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sabato 30 marzo 2013

Non c'è niente da ridere!

ironiaIl tema per questo “Freaky day” (il nome che qui alla redazione diamo al venerdì) è l’ironia, qualcosa che ci tocca un po’ tutti in quelche modo. Rinunciando subito a impegnarmi in un pezzo comico originale…troppo impegnativo e laborioso mi chiedo invece: “quendo ci riferiamo all’ironia, di cosa parliamo?”

Un qualsiasi dizionario italiano la definisce come “un particolare tono con il quale si pronunciano certe parole o espressioni  che così vengono ad assumere il significato contrario a quello che propriamente hanno”, ma si tratta solo di questo? Detto così non appare affatto ironico; siamo così irresistibilmente attratti, ridiamo a crepapelle e ci sbellichiamo solo per qualcosa pronunciato o fatto in modo anomalo? Se si trattasse solo di questo rideremmo di chiunque e di qualunque cosa: nessuno si comporta esattamente come noi e molti commettono errori semplicissimo senza essere ironici o ridicoli…dev’esserci dell’altro sotto! “ Salve mi dia del prosciutto cruda” se errori lessicali del genere non vi hanno mai fatto sghignazzare al supermercato o dal macellaio allora vuol dire che siete d’accordo con me (oppure che magari anche voi siate soliti parlare in questo modo e sono gli altri a ridere, fate voi). Non me ne capacito.

Scientificamente quando si parla di “risata” si intende una reazione del cervello a degli stimoli inviati dall’organo sensoriale che ha captato l’evento ironico, localizzata nello specifico nell’ippocampo e il limbo. Essi sono responsabili anche del pianto per esempio.

Ma vi rendete conto? Leggere cose del genere mi ha lasciato totalmente esterrefatto e mi ha fatto realizzare: ridiamo per delle vere e proprie idiozie! Provate a farci caso: ogni volta che tra amici si parte a fare battute di qualche tipo si sta solo dicendo il contrario di quello che la realtà o la normalità vorrebbe, niente di così arguto ed elaborato,  a cui il cervello reagisce con la risata. Quante volte vi siete sentiti brillanti o eccezionali nel dire una facezia qualsiasi, magari usando il sarcasmo? Beh personalmente a ripensarci mi sento un pò idiota…certo, pensare che c’è anche  gente che ride addirittura per cose del genere però mi fa sempre sentire meglio. Come dire:” si sono un idiota, ma sono in buona compagnia”.

Non contento della definizione da dizionario mi avventuro su wikipedia alla disperata ricerca di una scappatoia; la loro definizione è questa: L'ironia (dal greco antico εἰρωνεία; eironeía, ovvero: ipocrisia, falsità o finta ignoranza) ha come base e scopo il comico, il riso e finire nelsarcasmo, ma ha assunto anche significati più profondi. Di essi si possono dire tre accezioni:

  • L'ironia interpersonale o sociale, quella di cui si è parlato fin’ora.

  • L’ironia psicologica, trattata persino da Freud.

  • L’ironia filosofica, di cui parla Socrate.


Per non entrare in particolari psicologici lascerò stare Freud e mi fionderò su Socrate (i due tra l’altro fanno due discorsi molto simili). Il celeberrimo filosofo greco, che apprezzavo persino al liceo, mi dice che l’ironia non è altro che una falsa ignoranza. Socrate nella sua spiegazione filosofica cercava di far dare delle definizioni ai suoi discepoli interrogati fingendosi ignorante in materia per poi partire dalla loro risposta errata con una spiegazione. Cazzo ma Socrate sei peggio di noi! Adesso tu spiegami cosa ci sarà mai da ridere se tu rompi le palle a tutta Atene ogni giorno con le solite storie esistenziali e poi fai finta di non ricordartene  niente!  Se mai è una circonvenzione di incapaci. Eh no caro, mi deludi anche tu. Ma ve lo immaginate:

SOCRATE:” allora discepolo Platone, cos’è la maieutica che in questo momento non mi ricordo?”

PLATONE:“ma se me l’hai spiegata appena 10 minuti fa maestro! E’ la quarta volta di oggi che usi sto trucchetto, ormai non fai più ridere nessuno!

E invece prontamente ecco tutta l’agorà a sghignazzare del povero Platone per la decima volta. Beh Socrate a questo punto meno male che hai deciso di non scrivere e di non tramandarci tutto il tuo sapere.

Bei tempi quelli dell’antica Grecia.

Parlavamo prima di “sarcasmo” quello che forse è considerato il punto più arguto e alto dell’ironia,   wikipedia ce lo propone come “figura retorica consistente in una forma pungente ed amara di ironia, volta allo schernire o umiliare qualcuno o qualcosa. Può essere sottolineato anche attraverso particolari intonazioni della voce, enfatizzando così, parole o parti dell'affermazione”. Ma che cattiveria è? Voglio dire si tratta di una vera e propria distruzione della dignità di qualcuno,  infatti documentandomi scopro che spesso si tratta a volte di una patologia. La “distimia” è infatti un disturbo psicologico per il quale gli individui affetti reagiscono alla depressione da cui sono colpiti tra le altre cose con del sarcasmo e dell’ironia sprezzante. Quando si dice ridere per non piangere! Non mi è nuova ora che ci penso la diceria per cui tutti i grandi comici soffrono di depressione.

Oddio mettendola così c’è il rischio di incupirsi, ingrigirsi, non ridere più;  perché se tutto ciò che provoca la risata, a mente fredda, è una vera e propria idiozia, allora cercheremmo di fare di tutto per non sembrare idioti. Come faceva quel proverbio? Ah già “beata ignoranza!” ecco  credo che sia questa la condizione da accettare per continuare a divertirsi con poco. Eppure ora che mi riprendo mi viene un altro dubbio: forse che tutto quello che ho scritto fin’ora non risulti effettivamente essere un pezzo ironico in sé? Voglio dire, io volevo stendere un trattato serio sull’ironia ma se avessi scritto un testo comico? Beh  me ne sarei chiaramente accorto...oppure no?

Beata ignoranza.

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