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mercoledì 15 maggio 2013

Quel pomeriggio di un giorno da cani! (8/10)

Per la rubrica cinema continuano le recensioni di commedie dalle singolari sfaccettature, e sicuramente singolare è il film preso oggi in considerazione. Un film formato da un evidente contaminazione di generi che è subito entrato nel cuore del pubblico e che ha lasciato la critica più che soddisfatta. Dog day afternoon (Quel pomeriggio di un giorno da cani) è ormai un cult, diretto dall'eclettico Sidney Lumet, epocale regista statunitense scomparso proprio 2 anni fa giunto all'apice per aver dato vita a lavori come Serpico nel 73, Assassinio sull'oriente express del 74 tratto dall'omonimo romanzo di Agatha Christie, e sopratutto "Quinto potere" del 76, feroce parodia del mondo dei mass-media. Per una volta la trama in cui ci andiamo a tuffare è semplice e lineare visto che l'intera vicenda si svolge nell'arco di sole 14 ore, dall'inizio della rapina alla conclusione.

[caption id="attachment_218" align="alignright" width="140"]John Wojtowicz mentre mediava con la polizia (1972) John Wojtowicz mentre mediava con la polizia (1972)[/caption]

La storia è tratta da un fatto di cronaca realmente accaduto a Brooklyn nel 1972, quando John Wojtowicz decise di rapinare la banca della 450 Avenue, tentativo poi scoperto e sventato, dopo appunto 14 lunghissime ore, dalla polizia di New York i collaborazione con l'FBI.
Importante sapere che il misfatto successe circa una anno dopo la tragedia avvenuta nel carcere di Attica quando la polizia per reprimere una rivolta dei detenuti fece una strage di sangue dalla quale uscirono più di 40 vittime e 200 feriti. Il protagonista, sul quale il film si incentra, sarà abile a sfruttare a suo vantaggio la difficile situazione mediatica che si era venuta a creare attorno alle autorità costituite, viste dai cittadini come violente e repressive.
Il film inizia sottolineando l'inettitudine con la quale un gruppo di delinquentelli rischiano il colpo della vita. Già prima dell'inizio della rapina uno dei tre membri della gang, sfinito dalla pressione, rinuncia al colpo abbandonando garbatamente i due soci che ormai avevano sfoderato i mitra. Nonostante John non sembra fatto per una rapina in banca dato il suo carattere iperattivo che lo fa sembrare un eccitomane riesce a controllare magistralmente la situazione, guadagna la fiducia degli ostaggi e conosce qualsiasi trucco per evitare che siano inviati allarmi alla polizia. L'incasso però è irrisorio, il colpo andava fatto infatti appena dopo l'orario d'apertura e non appena prima della chiusura. Dopodichè comincia una sfilza infinita di telefonate della polizia che vuole trattare con John per arrivare ad una soluzione che non comporti nessun ostaggio ferito. Wojtowicz è sul baratro ma riesce a riprendersi in mano la situazione, uscendo dalla banca e affrontando con le sue richieste il capo di polizia Eugene Moretti, e conquistando con fare da arringatore il favore della folla che ammalia gridando "Attica! Attica! Attica!" e lanciando loro addirittura parte delle banconote rimediate in banca.

[caption id="attachment_219" align="alignleft" width="306"]Monumentale Al Pacino lancia banconote alla folla Monumentale Al Pacino lancia banconote alla folla[/caption]

Continua a giocare sul fatto che la polizia non possa permettersi dell'altro sangue davanti alle telecamere e istiga in continuazione le guardie armate. L'intero corpo di polizia a questo punto, dovendo fronteggiare anche lo scontento della folla, viene addirittura umiliato con richieste ai limiti del sensato. Memorabile la sequenza in cui un addetto porta le pizze a Wojtowicz che le aveva richieste per sfamare gli ostaggi e tra lui e Moretti nasce una discussione su chi dei due dovesse pagare. Si scopre che John è un omosessuale innamorato del compagno Leon e i soldi della rapina sarebbero dovuti servire per l'operazione di cambio di sesso del compagno (interpretato da Chris Sarandon). Leon viene condotto dalla polizia sul luogo della rapina per tentare di mediare ma il suo contributo non si rivela utile anzi il suo supporto convince John ad andare fino in fondo. Anche la madre è mandata da Wojtowicz dalla polizia come tentativo disperato di porre fine al dramma. Le richieste di John si fanno chiare, e sono le stesse anche dopo che l'iniziativa delle operazioni viene presa in mano dall'FBI e dal comandante Sheldon: un elicottero (che diventa poi un bus per problemi tecnici) per arrivare all'aeroporto dove un aereo avrebbe dovuto portarli in Algeria, in cambio sarà liberato un ostaggio ad ogni richiesta esaudita. Prima di uscire Wojtowicz fa scrivere ai dipendenti in ostaggio, con i quali si è ormai creato un rapporto di pacifica convivenza e complicità, il suo testamento nel quale implica che la sua assicurazione sulla vita sia devoluta in parte a Leon per la sua operazione in parte a sua moglie legale, Carmen, e alle sue bambine. La fine del film, rispecchiando la realtà, è tristemente scontata. Il vero Wojtowicz continua comunque ad affermare che i fatti narrati sono reali solo al 30%, non c'è mai stata infatti la telefonata a Leon, e il personaggio di Carmen nel film è puramente di fantasia.
Naturalmente il tema principale si rifa più al genere drammatico o poliziesco ma ciò che rende la pellicola una commedia è la stesura di una sceneggiatura invidiabile (che valse un oscar a Frank Pierson) basata però sulla capacità dei suoi interpreti. Per questo và riconosciuto gran merito a Lumet per aver saputo sfruttare al massimo il suo cast capitanato da un Al Pacino da libri di storia. locUn personaggio ambivalente, tutt'altro che freddo criminale, piuttosto inetto delinquente che grazie però all'intelligenza riesce a tener in scacco un'intero corpo di polizia. Non ci sono davvero parole per descrivere la sua interpretazione che è andata a creare uno dei personaggi più ammirati di questo genere cinematografico. Frenetico, schizzato, tristemente divertente ma anche sensibile, sia con gli ostaggi che con la folla e con il suo amante. Al pacino fa si che per tutta la durata del film aleggi il grottesco caratterizzante nel lavoro di Lumet e a detta dello stesso Wojtowicz, a cui sono andati 7500 $ più l1% dei ricavi del film, il personaggi sono stati perfettamente riprodotti sia da Al Pacino che da Chris Sarandon.
La sceneggiatura è di qualità ma senza perdere la sua semplicità, mettendo continuamente in relazione i tre punti di vista della vicenda (polizia; ostaggi; rapinatori) il film scorre tra azioni e reazioni esilaranti poiché continuamente fuori luogo. La polizia ridicolizzata, gli ostaggi praticamente complici del rapinatore, che con il suo temperamento poteva essere tutto meno che un rapinatore.
Scorrevole, divertente, ricco di suspense perenemmente sospeso tra humor e pathos Dog day afternoon è un film che rimarrà negli annali ed è un film assolutamente da vedere.

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