Negli ultimi tempi sul social network Facebook abbiamo assistito all’invasione delle bacheche ad opera di 2 tendenze soprattutto giovanili: innanzitutto le così dette neknominations, ovvero i video in cui i ragazzi si sfidano a bere “alla russa” una birra o un alcolico qualsiasi per poi sfidare altri tre amici a farlo a loro volta entro 24 ore.
[caption id="attachment_527" align="alignright" width="263"] un giovine partecipa alla sfida[/caption]
Recentemente a questa moda si è aggiunta anche quella, nata come “risposta intellettuale” alla prima, di sfidarsi a fare una citazione letteraria con le stesse regole. Il fatto che questi baldi bevitori e parolieri continuassero a sfidarsi tra loro in modo virale ha fatto si che questa tendenza si sia diffusa in tutta la penisola e addirittura all’estero.
Per la verità la tendenza a sfidarsi in vere e proprie “gare di bevute” non l’abbiamo certo inventata noi: e chi se non quei mattacchioni degli americani poteva avere un’illuminazione simile? I TG di tutte le reti italiane si sono affrettati a lanciare “l’allarme alcolismo giovanile” facendosi spaventare dalle immagini postate su youtube dei classici universitari americani che si ammazzano a suon di beer pong, cappelli porta-lattine di birra e imbuti per bere. A nessuno è venuto in mente che i quattro ragazzini che nel nostro paese hanno bevuto un bicchierino di birra e si sono ripresi col cellulare giusto per farsi vedere dagli amici non rischiano niente (se non di essere sfottuti a vita). Un coma etilico per un bicchiere di birra deve ancora vedersi e, come sempre, quello che si è voluto ignorare è piuttosto la tendenza all’omologazione che è sempre più diffusa. Pur di farsi vedere mentre bevevano dell’alcol i ragazzini e soprattutto le ragazzine non hanno esitato un secondo a scolarsi una birra per imitazione, anche se in alcuni casi era evidente che fosse la prima volta o se proprio la seconda della loro vita. E qui non può che tornarci alla mente il nostro vecchio articolo sul tema Conformismo e tendenze giovanili
Al contempo, come abbiamo detto, si è sviluppato anche la variante letteraria del gioco e questo ha attirato un target di ragazzi diverso dal primo: giovani che prima si rifiutavano di bere e mostrarsi online ora affollano le proprie bacheche di post dove citano gli autori più disparati. Oltre che apprezzare l’idea di tutto rispetto di chi ha scelto di spostarsi sulla cultura, facendo una scelta quasi di marketing al fine di raggiungere una popolazione diversa mi sorge un dubbio: perché sembrano non esistere ragazzi che hanno le bevute e la lettura tra le loro abitudini serali? Al di là del luogo comune del bere alcol come
[caption id="attachment_529" align="alignright" width="259"] Baudelaire dopo aver "fatto brutto" coi suoi amici[/caption]
passatempo principe per persone ignoranti e rudi e del leggere come divertimento riservato solo ai classici quattrocchi topi di biblioteca le cose stanno davvero così?
Eppure Baudelaire e i suoi amici si ammazzavano di assenzio!
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