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mercoledì 2 aprile 2014

Siete Insostenibili

Nel 1972 Donella e Dennis Meadows, Jorgen Randers e Will Beherens, ricercatori al Massachuttes Institute of Technology, pubblicano un rapporto su un libro, commissionatoli dal Club di Roma, riguardante i limiti dello sviluppo. Il Club di Roma, un associazione no-profit di scienziati ed economisti, è stato tra i primi a porsi il problema della sostenibilità della crescita della nostra specie. Il "Rapporto sui limiti dello sviluppo" scosse il mondo poiché le sue previsioni mettevano l'umanità di fronte ad un problema che oggi risulta un ovvietà. Il rapporto è basato su delle proiezioni ottenute dal computer World3 e mostrava le avveniristiche conseguenze dello sfruttamento dell'ambiente. Il nostro sviluppo, dalle fasi più semplici a quelle più complesse, è per intero realizzabile solo grazie al nostro ambiente, il nostro eco-sistema, che rifornisce la nostra specie di risorse naturali (come acqua e alimentazione), ossigeno ed energia vitale, per non parlare delle maestose bellezze paesaggistiche dalle coste alle montagne. Il fatto è che l'uomo,sin dagli albori della sua evoluzione, ha questa straordinaria capacità di plasmare l'ambiente che lo circonda per rispondere alle sue necessità. Da questa capacità abbiamo ricavato benessere, dal benessere deriva un incremento di popolazione, e dall'incremento di popolazione deriva un bisogno maggiore di risorse. A noi sembra ovvio ma ciò che si sottolinea nel 1972 evidentemente non era ovvio a nessuno. La Terra non è infinita, non può darci risorse per sempre e non può smaltire per molto tempo ancora i nostri rifiuti. Si prevedeva che se il tasso di sfruttamento fosse rimasto inalterato il pianeta avrebbe esaurito le sue potenzialità nei cento anni seguenti e che la conseguenza più banale a ciò fosse un declino tanto rapido quanto incontrollabile.

[caption id="attachment_507" align="alignright" width="277"]Alcuni esempi di risorse rinnovabili Alcuni esempi di risorse rinnovabili[/caption]

Inutile dire che ci furono scetticismi; anche tra gli scienziati più autorevoli questo sembrava un problema superabile e di piccola portata, visto che secondo loro il progresso tecnologico-scientifico avrebbe trovato soluzioni che sopperissero alla diminuzione delle risorse. "L'umanità ha la possibilità di rendere sostenibile lo sviluppo,cioè di far si che esso soddisfi i bisogni dell'attuale generazione senza compromettere la capacità delle generazione future ai loro." diceva Brundtland nel 1987. Già allora si preoccupavano di dare ai propri figli un bel mondo nel quale vivere. Vabbè ci hanno provato, viene da dire. Comunque sia, la sostenibilità quindi non è più solo un punto da raggiungere ma è qualcosa che si deve evolvere di pari passo con noi, è un processo continuo che deve partire da un atteggiamento intergenerazionale volto alla salvaguardia del sistema.
Sfortunatamente questo è l'unico caso in cui il progresso tecnologico-scientifico non è stato all'altezza della situazione, non perché non si siano trovate soluzioni adeguate, anzi le proposte ci sono, ma semplicemente perché non è la scienza a governare la nostra economia. schLa scienza ha individuato il problema ma in un mondo organizzato alla nostra maniera, con i capitalisti su in cima, è chiaro che deve essere chi governa (politica e soprattutto multinazionali) a garantire un equilibrio totale tra economia, società e ambiente.
Magari qualcuno crede ancora che questi siano problemi che la nostra specie dovrà affrontare tra 5 o se va male 4 generazioni, ma la realtà è un'altra. Basta fare pochi ma efficaci esempi per dare un'idea delle dimensioni della cosa. L'ormai noto Rapporto sui limiti dello sviluppo disse che nel 2000 il 25% delle risorse di petrolio si sarebbero esaurite. Stando alle riserve scoperte i calcoli dicono che a oggi abbiamo già sciupato il 46% del nostro petrolio e che al ritmo di sviluppo attuale tra 40 anni dovremmo dire addio all'amato oro nero, 40 anni senza calcolare il tasso di crescita della domanda, che si aggira per ora al 2% annuo. State pensando ad una macchina a metano eh? Idioti prima o poi finirà anche quello!
petrPer non parlare di ciò che negli ultimi 150 anni sta succedendo alla fauna del nostro pianeta. Le estinzioni delle specie sono fenomeni biologici lentissimi in un sistema equilibrato eppure dalla rivoluzione industriale in poi la pressione dell'uomo ha portato ad una media di 30000 specie estinte all'anno e un tasso di mortalità che tende solo ad aumentare; tanto che si è previsto che nei prossimi 10 anni il numero di specie estinte si potrebbe paragonare a quello registrato nella quinta ed ultima estinzione di massa, 65 milioni di anni fa (quella dei dinosauri). Cioè l'ultima catastrofe di tale portata risale a 65 milioni di anni fa, potremmo addirittura andarne fieri se non stessimo parlando della distruzione del pianeta.
Una canzone dei Muse del 2012, la penultima traccia di The 2nd Law, Unsustainble, sintetizza tutto ciò in maniera inquietante e catastrofista. Nel videoclip una giornalista ci fa capire come la seconda legge della termodinamica sia incontrovertibile ed un robot, come venuto dal futuro, ci mette di fronte alla pochezza dell'umanità, sbattendoci in faccia la dura verità; "Siete insostenibili". L'ambiente in cui viviamo, il sistema solare, è un sistema isolato e la nostra specie si è erroneamente evoluta nell'illusione che un sistema del genere potesse sostenere una crescita infinita. I processi tecnologici fanno si che la disponibilità di energia diminuisca, l'energia la sfruttiamo, la disperdiamo e non siamo in grado di crearne di nuova; le leggi della termodinamica porranno sempre dei limiti all'innovazione e al progresso, se il sistema è isolato. Andiamo, pianeta Terra, volete davvero dar ragione ai Muse? Ci sarà una via d'uscita.

[caption id="attachment_510" align="alignleft" width="288"]Il Robot di Unsustainble Il Robot di Unsustainble[/caption]

Magari a qualcuno ancora è sfuggito ma esaurimento delle risorse vuol dire esaurimento della specie. Ma com'è possibile che proprio noi, gli uomini, per quanto ne sappiamo la specie più evoluta dell'universo, siamo così vicini ad autodistruggersi? Che ce ne facciamo di tutta quest'intelligenza, di tutto questo benessere, di tutta quest'evoluzione, se non siamo neppure capaci di garantirci una sopravvivenza al nostro sistema? Siamo come dei banalissimi dinosauri che se non era per noi non si sarebbe mai cagato nessuno! Io non voglio che la mia specie faccia la fine di quei banalissimi dinosauri! Abbiamo il problema in tasca da quarant'anni e a me sembra che nessuno voglia fare il primo passo verso una soluzione razionale. Andando avanti così ci ritroveremo a dover affrontare il problema appena prima del tracollo, in una fretta che potrebbe condurci al caos, come un ragazzino che aspetta l'ultimo giorno delle vacanze per fare i compiti estivi. Anzi la smetto anch'io di usare il futuro, siamo già come un ragazzino che deve fare i compiti l'ultimo giorno di vacanze, ecco dov'è arrivata per ora l'evoluzione.

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