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lunedì 22 aprile 2013

L'Ombra del Vento

[caption id="" align="alignleft" width="150"]La copertina del romanzo La copertina del romanzo[/caption]

A Barcellona una mattina d’estate del 1945 il proprietario di una piccola libreria come tante, il signor Sempere, conduce il figlio undicenne Daniel al “Cimitero dei libri dimenticati”, un luogo segreto dove vengono sottratti all’oblio migliaia di volumi di cui il tempo ha cancellato il ricordo. Qui Daniel entra in possesso di un libro “maledetto” (l’Ombra del vento appunto) che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un mondo di misteri e intrighi legato alla figura di Julian Carax, l’autore di quel volume. Lo scrittore, di cui si sono perse le tracce da anni e di cui tutti danno per scontata la morte, affascina chiunque legga i suoi libri così come chiunque lo abbia conosciuto nonostante un alone di mistero si celi sul suo passato. Daniel ne rimane folgorato e mentre proprio dagli anni che furono iniziano ad emergere storie di passioni illecite, di amori impossibili, di amicizie e lealtà assolute, di follia omicida e un macabro segreto custodito in una villa abbandonata, il ragazzo scopre innumerevoli parallelismi tra la vita di Carax e la sua. Nel finale la trama non lascia spazio a pause dalla lettura del romanzo: i colpi di scena che si susseguono uno dopo l’altro tengono il lettore attaccato fino all’ultima pagina. In tutto questo l’autore Carlos Ruiz Zafon è più che un maestro.

L’ombra del vento è uscito in Spagna nel 2001 in sordina ma nel corso degli anni, soprattutto grazie al passa parola dei lettori  che lo hanno amato da subito è diventato un successo editoriale di livello mondiale. A sette anni dalla sua uscita basti dire che i milioni di copie vendute erano ben 8, mentre le lingue in cui è stato tradotto raggiungono quota 40.

Il segreto di questo romanzo, ma anche dell’intera produzione di Zafon, sta in diverse sfaccettature della sua scrittura: le ambientazioni sono descritte fin nei particolari più minuziosi, oltre al fatto che le strade di Barcellona a cui si fa riferimento sono tutte indicate per nomi. La città catalana martoriata dalla guerra civile appena terminata, ma che ancora ne subisce i fantasmi, entra dentro al lettore in modo assoluto grazie alle storie di gente come probabilmente se ne poteva, e forse si può ancora, incontrare per la strada tutti i giorni: gente non particolarmente ricca, famosa, appariscente o dotata di chissà quale talento,  ma che ha migliaia di storie di ogni tipo da raccontare (forse il comune denominatore di tutte le guerre).  La psicologia dei personaggi, curata in modo maniacale,  li fa entrare immediatamente nella nostra mente come vecchi conoscenti o amici di una vita da tanto è ben curata. Daniel, il protagonista narratore, inoltre è un personaggio in cui è impossibile non ritrovarsi caratterialmente ma anche per il percorso di vita che compie (raccontato per gran parte nel libro) e se a questo aggiungiamo il fatto che è lui stesso il narratore, beh come non apprezzare questo romanzo?

Povera gente, soprusi di una dittatura militarista che si è imposta reprimendo la popolazione indifesa e che spesso non comprende fino in fondo gli ideali in gioco, un bambino e poi ragazzo che in mezzo a questo bizzarro ma in fondo  normalissimo mondo cresce tra i libri e esperienze quotidiane ricchissime: c’è chi (rivoluzione a parte) vede dei chiari riferimenti a Charls Dickens nel mondo di Zafon. Lo stesso autore ammette senza problemi di averlo letto e di averne tratto grande ispirazione, ma se nei romanzi dell’inglese troviamo raccontata la vita della povera gente che si rapporta con difficoltà all’inghilterra industriale del diciannovesimo secolo, nell’ Ombra del vento abbiamo il racconto di una miseria senza tempo come si è vissuta un po’ ovunque dopo una guerra e sarà forse per questo che non è passato inosservato ovunque lo si è stampato.

[caption id="" align="alignleft" width="150"]Zafon divora una penna Zafon divora una penna[/caption]

Oltre allo spaccato della Spagna della seconda metà del 900 e alla vita dei nostri personaggi abbiamo una trama degna del massimo rispetto sia per i già citati colpi di scena, sia perché rappresenta, nel suo seguire Daniel durante la sua crescita, un esempio di romanzo di formazione come non lo si vedeva davvero da anni. Il velo di mistero che Zafon crea sullo scrittore maledetto Julian Carax, il quale si scoprirà essere un artista in vero e proprio stile bohemien, e ovviamente il sottile filo che il giovane Daniel cercherà di seguire per farvi luce sono il valore aggiunto a quello straordinario caso letterario che è L’Ombra del vento.

Zafon ha inizialmente scritto questo romanzo come una storia a sé, ma ha in seguito ampliato la sua vicenda attraverso “Il gioco dell’angelo” del 2008, anch’esso con una trama completa al suo interno che poi viene collegata all’Ombra del vento tramite il terzo capitolo di quella che ormai è diventata una saga: “Il prigioniero del cielo” (2011). L’autore ha annunciato, come si era comunque già intuito leggendo questi romanzi, che sta lavorando al quarto e ultimo tassello della serie: perché non cogliere l’occasione di entrare nel mondo del cimitero dei libri perduti e della libreria “Sempere e figli”?

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