Post più popolari

mercoledì 10 aprile 2013

Una fortuna pericolosa

Per il secondo appuntamento della nostra cara rubrica letteraria torniamo ancora una volta in Inghilterra per rendere omaggio a un maestro riconosciuto del romanzo moderno (per come esso ha stabilizzato la sua struttura nella seconda metà del 900): sto parlando di Ken Follett e del suo “Una fortuna pericolosa” del 1993.

[caption id="" align="alignnone" width="150"] La copertina del romanzo[/caption]

Ci troviamo appunto nell’Inghilterra vittoriana a seguire le vicende di una famiglia tra le più abbienti dell’intero regno: i Pilaster, e dei loro numerosi amici e conoscienti. I due cugini Hugh ed Edward Pilaster, mentre svolgono il college presso una struttura di assoluto prestigio si trovano coinvolti nella morte di un altro studente, da questo momento le loro vite sono destinate a cambiare completamente. Edward sembra essere il colpevole mentre il cugino ha assistito parzialmente all’omicidio del ragazzo; grazie alla testimonianza (che appare immediatamente falsa) da parte del suo migliore amico il rampollo dei ricchi banchieri è salvo dal tragico futuro che sembrava profilarglisi. Come se questo semplice fatto non fosse sufficiente, a mettere l’uno contro l’altro i 2 rami della famiglia Pilaster (appunto quelli dei due cugini) ci si mettono anche le vicissitudini dei loro padri, i quali pur essendo fratelli non sono in buoni rapporti da diverso tempo in quanto quello di Hugh ha lasciato la banca di famiglia per aprire un’azienda in proprio. A causa della difficile crisi economica gli affari non gli vanno affatto bene e arriva a suicidarsi, abbandonando inevitabilmente il figlio a una vita assai difficile tra la carriera nella banca di famiglia in cui è ostacolato perché intraprendente e sveglio (al contrario di suo cugino che passa le giornate tra sbronze e bordelli) e la convivenza con gli zii e Edward, che non perdono mai occasione per ricordargli la sua estraneità. Miguel Miranda, il ragazzo che testimoniando il falso ha salvato la vita a il rampollo dei Pilaster, gode di enorme riconoscenza da parte della famiglia e in modo particolare dalla madre del suo amico, per cui prova un misto tra attrazione e paura, e grazie a questa riuscirà per diversi anni a sopravvivere come parassita (pur essendo discretamente ricco di famiglia) della ricchezza dei banchieri. La signora Pilaster, oltre a una simpatia evidente per Miguel ha illimitate aspirazioni di potere per il marito e quindi indirettamente per lei e di conseguenza  per tutto il corso della vicenda cercherà di muovere nelle sue mani eventi e personaggi come marionette tra omicidi e lobbismo. I soldi dei Pilaster però non dureranno per sempre sotto le spese inoculate di Edward e dell’amico senza scrupoli, così come il mistero riguardo l’omicidio del loro compagno di college è destinato a tornare a galla…

Non violeremo il sacro comandamento di Martin Morton che ci vieta di rivelarvi il finale di film e libri, non vi preoccupate!

Oltre alla trama di questo thriller magistrale (tanto da essere considerato il capolavoro di Ken Follett insieme a “I pilastri della terra”) non vi basta allora vi dico che presenta uno spaccato della realtà dell’Inghilterra vittoriana che semplici libri di storia non ci hanno mai saputo dare: quella fatta di perbenismo e puritanesimo alla luce del sole ma che non appena questo cala mostra i peggiori lati dell’animo umano quali bordelli, bische clandestine, loschi affari con paesi dove vige ancora la schiavitù e quanto di spregevole si può pensare. Il racconto, che segue quasi durante tutta la sua vita il protagonista Hugh, racconta la sua storia d’amore con una ragazza di umili origini, con la quale dovrà rinunciare a sposarsi per l’impedimento della zia, ma con cui continuerà i rapporti. E certo, ovviamente racconta anche  il funzionamento di una banca d’affari di fine 800 a cui immagino tutti voi lettori freaky siete interessati.

Nel complesso il romanzo è molto coinvolgente, uno di quei thriller da cui non ci si vorrebbe mai staccare e che nel momento il cui non lo si sta leggendo ci tiene comunque con lui con la mente grazie alla sapiente struttura con cui  ha saputo condirlo Follett oltre che la semplicità del suo stile che rende così nitide le scene per il lettore.  Un riassunto o una semplice recensione non sono forse in grado di riassumere la grandezza di questo romanzo, fatto di tantissimi personaggi e chiaramente di altrettante vicende che portano Hugh a trasferirsi per un anno negli emergenti Stati Uniti per esempio e in seguito Miguel a tenere i difficili rapporti con il padre, che teme e disprezza per la sua autorità e il suo continuo ricorrere alla violenza per accrescere il proprio potere in sud America.

Leggere “Una fortuna pericolosa” può essere un ottima porta di entrata nel mondo di Ken Follett e dei suoi tantissimi romanzi colmi di tensione ma anche di storie umane certo, può essere una conferma dell’abilità di questo romanziere per chi ha già avuto modo di leggerlo, può essere un’occasione per appassionarsi al genere attraverso uno dei suoi maggiori esponenti, può essere un’ottima lettura, un’enorme perdita di tempo…no ecco questa magari no.

“Quanto più, col passare del tempo, talune esigenze di divertimento e di istruzione di massa potranno essere soddisfatte mediante altre invenzioni, tanto più il libro riacquisterà dignità e autorità”.

Hermann HesseScritti letterari I, 1972 (postumo)

[caption id="" align="alignnone" width="150"] Ken Follett in un momento freaky[/caption]

 

 

 

 

 

Nessun commento:

Posta un commento