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lunedì 8 aprile 2013

Upside Down (6/10)

Si torna al cinema qui al Freaky Times! Proprio negli ultimi giorni in cui lo stanno proiettando nelle sale italiane eccoci qui a parlare di “Upside Down”:un film firmato dall’argentino Juan Solanas alla sua quarta fatica cinematografica. Forse qualcuno di voi si chiederà o lamenterà del fatto che arriviamo a recensirlo così tardi rispetto alla sua uscita (28 febbraio 2013) e qui la nostra risposta arriva pronta quanto stizzita: il magnifico Martin Morton ci paga stipendi troppo miseri per permetterci di andare al cinema a piacimento, tanto meno ora che andarci è diventato un passatempo da veri e propri nababbi. Salutandovi cordialmente ( poiché sono convinto che dopo questa denuncia pubblica delle nostre paghe da fame Mr.Morton non mi lascerà vivere oltre) mi accingo a raccontare il sudato film.

Due pianeti di un indefinito Universo simili alla Terra. Uno in posizione opposta all'altro tanto da fargli sostituto della volta stellata. Ognuno con la propria forza di gravità e con un'enorme colonna/grattacielo (opera della Transworld, società impegnata nello sfruttare le risorse del pianeta che sta sotto) che li collega. Nessun abitante dei due mondi può incontrare direttamente chi vive nell'altro e ogni oggetto che proviene da uno dei due mondi, dopo una brevissima presenza nell'altro, inizia a essere sottoposto a un processo di combustione, finendo per bruciare. Il giovane Adam, che vive nel disastrato pianeta di sotto, un giorno si reca in un luogo proibito situato in alta montagna, là incontra (ovviamente a testa in giù) la coetanea Eden. Il passo dall'amicizia all'amore proibito è breve. Finché un giorno i due, che nel frattempo sono riusciti ad ingegnarsi per incontrarsi sullo stesso mondo tramite dei contrappesi,  vengono scoperti e nella concitazione, Eden cade battendo la testa. Adam, dopo che le autorità li hanno separati con la forza, si convince che sia morta e cade nella disperazione. La vita nel mondo di sotto, a cui il giovane appartiene, è assai dura poiché si trova in una situazione di totale povertà e sfruttamento da parte del mondo di sopra, nel quale invece le cose vanno molto meglio. Attraverso una particolare ricerca fatta su un miele prodotto da api che vivono tra i 2 mondi Adam riuscirà a farsi assumere nell’azienda responsabile di tutta l’economia e situata nella torre che collega i pianeti. Questo incarico metterà il ragazzo in contatto con persone del mondo di sopra tra cui la stessa Eden, la quale però ha dimenticato tutta la loro storia d’amore in seguito alla botta in testa subita anni prima. Nel corso della storia Adam fa di tutto per far tornare alla mente dell’amata la loro infanzia insieme: compreso recarsi nel mondo a lui proibito con conseguenze tragicomiche.
Visto in questi semplici termini riassuntivi il film stupisce per la trama estremamente particolare e fantasiosa, certo, per quanto riguarda la stranezza dell’universo a pianeti “gemelli” in cui i protagonisti vivono, peraltro sottoposto a tutte queste leggi fisiche bizzarre e ostili ai contatti tra i due. Se ci riflettiamo un attimo però il filo conduttore della storia ricorda la tipica vicenda di amore proibito tra giovani innamorati, che già quel vecchio bardo di Shakespeare aveva raccontato secoli prima. La grandezza di Juan Solanas, qui regista e sceneggiatore, sta tuttavia nel proporre la trama in termini fiabeschi e surreali, anche con l’aiuto delle atmosfere tra i film di Tim Burton e il telefilm (purtroppo sconosciuto ai più) “Pushing Daisies” (tradotto in italia col nome “il fabbrica torte”). In questo senso è chiaro fin da subito che la produzione della pellicola non è made in Hollywood ma bensì franco-canadese: le atmosfere del mondo di sotto ricordano paesaggi tipici di altri film transalpini quali per esempio “Perfume: The Story of a Murderer” del 2006 (in Italia “Profumo: storia di un assassino”) anch’esso francese in parte. I protagonisti inoltre risultano interpretati in modo perfettamente centrato da Kirsten Dunst e Jim Sturgess.

Nonostante non sia nostra intenzione rivelare il finale del film, rovinandone dunque la visione, è bene che vi si metta in guardia da alcune caratteristiche che lasciano per lo meno perplessi: alla fine della pellicola ci si trova infatti con diversi interrogativi irrisolti. La vicenda si chiude perfettamente nel suo senso generale ma l’amaro in bocca resta principalmente per ciò che si da per scontato avvenga verso la fine della proiezione ma che in effetti non ci viene mostrato. Abbiamo negli ultimi 10 minuti del film un salto, un buco di trama che ci porta direttamente dal problema di fondo dell’intero filo narrativo e dalla massima tensione a un’istantanea svolta che risolve la vicenda come per magia. Nell’ultima scena in particolare si lasciano intravedere sviluppi del tutto inattesi per la storia nella prospettiva futura. Considerando la complessità della trama e delle regole fisiche e morali a cui lo spettatore dev’essere introdotto nell’entrare nell’universo dei mondi di sopra e di sotto non è strano comunque che il regista abbia optato per dei tagli al fine di non rendere la pellicola troppo lunga e noiosa. Il risultato è che la trama in genere e le atmosfere rimangono di primo livello, anche se la prima poteva forse essere sviluppata in modo più completo.

Romeo e Giulietta, atmosfere fiabesche e perché no persino un pizzico di distopia rendono Upside Down un ottimo intrattenimento prima di tutto (come è giusto che sia) e in secondo luogo sicuramente  degno della vostra visione!

[caption id="attachment_99" align="alignleft" width="150"]La locandina del film La locandina del film[/caption]

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