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lunedì 18 marzo 2013

"Argo" e "la vita di Pi": un confronto da Oscar.

Il primo spazio occupato dal cinema e dalle sue sfumature non può non essere dedicato all'ultima edizione degli oscar, l'ottantacinquesima, condotta nell'anonimato da Seth Mcfarlan, irriverente creatore dei Griffin, e dal suo semi-talento canoro. Una notte in cui l'emozione più grande è stata provata nel momento della caduta, tanto goffa quanto rovinosa, di Jennifer Lawrence sulle scale che portavano al palco; grazie di esistere Jennifer. Ma due sono le stelle che hanno volato più in alto. "Argo", il film diretto da un brillante Ben Affleck che tratta i fatti del Canadian Caper, operazione della CIA in collaborazione con il governo del Canada per recupeare sei fuggitivi americani in Iran e che ha portato a casa tre statuette. "La vita di Pi", il visionario racconto della biografia di Pi, ragazzo indiano protagonista di uno straordinario naufragio in compagnia di una tigre del bengala che ha regalato a Ang Lee il premio alla miglior regia. Riflettendo ogni anno su

[caption id="attachment_21" align="alignleft" width="176"]Seth Macfarlane in un ironico fotomontaggio Seth Macfarlane in un ironico fotomontaggio[/caption]

cosa si basa l'Academy nella sua scelta mi chiedo cosa rende un film migliore rispetto ad un altro tanto da meritare la statuetta più ambita. In cosa Argo è stato migliore della vita di Pi? è chiaro che consideriamo due cinema completamente diversi; il primo basato sull'intensità e sul realismo della trama, il secondo sull'emotività e l'empatia per i protagonisti. Un ruolo fondamentale ne "La vita di Pi" ce l'ha l'ottimo lavoro degli effetti speciali, certificato da un oscar, che contribuisce a rendere fantastica, quasi surreale la storia di Pi, il suo viaggio di formazione approfondendo i suoi dubbi e scavando nella sua coscienza. La particolare concezione della fede presente in Pi è alla base della sua visione del mondo e della sua convinzione che chiunque, anche un animale, possa provare le sue stesse emozioni. Ha vinto però Argo. Ha vinto l'impressionante qualità della sceneggiatura, impeccabile e assorbita pienamente dal genio di Affleck, anche se ciò non è bastato a strappare la statuetta ad Ang Lee. Ha vinto la miglior interpretazione dei personaggi, su tutti Alan Arkin nei panni dell'ambascaiatore canadese. E anche se per Ben quella nei panni del malinconico agente CIA Tony Mendez non è stata la miglior performance della vita, può consolarsi con il successo che ha riscosso la sua abilità da regista. Maestro nel mescolare azione, commedia e la giusta suspense che richiede un opera di tensione politica come questa. Il risultato è stato un film appassionante capace di attirare svariate categorie di spettatori, cosa rara al cinema oggi.

L'Iran ha voluto denunciare il film ritenendolo diffamante e offensivo nei confronti della propria repubblica dimenticandosi che l'arte poco ha a che fare con la politica.

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