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martedì 18 novembre 2014

La Partita della Morte

In molti di voi avranno visto, o almeno sentito parlare, del film “Fuga per la vittoria”, nel quale una squadra formata da una selezione di giocatori Alleati, internati in campi di lavoro durante la Seconda Guerra Mondiale, sfida una squadra sportiva di una base tedesca, dove alla fine della partita i giocatori Alleati riescono a fuggire e a conquistare la libertà. Il film è ispirato a un fatto realmente accaduto: la partita della morte. Nel 1942, mentre è in pieno svolgimento la Seconda Guerra Mondiale, dei tedeschi scoprono che tra gli internati in un campo di concentramento in Ucraina, a quell’epoca sotto occupazione tedesca, vi sono dei calciatori e, per dimostrare la superiorità della razza ariana, decidono di sfidarli. La squadra dei prigionieri ucraini, chiamata Start, era composta da: Mykola Trusevič, squadra startMychajlo Svyrydovs’kyj, Mykola Korotkych, Oleksij Klymenko, Fedir Tjutčev, Mychajlo Putystin, Ivan Kuz’menko, Makar Hončarenko, Volodymyr Balakin, Vasyl’ Sucharjev, Mychajlo Mel’nyk, Pavlo Komarov, Jurij Černeha e Petro Sotnyk, nomi che non dicono molto ma tutti giocatori professionisti che militavano nella Lokomotiv e nella Dinamo Kiev, mentre la squadra tedesca, il Flakelf, era composta da ufficiali tedeschi della Luftwaffe. Insomma, non c’era storia, lo Start era nettamente più forte e i tedeschi lo sapevano. Le squadre si sfidarono la prima volta nel luglio del 1942, quando lo Start si impose con un netto 5 a 1. I giocatori sapevano che avrebbero dovuto perdere quella partita ma entrati in campo vennero accolti da un gran numero di tifosi ucraini e decisero di giocare e vincere per il proprio popolo. Per rifarsi da questa umiliazione i tedeschi organizzarono un’altra partita il 9 agosto 1942, quella che passò alla storia come la partita della morte. giornaleInfatti il 9 agosto 1942 allo stadio Zenith di Kiev, pieno di ufficiali e poliziotti tedeschi, va in scena la rivincita. I giocatori ucraini sanno bene che devono perdere questa partita, come lo sapevano la prima volta. Però questa volta i tedeschi del Flakelf vanno in vantaggio e sembra che tutto vada come organizzato, ma lo Start non ci sta e decide di cominciare a giocare chiudendo il primo tempo in vantaggio 3 a 1. Durante l’intervallo un ufficiale tedesco va nello spogliatoio ucraino per convincerli a perdere e a non far sfigurare per la seconda volta in un mese la razza ariana, e sembra che le parole dell’ufficiale tedesco abbiano effetto: pronti via e i tedeschi pareggiano i conti sul 3 a 3, sembra andare tutto bene. Sembra. Invece l’orgoglio dei giocatori dello Start ha il sopravvento e gli ucraini tornano in vantaggio per 5 a 3. Ma l’umiliazione più grande per i tedeschi è il sesto gol, quello non segnato: Klymenko saltò tutta la squadra avversaria, portiere compreso, e una volta arrivato sulla riga di porta calcia il pallone verso il centro del campo. I giocatori dello Start sapevano già di aver siglato la propria condanna a morte ancora prima che la partita finisse e infatti di quella squadra, da li a un mese furono tutti uccisi, sopravvissero solo in due: Mychajlo Svyrydovs'kyj e Makar Hončarenko,proprio colui che con la sua doppietta monumento makaraveva portato lo Start sul 3-1. Oggi in suo onore la Dinamo Kiev ha eretto un busto con la dedica: “A uno che se lo merita”. Gli altri, eroi della patria, hanno un monumento e sono entrati nella leggenda monumento squadracome i giocatori della partita della morte. Questa è la storia di 11 eroi che nel loro piccolo si ribellarono e sconfissero il Reich.

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