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giovedì 10 aprile 2014

Her (7/10)

Per tornare a parlare di cinema si è scelto di commentare un'altra delle pellicole protagoniste alla notte degli oscar 2014, Her infatti oltre alle 5 nomination, si è guadagnatto la statuetta alla miglior sceneggiatura originale, andata a Spike Jonze che è anche il regista del film. Her è l'ultimo film interpretato, anche questo in maniera magistrale, da Joaquin Phoenix che annunciò pubblicamente, con il documentario "Io sono qui", il suo addio al cinema per darsi ad una carriera da attore teatrale.

[caption id="attachment_523" align="alignleft" width="300"]Joaquin Phoenix per l ultima volta al cinema Joaquin Phoenix per l ultima volta al cinema[/caption]

Her è un film ambientato in un futuro prossimo, e la cornice di fantascienza che Spike Jonze scieglie è particolarmente suggestiva; gli uomini proseguiranno in questo sviluppo tecnologico di sistemi operativi personali fino al puntoi in cui i "pronipoti" degli i-phone saranno in pratica sistemi operativi estremamente intelligenti, che creano un immensa interconnessione virtuale tra loro ma che comunque mantengono la funzione di servire e migliorare la quotidianità delle persone, comunicando attraverso un auricolare. Ed è proprio con le persone che questi sistemi operativi riescono ad instaurare relazioni straordinariamente complesse e intrecciate, arrivando addirittura ad un coinvolgimento sentimentale, sensazione strana e nuova anche per l'OS. Theodore, il protagonista, lavora per un'azienda che produce questi OS, ma da un pò di tempo, dopo la separazione dalla moglie, è piombato in una difficile situazione esistenziale, non riuscendo mai ad accettare la sua solitudine tanto da voler sempre rimandare il momento delle firme per le carte del divorzio in eterno. Dopo l'aquisto dell'OS (con la voce di Scarlett Johansson nella versione originale) Theodore riesce quasi a reinstaurare un rapporto di amicizia sincera con qualcuno dopo molto tempo (anche se è una macchina), tornando pian piano a riaquistare una serenità che sembrava irrecuperabile. Anche Theodore si accorge che questi nuovi OS vanno ben oltre delle semplici macchine, la loro intelligenza artificiale è inquietantemente simile a quella umana, capace di fare ragionamenti, associazioni e trarre conclusioni da essi. Il rapporto si fa complesso, molto simile a quello che hanno 2 innamorati, fino a quando né Theodore nè Samantha (il nome dell'OS) riescono più a nascondere i propri sentimenti.

Nonostante parte della società veda ancora come qualcosa di strano e innaturale i rapporti sentimentali tra umani e OS, Theodore è una persona finalmente realizzata e sicura di sè, questo soprattutto grazie al sostegno e all'aiuto di Samantha che permette a Theodore di trovare il coraggio per firmare le carte del divorzio. Samantha è infelice di non dare soddisfazioni fisiche a Theodore e Spike Jonze con un piccolo lampo di genio visionario, arriva a immaginare che esistano delle affitta-corpo per OS, felici di far parte di una relazione del genere e offrendo il loro corpo per un coinvolgimento fisico. Ma al momento della verità questo non funziona e Theodore caccia la ragazza rovinando tutto. La relazione prosegue tra alti e bassi ma soprattutto è segnata dalle scoperte che Samantha fa su sè stessa e sulla sua esistenza molto più complessa di quanto lei si aspettasse.

[caption id="attachment_522" align="alignright" width="300"]Una scena del film Una scena del film[/caption]

Theodore scopre che Samantha è un'OS che, oltre alla perpetua interconnessione con altri milioni di OS con cui comunica, è al servizio di più di 8000 individui umani e con 600 di questi ha anche iniziato una relazione sentimentale, ma ciò non muta l'amore che sente per Theodore. La relazione prende una piega strana fino a quando Samantha non comunica a Theodore una decisione comune degli OS, di ritirarsi dai rapporti con gli umani per risolvere appieno i loro dubbi esistenziali.

Un melodramma di fantascienza sicuramente pretenzioso ma che grazie ad una scieneggiatura ordinata, completa e originale riesce a non risultare mai forzato. Spike Jonze tralascia di approfondire il perchè o il per come dell'evoluzione delle macchine o del progresso tecnologico, ma le usa per parlare di un sentimento universale, l'amore, portato al di là di una concezione attuale, come se volesse spiegarci l'amore del futuro (il dcumentario del film è intitolato Her-Love in the Modern Age). Il modo in cui questi OS riempiono il vuoto nelle persone è qualcosa di cui nessun essere umano sarebbe capace e ciò potrebbe portare ad un sacco di riflessioni individuali alle quali forse Jonze vuole indirettamente metterci di fronte.

[caption id="attachment_524" align="alignleft" width="269"]Il trionfante Spike Jonze Il trionfante Spike Jonze[/caption]

Ed infine la fine di un amore, l'esigenza di voltare pagina e andare avanti anche per gli OS,  proprio come era stato per Theodore pochi mesi prima ora riabbandonato a sè stesso ma con una consapevolezza diversa nei propri mezzi; ciò ci mostra per una volta una certa fiducia ottimistica nei confronti della tecnologia, spesso demonizzata e vista nemica dell'uomo nelle pellicole di fantascienza, perché in Her un sistema operativo ultraintelligente riesce, in qualche modo, non solo ad aiutare le persone nella loro quotidianità ma anche a migliorarle sul piano esistenziale.

 

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