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martedì 18 novembre 2014

Isolamento tecnologico: ma ci siamo mai parlati?

Da quando ero una bimba che girava la città per mano della mamma ho sempre passato molto tempo con la testa in su, a guardare le persone, quello che facevano, come si vestivano, come parlavano, chi volevo diventare. Parlavo poco e guardavo tutto. Oggi le cose bimbonon sono cambiate (a parte per il fatto che parlo tanto e forse troppo) ma continuo a osservare chi mi sta intorno.


Pochi giorni fa ero al solito binario 3 ad aspettare il treno e, fino quando la voce non ha annunciato che il treno era in arrivo, avevo il mio Smartphone in mano. Una volta sentito l'annuncio, benché sapessi benissimo che il treno sarebbe arrivato almeno 5 minuti dopo, ho riposto accuratamente il telefono nella tasca interna della borsa. Velocemente mi sono assicurata di chiudere la cerniera esterna della borsa per evitare il mio incubo peggiore: che il telefono cada nello spazio tra il marciapiede del binario e la scaletta del treno. Ora sono tranquilla, alzo lo sguardo verso sinistra per vedere se arriva il treno e vedo tutta la gente intorno a me. Loro non telefonohanno paranoie su dove possa cadere il loro iPhone, ce l'hanno ancora in mano alcuni, altri no (forse non sono sola nelle mie angosce!). La mia attenzione cade su un ragazzo che come me non sta facendo nulla, guarda in là per vedere se arriva il treno. E in quel momento mi chiedo: ma sarebbe normale avvicinarsi a qualcuno per dirgli "ehi, anche tu qui, eh?" o qualcosa del genere per attaccare bottone. Siamo sinceri, ci guarderebbe malissimo e penserebbe che siamo dei pazzi!


E non è una questione tecnologica il fatto che non ci parliamo: è questione di riservatezza. Ne oggi ne mai nessuno si è mai avvicinato così a uno sconosciuto, maniaci a parte! Non c'erano i telefoni spaziali di oggi ma ci si isolava tranquillamente con un libro, un giornale, non guardano in faccia nessuno..


Che poi, si chiamano Smart-phone proprio perché sono intelligenti, mille applicazioni, non solo Facebook!


Nei "tempi morti" come in stazione e in treno, per staccare dallo stress dell'uni o del lavoro, si legge, si scrive a qualcuno, ci si informa vecchiotramite i giornali online.. Si fanno tantissime cose!


 Lasciateci guardare i nostri smartphone come voi guardavate le vostre punte dei piedi, amen.


 

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