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lunedì 29 aprile 2013

Le strane coincidenze della vita (6/10)

Per il ritorno in rete di "The freaky times" e della rubrica cinema, si è pensato di continuare a recensire scanzonate commedie abbandonando però i favolosi '90 per andare a spolverare uno di quei tanti film umiliati dalla critica e per questo snobbato dai Blockbuster e dalle tv. "I Heart Huckabees - Le strane coincidenze della vita" è un pretenzioso ma spensierato film del 2004, ed il suo produttore, sceneggiatore e regista è David O. Russel, direttore scrupoloso giunto proprio l'anno scorso alla sua consacrazione da commediografo grazie al suo lavoro, trionfatore agli oscar 2013, "Silver Lininigs PlayBook - Il lato positivo", senza dimenticare quello che è ritenuto il suo capolavoro; "The Fighter". Regista ambizioso, giunto con questa del 2004 alla sua terza pellicola, il terzo semi-fallimento se guardiamo numeri e giudizi di pubblico e critica. Personaggio anche facinoroso David O. Russel, si racconta infatti che sul set, per probabili divergenze artistiche, sia arrivato a scazzottare con Geroge Clooney e, in I heart Huckabees, anche con Dustin Hoffman.

[caption id="attachment_161" align="alignleft" width="150"]Il facinoroso David O. Russel sta per prendere a sberle Hoffman sul set Il facinoroso David O. Russel sta per prendere a sberle Hoffman sul set[/caption]

Ma non ci interessano i suoi strani e sicuramente anticonvenzionali metodi di motivazione, comunque utili, anzi necessari, per guidare un cast di stelle di serie a che sono il vero motivo, forse l'unico, del fascino del film. Un film dedicato ai pochi (fortunatamente pochissimi) fan della filosofia, anche se la filosofia, l'etica, la spiritualità che nel film assumono ruoli fondamentali nella vita delle persone, non vengono mai studiate e approfondite, ci lanciano di continuo enunciazioni vaghe, generiche e spiegazioni tanto semplici quanto confusionarie, facendo si che la complicatezza della materia sia annullata, dando alla commedia solo un'illusoria impronta impegnata e intellettuale.
Albert Markovski (Jason Scwartzman) è il faro guida di una piccola associazione ambientalista, l'"Open Space", che in questo momento si sta ipegnando per salvare una foresta e una palude adiacenti dalla costruzione di un grande centro commerciale, l'Huckabees appunto. Albert si convince che la sua vita è monotona deprimente e incompleta, ha l'animo dell'artista (scrive poesie come mezzo di salvaguardia dell'ambiente) ma vuole fare chiarezza su quale sia la verità ultima che spiega il senso dell'esistenza di noi uomini. Quasi per caso trova il biglietto di una coppia di "detective esistenziali" e li raggiunge per farsi spiegare una presunta coincidenza, cioè il fatto di aver rivisto tre volte in tre zone diverse la stessa persona di colore. Ben presto i detective si rivelano essere molto espansivi, indelicati e praticamente fuori dal mondo con metodi singolari sia di investigazione che di cura esistenziale. Entrano appieno nella vita di Albert, stravolgendo le sue certezze, sgretolando i suoi valori, come dicono loro danno vita ad un doloroso processo di "destrutturazione", inevitabile per raggiungere la verità. Bernard (Dustin Hoffmann) e Vivian (Lily Tomlin) sono sostanzialmente dei funzionalisti secondo i quali ogni cosa è diversa ma collegata, esiste una prepetua relazione tra ciò che è accaduto e ciò che accade, relazione incessante e inevitabile. Destrutturare è la parola d'ordine per non affogare nelle pene che queste relazioni comportano; distaccarsi, allontanarsi, pensare a sè soltanto più che a tutto ciò che ci circonda. Albert conosce Tommy (Mark Wahlberg), altro paziente in fase di destrutturazione e suo "alter-ego", e insieme vivono questa fase perdendo praticamente tutto di quello che fino ad allora aveva permesso alla loro vita di essere se non proprio felice quantomeno sopportabile. Tommy perde le sue certezze etiche, la moglie e la figlia lo abbandonano mentre Albert perde la guida dell'associazione Open-Spaces, sua unica ragione di vita, a discapito di Brad (Jude Law), avvocato per la Huckabees, che, cercando di mediare tra il centro commerciale e l'associazione, con il suo carisma, il suo charme, il suo fascino e le sue idee efficaci (al posto di usare poesie ha organizzato un concerto di beneficenza con Shania Twain, cantante canadese) conquista tutto e tutti, diventando però arcinemico di Albert. locQuando anche lui, quasi per scherzo, si rivolge ai detective, la sua ascesa termina, e comincia il periodo in cui neppure lui riesce a convivere con tutti quei difetti nella propria persona che i detective hanno scoperto. Le sue finzioni, il suo estremo bisogno di piacere agli altri lo rendono una persona subdola ma vulnerabile, superficiale, calcolatore, antipatico ecc...la stessa cosa succede alla sua fidanzata Dawn (Naomi Watts), ingenua protagonista degli spot Huckabees, che nella fase di destrutturazione abbandona il suo look da modella e si veste con cuffia da pescatore e salopette. Ma mentre Brad riesce a sorpassare la fase, cercando di non sottostare alle sue debolezze, Dawn decide di essere sè stessa ora e per sempre, rinunciando alla carriera e di conseguenza al suo superficiale fidanzato.
La svolta nella vita di Albert arriva quando decide di smettere di servirsi dei detective anche se loro affermano insistenti che un caso non è chiuso se non è risolto. Tommy fa conoscere ad Albert Catherin Vauban, filosofa francese ex allieva di Bernard e Vivian, con una visione del mondo completamente diversa, niente è collegato ma anzi la realtà è dominata da caos, dolore, mancanza di senso. Lei le spiega che non c'è un modo per superare questa condizione ma "la purezza dell'essere" (colpirsi in faccia con un palloncino di gomma restando assuefatti dalla sensazione di stordimento e spenseratezza che il dolore provoca) può aiutare ad affrontarla. Ovviamente Catherine dimostra come l'uomo sia però anche figlio delle sue passioni, catechizza di non reprimere certe passioni e poi seduce Albert. Catherine risolve anche il districato mistero della coincidenza: cosi come quel ragazzo di colore, che si scopre essere un orfano africano adottato da una coppia di bigotti, Albert è orfano dei propri genitori, con i quali ha sempre avuto un rapporto complicato che lo ha portato anon mostrare loro mai alcun sentimento, vergognandosi dei propri dolori. Il ragazzo africano, orfano per i problemi sociali, e Albert, orfano per l'indifferenza. Infine un illuminazione di Albert fa luce sul misterioso passato che avvolgeva sia la coppia Jaffe (funzionalsti estremi) che Catherine Vauban (nichilista estrema) ma meglio tenerlo, almeno qui, misterioso.
Come detto ne la trama ne la sceneggiatura, ricca di dialoghi lunghi e fintamente complessi, spesso dispersiva ed errante, bastano per rendere il film degno di essere visto. Ma un cast di fenomeni a volte basta per un salto di qualità netto ed evidente.

[caption id="attachment_163" align="alignleft" width="192"]I 2 detective esistenziali a lavoro I 2 detective esistenziali a lavoro[/caption]

Su tutti i due "vecchi": un solitamente eccezionale Dustin Hoffman, che non ha certo bisogno di presentazioni, nel film meticoloso terapeuta, stravagante con un non so chè di folle, e Lily Tomlin, nei panni della compagna che forma una coppia perfetta, affezionata e dedita al lavoro. Grazie a loro il film riesce ad aquisire quel tono grottesco obiettivo sin dall'inizio del regista Russel. Poi Mark Wahlberg rende la pellicola, nei momenti in cui compare, comica oltre che grottesca, grazie al suo personaggio ambivalente; intellettuale, colto, sempre aperto alla discussione e al dialogo, ma che inspiegabilmente snobba e malmena le persone che ritiene inferiori a lui. Bravi anche Naomi Watts e Jude Law che è riuscito a non sfigurare nel confronto con Hoffman e Wahlberg nonostante il personaggio cucitogli addosso non sembra esser fatto per lui. Chi ancora una volta non regge il confronto è Jason Schwarzman, anonimo come gli era capitato già in altri lavori, ad es. Spun con Mickey Rourke, particolarissimo focus sul mondo della metaanfetamina. Riesce ad essere adeguatamente triste e depresso ma diversamente dagli altri non assorbe il grottesco diventando in alcuni momenti più che divertente patetico. Però è simpatico.

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