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Recentemente a questa moda si è aggiunta anche quella, nata come “risposta intellettuale” alla prima, di sfidarsi a fare una citazione letteraria con le stesse regole. Il fatto che questi baldi bevitori e parolieri continuassero a sfidarsi tra loro in modo virale ha fatto si che questa tendenza si sia diffusa in tutta la penisola e addirittura all’estero.
Per la verità la tendenza a sfidarsi in vere e proprie “gare di bevute” non l’abbiamo certo inventata noi: e chi se non quei mattacchioni degli americani poteva avere un’illuminazione simile? I TG di tutte le reti italiane si sono affrettati a lanciare “l’allarme alcolismo giovanile” facendosi spaventare dalle immagini postate su youtube dei classici

Al contempo, come abbiamo detto, si è sviluppato anche la variante letteraria del gioco e questo ha attirato un target di ragazzi diverso dal primo: giovani che prima si rifiutavano di bere e mostrarsi online ora affollano le proprie bacheche di post dove citano gli autori più disparati. Oltre che apprezzare l’idea di tutto rispetto di chi ha scelto di spostarsi sulla cultura, facendo una scelta quasi di marketing al fine di raggiungere una popolazione diversa mi sorge un dubbio: perché sembrano non esistere ragazzi che hanno le bevute e la lettura tra le loro abitudini serali? Al di là del luogo comune del bere alcol come
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passatempo principe per persone ignoranti e rudi e del leggere come divertimento riservato solo ai classici quattrocchi topi di biblioteca le cose stanno davvero così?
Eppure Baudelaire e i suoi amici si ammazzavano di assenzio!
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