conosce già come un grande regista (premio Oscar nel 2002 per”A Beautiful Mind”). Che facciate parte del primo o del secondo gruppo il consiglio del Freaky Times è lo stesso: guardatelo, è un film completo e coinvolgente come pochi nel suo genere.

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lunedì 21 ottobre 2013

AM:gli Arctic Monkeys mettono la quinta per il loro quinto album! (8/10)

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Oggi si torna a parlare di musica qui sul Freaky Times! E non è certo facile visto che l’ultima volta che l’abbiamo fatto si trattava di raccontarvi  uno dei due concerti dei Muse a Torino a Giugno. Niente paura gente: il 9 Settembre 2013 un’altra band inglese amata qui in redazione ha pubblicato”AM”, il suo quinto album (clicca QUI e ascoltalo) . Stiamo chiaramente parlando degli Arctic Monkeys, geni della metamorfosi e del ritmo.

[caption id="attachment_384" align="alignright" width="259"]la copertina di AM la copertina di AM[/caption]

Ogni disco della band di Sheffield ha rappresentato un cambiamento nello stile musicale e non solo per Alex Turner (voce e chitarra) e compagni, questo lo sappiamo. Erano partiti giovanissimi, insicuri e brufolosi con “Whatever People say I am, that’s what I’m not”  e sette anni dopo li vediamo più maturi e cool come pochissime altre band. I riff travolgenti e urlati si sono trasformati come per magia in melodie e giri di basso ben assortiti per un mix che tende addirittura all’R&B.

L’ album è stato preceduto da due singoli di tutto rispetto, oltre che legati musicalmente tra loro: “Are you mine” e “Do I wanna Know” : la chitarra distorta ma più che mai orecchiabile dei due, nei quali abbiamo solo riff e nessun accordo, è una base fantastica per la voce di Alex. Ritmo e adrenalina entrano subito in corpo ascoltandoli, nonostante i pezzi siano molto più lenti di molti altri. “One for the road” contiene un’altra svolta essenziale che i 4 ragazzi inglesi hanno voluto intraprendere: il falsetto come seconda voce. Un’ apporto vocale del genere da parte del batterista Matt Helders e il bassista Nick O’Malley era difficilmente pronosticabile alla vicilia dell’uscita del lavoro. “Arabella” ci fa entrare in

[caption id="attachment_383" align="alignleft" width="259"]le "scimmie artiche" ora le "scimmie artiche" ora[/caption]

atmosfere molto più ragionate e “mistiche”, se vogliamo, nella strofa sincopata, per poi tirare fuori dal nulla senza alcun preavviso un ritornello degno degli ultimi Beatles (e chissà che proprio suonare “Come Together”, della leggendaria Band di Leaverpoo,l all’inaugurazione delle olimpiadi a Londra quest’estate non li abbia ispirati).

Il livello del disco è comunque altissimo anche in pezzi meno suonati nei live come “I want it all” (forse un omaggio ai leggendari Queen  nel nome?! e “No.1 party Anthem”, che richiama  “secret door”, un pezzo del loro terzo album. “Mad Sounds” torna a farci commuovere in un’atmosfera quasi natalizia in alcuni momenti, in una melodia magnetica grazie anche ai suggestivi cori finali a cui partecipa tutta la band. Grande ritmo in “Fireside”, “Snap it oud loud” (impossibile non muovere la testa a tempo) e “Knee socks” (a tratti “poppissima”), bellissima nonostante la mancanza di melodia degli strumenti durante la strofa.

L’R&B di cui si parlava all’inizio raggiunge il suo massimo apice in “Why'd You Only Call Me When You're High?”, terzo singolo del disco. Questo pezzo, che per la maggior parte del suo corso si allontana da rock a cui le scimmie artiche ci avevano abituato, ce le fa amare per la pazzia che hanno fatto con questa loro ennesima svolta stilistica: nessuno stupore che persino i Queens of the stone age (lontanissimi da questo genere)  si siamìno fatti convincere a farne una cover. A essere sinceri sarebbe stranissimo se nessuna

[caption id="attachment_382" align="alignright" width="265"]una vecchia foto dei 4 ragazzi di Sheffield una vecchia foto dei 4 ragazzi di Sheffield[/caption]

cantante con l’R&B nel sangue decidesse di ri-arrangiare il brano secondo il proprio mood. Il disco termina con “I wanna be yours”, ancora una volta tendente al pop, ma attenzione: quello di qualità! Quello suonato e cantato da interpreti di tutto rispetto.

C’è chi non perdona i cambiamenti musicali delle band che ama, c’è chi li considera dei “tradimenti” verso i vecchi fan, c’è chi preferirebbe artisti che in una carriera di 50 anni non provano minimamente a migliorarsi o evolversi: certo noi del Freaky Times non siamo tra loro! Li abbiamo amati quando erano sfigati e brufolosi: come potremmo non amarli ora che sono cool e si fanno influenzare da ogni genere musicale li colpisca per quanto scomodo? Sempre e comunque Arctic Monkeys.

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lunedì 14 ottobre 2013

Terraferma

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Per riallacciare il rapporto con l'attualità non possiamo, noi del freaky times, esimerci dal rilasciare un commento sulla difficile situazione a proposito dell'immigrazione che il nostro paese sta affrontando in questo periodo. Oppure, per meglio dire, mister Morton mi ha di nuovo costretto con la forza a scrivere per il "Freaky times", stimatissimo blog di provincia.
La causa delle riflessioni contemporanee che i nostri politici si sono decisi a fare è ancora una volta una strage di vite.

[caption id="attachment_372" align="alignleft" width="259"]I barconi della speranza I barconi della speranza[/caption]

Il 3 Ottobre a Lampedusa in circostanze drammaticamente singolari hanno perso la vita 363 persone. Persone che su un peschereccio tentavano di raggiungere le coste italiane in cerca di un opportunità. La barca è affondata e nei giorni seguenti sono stati ritrovati e ripescati centinaia di cadaveri. In fuga dalla guerra, in fuga dalla fame schiere di uomini ogni giorno si trovano costretti a riporre la propria fiducia in scafisti e basisti spietati, mercanti di vite moderni, il più delle volte criminali, che in cambio di laute ricompense assecondano le speranze di sfortunati esseri umani promettendo il viaggio della salvezza, verso "la vita migliore".

[caption id="attachment_373" align="alignleft" width="268"]Immagine eloquente della strage di Lampedusa Immagine eloquente della strage di Lampedusa[/caption]

Ma non và sempre così, le barche affondano, le persone muoiono e solo poi ci si mobilita per far si che ciò non si ripeta. Oltre ad aver ribadito che queste stragi non possono essere un problema, oltre che per l'umanità, solo per l'Italia ma per tutta l'Europa il governo ha fatto il possibile per garantirsi un maggiore controllo marittimo della zona interessata dalle rotte dei barconi della morte. Un controllo pressoché totale sarà possibile grazie alla nuova operazione "mare nostrum", voluta fortemente dal premier Letta e dal ministro degli esteri Bonino e da quello della difesa Mauro, oltre che da Alfano. "Non si può più tollerare che il nostro mediterraneo sia il mare della morte" ha detto Letta, così verranno impiegati 2 pattugliatori e 2 fregate della marina, elicotteri, droni (aerei a pilotaggio remoto, la tecnologia fa paura), ed una nave anfibia di grossa portata, con ampia capacità ospedaliera e spazi di ricovero, confermando che ciò che è accaduto non ha lasciato nessuno indifferente, almeno in Italia.

[caption id="attachment_374" align="alignright" width="276"]Una nave anfibia! Una nave anfibia![/caption]

D'altra parte però vi è il dibattito sul cosa fare di questi clandestini che, una volta portati sul territorio italiano, vanno riportati in patria? Gente che scappa da un mondo invivibile e che, una volta arrivata in Europa, è sfruttata dagli imprenditori o ricacciata fuori.
In senato è stata approvata la proposta del movimento5stelle di abolire la legge Fini-Bossi, quella che implica il rimpatrio di un qualsiasi clandestino che non sia in possesso di un impiego che possa sostenerlo economicamente (legge definita barbarica da alcuni ma lodata da molti altri). Ciò ha quasi spontaneamente provocato l'ilarità di una vecchia conoscenza degli studenti, la Gelmini, che si è chiesta (su twitter) se fossimo tutti impazziti! Forse la Gelmini ha ragione, forse siamo tutti un pò Freaky!

[caption id="attachment_375" align="aligncenter" width="270"]Ma MariaStella... Ma MariaStella...[/caption]

martedì 8 ottobre 2013

Che sorpresa questa Serie A!

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[caption id="attachment_367" align="alignright" width="266"]download Lorente, non ha trovato lo spazio che sperava nella Juve fin'ora[/caption]

Dopo mesi e mesi di pausa ecco tornare il buon vecchio Freaky Times. Abbiamo intervallato la nostra lunga assenza con un articolo sul calcio d’Agosto ed è proprio con il calcio che vogliamo riprendere. La serie A, negli ultimi anni criticata a destra e a manca da chiunque per qualsiasi cosa accadesse sembra dare segni di ripresa, almeno per quanto riguarda il gioco. Nonostante non sembrino esserci nel nostro campionato squadroni che possano competere con Real, Bayern e Barca per la Champions, le formazioni di “seconda fascia”, quelle che lottano per o partecipano all’Europa League sembrano essersi rafforzate notevolmente. Non si sborsano i miliardi come avviene nei club degli sceicchi o dei magnati ma di certo si creano rose ben assortite e difficili da battere per chiunque. Pazienza se mancano i top player che possono farti vincere tutto o cambiare una partita da soli, il campionato è sempre più equilibrato e divertente.

Nello speciale sul calcio d’Agosto avevamo pronosticato una Juve sempre più forte, che puntava, oltre che allo scudetto, ad una prestazione in Europa ancora più convincente dell’anno scorso. Su questo probabilmente dobbiamo, almeno in parte, ricrederci: Tevez sta sicuramente giocando alla grande, ma a Conte mancano le alternative rispetto al consolidato 3-5-2. Alle difese avversarie, anche quelle delle squadre meno blasonate, basta barricarsi centralmente in difesa per impedire l’ormai obsoleto uno due filtrante dei bianconeri. Tutto ciò, unito al continuo ruotare degli attaccanti, che inevitabilmente impedisce l’affermarsi di Llorente, non aiuta affatto.

[caption id="attachment_368" align="alignleft" width="300"]images (1) Higuain dopo aver esagerato nei suoi tuffi a Capri[/caption]

Il Napoli, che avevamo indicato come seconda probabile forza del torneo, si sta rivelando effettivamente tale: la colonia di ex madridisti e l’arrivo di Benitez ha dato un’impronta di gioco ancor più importante alla squadra che non rimpiange quasi per nulla la partenza di Cavani visto il parco attaccanti che si ritrova. I ritmi sono a tratti altissimi, salvo sporadiche occasioni in cui gli avversari, il Sassuolo su tutte, optano per una partita difensiva e basata sulle ripartenze, chiudendo ogni spiraglio possibile o volte in cui gli azzurri non scendono quasi in campo, come coll’Arsenal.

La Fiorentina si ritrova sesta a meno nove dalla vetta anche a causa dei continui infortuni che, a turno, stanno colpendo un po’ tutta la rosa e l’attacco in particolare. Gomez, che si stava trasformando in quella prima punta che a Montella era mancata lo scorso anno, sta senza dubbio facendo sentire la sua mancanza. Per fortuna che ci sono Pepito Rossi e Borca Valero a tenere su alla grande la viola.

L’inter prova a reggere i ritmi delle altre grandi grazie all’apporto in materia di ritmo e tattica dato da Mazzarri, visto che gli 11 in campo sono in gran parte gli stessi che aveva a disposizione Stramaccioni. I nuovi attaccanti Belfodil e Icardi faticano a inserirsi  a questi livelli vista anche la giovane età.

Siamo giunti così a quella che è la sorpresa principale fin qui della nostra seria A: la Roma. Chi fino a un mese fa avrebbe scommesso sui giallorossi primi in classifica a punteggio pieno oggi? noi stessi del Freaky Times ammettiamo che non avremmo puntato un euro su questo risultato. Le numerose polemiche che in estate ci sono state contro la società e Osvaldo sembravano deteriorare una situazione già difficile e invece ecco comparire Rudi Garcia e tutto andare per il verso giusto: Totti rigenerato, Gervinho fino all’anno scorso sprecone va a segno e serve assist, Florenzi che dimostra le capacità che molti avevano intravisto in lui ma che faticava ad esprimere e un De Rossi devastante sia in fase difensiva che in fase propositiva come lo conoscevamo qualche anno fa. Un gioco basato su un buon possesso palla, e questa in realtà non è una novità rispetto alle annate Zeman e Luis Enrique, e una precisione realizzativa che si concretizza quasi sempre nei secondi tempi delle partite fanno della “maggica” una formazione fin’ora impeccabile. Una considerazione in più, che sentiamo fare assai poco dai media che se ne occupano, però,

[caption id="attachment_369" align="alignright" width="258"]Luis Enrique, un grande impatto il suo alla Roma Luis Enrique, un grande impatto il suo alla Roma[/caption]

è che i giallorossi sono dipendenti da Totti in maniera imprescindibile: un suo calo di forma o infortunio sarebbe a dir poco devastante sulla squadra. Certo, sostituire un giocatore del genere è pressoché impossibile, ma vista la sua età e i suoi trascorsi è necessario che Garcia cerchi una soluzione a questo Totti-centrismo. La piazza romana è inoltre il probabile nemico numero uno della Roma, da sempre: in momenti favorevoli come questo i giocatori e il tecnico vengono osannati come idoli mentre in caso di risultati peggiori non mancano immediate critiche aspre. Se l’ambiente Roma imparerà a portare acqua al suo mulino niente impedirà alla squadra di raggiungere grandi traguardi.

Insomma anche quest’anno una serie A tutta da scoprire, seguire e vivere. Forse è prematuro parlarne ma dietro le grandi segue caparbio il Verona di Mandorlini, pieno di astri nascenti, per non parlare poi della Lazio, che senza dubbio farà di tutto per recuperare posizioni in classifica oltre che puntare molto sull’Europa League. Il Milan avrà senza dubbio una rimonte importante in stile Allegri. La lotta salvezza comprende squadre che ci anno abituato ad annate molto più tranquille quindi tutto da l’impressione di poter cambiare da una giornata all’altra.