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lunedì 21 luglio 2014

Arctic Monkeys live in Verona!

L’estate 2014, come ogni estate che si rispetti, è la stagione dei live. Noi del Freaky siamo sempre attenti nel rendervi partecipi degli eventi che coinvolgono le nostre band preferite e così’ come l’anno scorso siamo stati all’Olimpico di Torino per raccontarvi l’attesissimo live dei Muse, quest’anno non abbiamo voluto essere da meno andando a goderci dal vivo niente meno che gli Arctic Monkeys al castello scaligero di Villafranca (Verona) il 16/7/14. Non vi sarà passata inosservata la recente vacanza presa da tutta la imagesredazione dal Blog, e di questo ci scusiamo ovviamente, ma speriamo appunto di rifarci con questo reportage ai vostri occhi cari lettori…e se non dovesse bastarvi sappiate che le pene inflittaci da Martin Morton sono state particolarmente dure in questa occasione. Le solite frustate sono state, infatti, accompagnate da diverse altre forme di tortura che sarebbe fuori luogo spiegare ora.

Già dall’apertura dei cancelli alle 18 e 20 l’attesa per le scimmie artiche è stata altissima nella piccola località del Veronese: nonostante fossero ancora disponibili biglietti alla cassa le code per entrare si sono dimostrate folte da subito. È stato visibile, tra l’altro, anche un notevole dispiego di forze dell’ordine e Finanza all’ingresso, forse addirittura eccessivo considerando che si trattava pur sempre di una band che gode di un pubblico di giovani e giovanissimi del tutto innoceui. Nonostante tutto l’afflusso

all’interno del castello è stato decisamente veloce e questo va riconosciuto agli organizzatori. L’attesa è stata riempita dalla

[caption id="attachment_660" align="alignright" width="150"]i buoni vecchi The Kills i buoni vecchi The Kills[/caption]

performance live dei The Kills, band ibrida made in UK/USA che, come sempre accade alle band di apertura, anche alle migliori, viene acclamata dallo spicchio di pubblico che la conosce e tollerata a fatica da chi non ne sa nulla e aspetta con ansia l’esibizione dei propri beniamini. Ma va detto che questi ragazzi sono forti! Noi stessi, che non li conoscevamo quasi per nulla, abbiamo finito per muoverci al ritmo dei loro sincopato dei  loro tamburi condito dai riff taglienti del chitarrista/cantante Jamie "Hotel" Hince . La voce a tratti melodica e a tratti Grunge della giovane Alison "VV" Mosshart non fa che chiudere questo quadro avvincente. Pezzi come Future starts Slow e Monkey 23 meriterebbero forse di essere molto più che un passatempo prima dell’esibizione di Alex Turner e compagni. Bravi si questi The Kills, ma come riconosce lo stesso cantante:”It’s our job to warm you up!” ovvero “il nostro lavoro è riscaltarvi!”. E così, finita la loro esibizione, tra un’occhiata in giro per vedere se si fosse fatta viva Kate Moss, compagna del leader della Band, e le snervanti canzoni di intermezzo che portano sull’orlo di una crisi si nervi il pubblico capisce che non manca ormai molto. Ed infatti eccoli gli Arctic Monkeys: le note di Do I wanna know, pezzo con cui hanno cominciato tutti i live di questo tour, risuonano all’interno delle mura del castello e la folla si esalta come solo in momenti di effervescenza collettiva del genere può accadere. Finisce il primo atto della serata che il pubblico deve ancora realizzare di essere alla presenza della band che ha ottenuto, tra gli altri record, il punteggio di 10/10 dalla rivista NME per il proprio ultimo album gallery_thumbstudio AM. Ci pensa Alex a stemperare la tensione, e lo fa con un trucchetto vecchio come il mondo dei concerti live: “Buona sera Verona!”: mai niente ha infiammato i pubblici internazionali come il parlare nella lingua locale da parte di un artista anglofono. Il colpo va a buon fine ed ecco arrivare di seguito altri 2 successi che fanno impazzire tutti i presenti:Snap out of it e Arabella. A questo punto c’è solo un tocco che manca per condire ad arte la serata: un classicone della band di Sheffield. Non basta un classico qualunque per svolgere questo compito per gli Arctic Monkeys, si rovinano e si giocano tutto, usando quella che è probabilmente la loro canzone più energica di sempre: Brianstorm. Anche in questa occasione noi spettatori cantiamo all’unisono fino all’ultima parola, da qui in poi e tutto in discesa per la band e tutto sempre più esaltante per il pubblico. Volete il nome di qualche pezzo? Don’t sit down cause I’ve moved your chair, Dancing Shoes seguite da Crying Lightning e My Propeller. I classici di certo non mancano con l’apporto di I bet you look good on the dancefloor, Florescent Adolescent e 505 ma per i vecchi amanti della band rimane un pizzico di amaro in bocca per la mancanza di collonne portanti come When the sun goes down o Teddy Picker. Qui non possiamo che tornare al solito vecchio discorso che salta fuori ad ogni concerto: meglio concentrarsi sull’ultimo album e promuoverlo o fare una 10544941_10204562275485644_940706528_ncarrellata dei migliori pezzi di sempre della band? Le scimmie sembrano decisamente aver puntato sul primo dei due modi di fare live: con 10 pezzi su 20 contenuti nell’ultimo disco anche se non  è la parte numerica di cui si sente la mancanza, ma bensì quella emozionale. La soluzione migliore, più che ne lasciar stare i nuovi pezzi per rispolverare i vecchi, sarebbe stata forse quella di suonarne di più considerata la rapidità del live: alle 23 e 30 si era già tutti fuori dal castello pronti a tornare a casa. Ma gli Arctic Monkeys sono pieni di buone attenuanti  anche per questo: considerando che sono ancora giovanissimi hanno tutta la vita per suonare i pezzi storici e fare revival, meglio vivere nel presente finchè è roseo.

Detto ciò non possiamo che augurarvi di continuare a passare una buona estate cari Freakettoni, pronti a tornare a Settembre più carichi che mai!