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venerdì 22 marzo 2013

Joker: eroe incompreso

In questo primo pazzo venerdì primaverile mi è stato proposto di rispolverare un'antica passione per quell'arte chiamata "fumetti". Beh non ne ho tanta voglia ma non dirò proprio di no, visto che l'ultima volta che contraddissi mister Morton ricordo confusamente di come mi abbia pregato di controllare gli appunti dentro un suo armadietto e poi come abbia violentemente e ripetutatemente schiacciato la mia testa tra l'anta e l'armadietto stesso. Punizione esemplare, che ci voleva, stavo smarrendo la strada e tutto ciò è stato necessario e utile a entrambi. Grazie Mr. Morton. Da questo gesto d'affetto che ha un chè di paterno volevo partire per introdurre il personaggio che più ho ammirato nei fumetti.

Forse risulterà banale ma ho voluto dedicare questo post al personaggio che piùho amato, che più mi ha insegnato e francamente quello che da molti è considerato "il più cattivo" tra i cattivi creati per mettere in dubbio il valore dei supereroi. Le sue origini, la sua storia, sono sempre state oggetto di grande curiosità e, forse anche per questo, di grande mistero. Si sa che il joker si faceva chiamare "Cappuccio rosso" ed era membro, non di primo rilievo, della microcriminalità di Gotham. La sua vita cambiò quando, dopo un incontro con Batman caddè in un barile di rifiuti tossici rimanendone alterato, un mezzo mutante con una particolare personalità che assunse atteggiamenti clowneschi.

[caption id="attachment_41" align="alignright" width="258"]Il joker di Heath Ledger Il joker di Heath Ledger[/caption]

Comparso già nel N.1 di "Batman" l'antagonista ideato da Bob Kane si distingue subito dagli altri super-cattivi. Quell'infinita follia che gli altri gli attribuivano lo rendeva il criminale perfetto: programmattore pragmatico, manipolatore abile e scaltro. Senza contare le sue abilità: ottimo chimico, riusciva con pochi mezzi a crearsi gadget comici e al tempo stesso intrisi di mortali miscele; eccezionale tiratore, con qualsiasi tipo di arma; ben preparato anche fisicamente. Per questa sua psiche brillante e deviata riuscì ben presto ad essere il più temuto e il più rispettato tra i "cattivi".

"La follia è come la gravità. Basta solo una piccola spinta..."

Come tutti i personaggi di Batman anche joker è stato protagonista di un'evoluzione quando è arrivata la trasposizione sul grande schermo del fumetto targato DC. Il primo Joker del cinema è stato affidato al sublime Jack Nicholson in "Batman" di Tim Burton (1989). Jack Nicholson è stato semplicemente fenomenale nell'esprimere e nell'impersonare la follia clownesca che contraddistingueva il pagliaccio nel fumetto. Grazie alla particolare e singolare capacità di sfruttare le proprie espressioni, soprattutto mirate deformazioni di occhi e bocca, Jack è riuscito a dare un'immagine chiara e intrigante allo stesso tempo alla personalità del Joker. Quello che però manca a questo joker è lo studio e l'approfondimento della sua sconfinata intelligenza, la qualità dei suoi intrecci diabolici e soprattutto la sua inumana cattiveria. Essendo quella di Tim Burton la prima perllicola su Batman giustamente non si poteva dedicare troppo spazio e troppa fatica all'analisi del cattivo e non pensare alla formazione e alla personalità del protagonista.

Problema questo che Cristopher Nolan ha sapientemente evitato inserendo il Joker nel secondo capitolo della sua moderna e realistica trilogia sul cavaliere oscuro. Nel secondo capitolo Batman è già un eroe affermato e la sceneggiatura (diligente, acuta, appassionante di Jonathan Nolan e dello stesso Cristopher) si può concentrare su una trama più articolata e avvincente e sullo studio dei cattivi. A parte il film, in una parola pazzesco, non si può non sottolineare che la vera ciliegina sulla torta è stata l'interpretazione di Heath Ledger, anche lui abile con grotteschi spasmi facciali a impersonare al meglio la pazzia; ma oltre a rendere questa pazzia macabra e violenta la tiene sempre accesa con sfumature di tetro e di inquietante. Questa si che è una sceneggiatura perfetta per esaltare l'incomparabile intelligenza di Joker. La sua tatticità, i suoi schemi, disegni precisi, le sue idee che riesce sempre a materiallizzare lo rendono inarrestabile e senza punti deboli. Il tutto condito con una capacità sopraffina di capire, per poi sfruttare e manipolare, pregi e difetti delle persone. La sua freddezza lo rende unico e anche se alla fine il suo piano si sgretola, sconfitto solo dal moralismo dei cittadini il suo lavoro, iniziato per compiere un disegno più grande, è terminato. Di tutte le azioni del Joker ci è forse sfuggito spesso il perchè, dubbio che sarebbe banale liquidare dando la risposta che tutto è figlio della follia. I Nolan indagano nella coscienza del Joker portato alla luce il motore e la benzina della sua follia.

"Se introduci un pò di anarchia, se stravolgi l'ordine prestabilito tutto diventa improvvisamente caos. Io sono un agente del caos. E sai perchè è bello il caos? Perchè è equo..."

Lunga vita al Joker sperando che prima o poi schiatti il pipistrello.

 

1 commento:

  1. Mi è piaciuto molto questo articolo perchè è bello. Per di più mi ci rivedo molto nella figura del "Joker" (non che sia un criminale e nemmeno un burlone). Continuate così state facendo un ottimo lavoro tutti voi della redazione!!

    Tanti auguri di pasqua a voi e a tutte le vostre famiglie.

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