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martedì 9 aprile 2013

Perché non un mondo senza armi?

In questo sprazzo di riflessioni riguardanti l'attualità si è voluto parlare di armi, il mezzo con cui l'uomo pretende d'essere superiore a un suo simile. Perchè l'arma non è solo un oggetto atto alla difesa o all'offesa della persona ma è molto di più, è una tipologia di violenza forgiata dall'uomo distinta e diversa da quelle di ogni altro animale. Quando ci siamo accorti che la sola forza fisica non ci bastava a dominare chiunque si è attivata la nostra pregiata ragione inventando prolungamenti del corpo, prima semplici e ancora correlati alla forza fisica (come pugnali, lance o spade) poi via via sempre più complessi e sofisticati (pistole, fucili, mitra..). Insomma una continua ricerca dell'arma migliore, quella più efficace per dimostrare la propria superiorità, il proprio dominio. L'uomo, creatura subdola, manipola poi questa superiorità acquisita grazie all'arma e la trasforma in violenza, in terrore e molto spesso in reato. Vignetta E' evidente, è persino logico, che chi ha una pistola in mano è più forte di chi ha un coltello tra le dita o che "un uomo con la pistola che incontra un uomo con un fucile è un uomo morto" citando Sergio Leone. Ci si arriva a chiedere quindi se un domani si potrà vivere in un mondo senza armi. Se tutti siamo d'accordo che le armi e la violenza da esse portate siano una patologia da guarire perchè continuano a esistere? Perchè sono necessarie, e tutto ciò di cui l'uomo necessita se lo crea, ogni suo capriccio può essere accontentato grazie al suo intelletto. Quando gli venne lo sfizio di andare sulla luna si costruirono le astronavi. Allo stesso modo il primo uomo ritagliò la pietra e ne fece una lancia per togliersi lo sfizio di vedere un uomo che muore.
Le armi servono e serviranno sempre per le guerre, per il mantenimento dell'ordine, per l'autorità della legge...ma quando i danni da esse provocati hanno colpito la gente comune, quei cittadini che erravano nel benessere della modernità, quelli lontani da guerre, fame o disordini pubblici, ci si è accorti di quanto le armi siano cattive. Dopo che nascono i prepotenti, gli approfittatori, i ladri, gli assassini si pensa a come rimediare. Allora ecco arrivare le leggi; se vuoi un'arma dobbiamo prima sapere tutto di te e porre comunque un serio freno alle tue deviate fantasie. In Italia per aquistare un'arma bisogna procurarsi un documento nulla osta, rilasciabile dalla questura di circoscrizione, e dopo aver denunciato l'aquisto dell'arma la si può conservare solo e soltanto nella propria abitazione. Si può possedere fino a un massimo di tre pistole comuni da sparo, sei sportive e 8 artistiche o da collezione. Per il trasporto poi di suddette armi è necessario il porto d'armi anch'esso rilasciabile dopo gli accertamenti della questura a qualsiasi cittadino. Moltissimi ultimamente, data la singolare ondata di violenza che si è abbattutta sulla società durante questa crisi, si lamentano della superficialità prima delle leggi e poi delle questure e della facilità con la quale chiunque, con un pò di pazienza, può possedere un arma, compresi i potenziali psicopatici che stanno leggendo. A me viene da dire che se il mio vicino ha una pistola allora la voglio anch'io, giusto per non rischiare di rimanere fregato, ed è così che parte quel circolo vizioso che ha reso le armi tanto necessarie. Io credo che la società non sia arrivata ad un livello di maturità morale tale da rendere le armi superabili. Credo anche che le leggi siano superficiali si, ma che attraverso questa superficialità che crea tantissimo dolore inutile, le persone conosceranno il male che può fare un'arma. Difficile poi predirre se questo (la realtà violenta e malata in cui siamo immersi e che le persone stanno imparando a conoscere) porterà a sensibilizzare le loro coscienze o ad accrescere quel circolo vizioso che vede le armi trionfatrici. Quando tutti preferiranno essere sparati che sparare allora si che le armi non solo non saranno più un problema ma non saranno neanche più necessarie. Quindi francamente la vedo dura poichè forse anche il papa preferirebbe sparare.
Con diverso tatto stanno affrontando il discorso negli stati uniti e trovo giusto citare la campagna anti-armi che ha voluto intraprendere Obama rendendola un punto cardine del suo secondo mandato. Le coscienze sono state scosse da un dramma che ha del surreale; lo scorso Dicembre si è consumata la tragedia di Newtown, cittadina dl basso Connecticut descritta da un genitore del luogo come il posto più ridente d'America. Un ragazzo, psichicamente instabile a detta del fratello maggiore, ha fatto irruzione nella scuola elementare di Sandy Hook sterminando un'intera classe di bambini tra i cinque e i dieci anni e chiunque si mettesse sulla sua strada compresi preside e psicologo della scuola. Dopo 27 omicidi si è tolto la vita, in nome di cosa lo sa solo lui. Un evento sconvolgente per la sua assurdità; e ancor più assurdo è pensare che episodi del genere accadono periodicamente nel tempo. L'America scossa ha cominciato a immaginarsi senza armi, a capire che tanto dolore non era necessario.

[caption id="attachment_108" align="alignright" width="150"]Sollecitazione di un giovane cittadino Sollecitazione di un giovane cittadino[/caption]

Durissimo il presidente Obama a sfidare apertamente la potente lobby delle ari americana, la NRA, che riscuote consensi tra i repubblicani ma anche da una cospicua fetta di democratici. Obama ricorda che certe cose non le vediamo oggi per la prima volta, che la violenza delle armi ha raggiunto il limite e che, prima di parlare da presidente, parla da genitore incredulo. Incredulo che a bambini di 5 anni con infinite prospettive di vita davanti, venga tolta qualsiasi scelta. Diritti alla vita strappati troppe volte insensatamente.

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