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lunedì 20 maggio 2013

Clientelismo e corruzione in parlamento: "le Iene" svelano una realtà ignobile.

Cari amici del Freaky Times, anche oggi purtroppo siamo costretti a parlarvi di problemi legati alla cattiva politica che fa ormai da padrona nel nostro paese. Ci rammarica molto [banner]dover spesso raccontare storie drammatiche di questo genere ma ciò nonostante più continuiamo a farlo più sembra essere una la verità che ne esce: avvicinandosi al parlamento e al senato, le vere e proprie sedi dove si esercita il potere legislativo, il marciume aumenta in modo esponenziale

. Domenica 19 Maggio il programma televisivo “le Iene” ha trasmesso un servizio incredibile:  grazie alle confessioni di un assistente parlamentare in un’intervista, la trasmissione ha raccontato di come, nelle votazioni che spesso sono meno sottolineate o pubblicizzate dai media, i voti dei parlamentari siano pilotati dalle multinazionali secondo i propri interessi. Tramite compensi mensili di migliaia di euro, per i quali i politici finiscono letteralmente sul loro libro paga, le ditte interessate comprano i voti che servono loro per tutelare i propri business. Stando a sentire le dichiarazioni dell’intervistato i campi dove questa pratica ha trovato maggiore fortuna sarebbero quello medico e farmaceutico, quello dei videogiochi e video poker e infine quello del tabacco. Come potete notare si tratta di ambiti in cui la nostra salute, se non considerata, può risentirne in modo più che serio.

La soffiata, per così dire, delle iene, ha inoltre messo subito in chiaro che sia parlamentari del PD che del PDL sono coinvolti in questo vergognoso clientelismo, non lasciando alcuno spazio a strumentalizzazioni di sorta da parte di giornali o trasmissioni tv di parte. Come se non bastasse l’esistenza di certi tipi di traffici sembra essere una pratica di lunga data, presente forse da sempre nel nostro parlamento, e per giunta risaputa.

In mezzo a tutta questo degrado sociale tuttavia un piccolo spiraglio di luce c’è: l’attuale presidente del senato, aula dove tra l’altro sembra essere maggiormente diffusa la compravendita di voti da parte delle multinazionali, ha presentato appena entrato in carica un disegno di legge anti clientelismo e voto si scambio, Piero Grasso, il quale sarà sottoposto a votazione proprio il 21 Maggio. Ciò non può che fare piacere alla cittadinanza inorridita davanti alle Iene di Domenica sera, ma fa sorgere una domanda più che spontanea: possibile che nessuno sapesse di questi schifosi usi dentro e all’infuori del

[caption id="attachment_247" align="alignleft" width="300"]Piero Grasso Piero Grasso[/caption]

palazzo? Piero Grasso, che va comunque elogiato per la proposta di legge, sembra non essere del tutto all’oscuro dei fatti dal momento che propone di prendere provvedimenti: perché infatti chiedere di votare norme anti corruzione se non si è a conoscenza di casi dove essa si verifica ? L’unico commento che il presidente ha voluto rilasciare è stato un appello per chi sa a denunciare chi vende il proprio voto così come chi lo compra. Lo stesso padre delle Iene, Davide Parenti, ha dichiarato di non credere che nessuno fosse al corrente dei vergognosi fatti, argomentando che come sono riusciti gli autori della loro redazione a venirne a conoscenza, così devono esserci riusciti in molti altri.

[caption id="" align="alignright" width="300"]il servizio delle Iene che ha svelato la corruzione diffusa il servizio delle Iene che ha svelato la corruzione diffusa[/caption]

I guai non vengono mai soli si usa dire e nemmeno in questo caso lo fanno: oltre al clientelismo nel servizio si denunciano anche gli stipendi dei così detti “portaborse” dei parlamentari, di quasi 1000 euro al mese, i quali vengono pagati interamente in nero. Il problema è originato dal fatto che a causa della separazione dei 3 poteri fondamentali (legislativo, esecutivo e giudiziario) all’interno del parlamento le leggi si fanno ma la legge esterna, quella a cui noi comuni cittadini dobbiamo obbedire, non può entrare a controllare ciò che vi accade. Non credo affatto che Montesquieu intendesse un sistema politico del genere quando teorizzava la divisione dei poteri: il suo obiettivo era che essi si controllassero a vicenda, non che finissero per tutelarsi l’un l’altro come quando erano nelle mani di un unico despota assoluto. In altre parole il fatto che il parlamento non esercita il potere giudiziario ed esecutivo dovrebbe essere un motivo in più perché dentro di esso gli altri due fossero fatti rispettare ma nella realtà dei fatti si rivela il contrario. In questo modo i parlamentari non presentano una dichiarazione dei redditi come quella di chiunque altro, formano un paese a sé: essi eseguono un’autodichiarazione in cui hanno la massima libertà di giustificare come vogliono le entrate e le uscite dai loro conti correnti.

Ci stupisce veramente, alla luce di questo, che vi siano casi di appropriazione di soldi destinati ai finanziamenti per i partiti da parte dei parlamentari o che questi vengano scoperti in modo tardivo?

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