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mercoledì 7 maggio 2014

La dignità del nostro calcio

Che il calcio fosse uno sport per bestie lo sapevamo, ma arrivare a perdere tanta dignità come quella persa sabato prima della finale di coppa Italia è toccare il fondo. Perché? Perché è successo tutto quello che di negativo può portare una manifestazione sportiva, ed è la dignità del nostro calcio e delle nostre istituzioni, spazzata in poche ore via dai nostri "tifosi" che sconta in questo momento le pene più dure. Chiamare tifosi i protagonisti dei disordini avvenuti a Roma prima della partita però vuol dire conferire a tali persone uno status che neanche lontanamente si meritano.

[caption id="attachment_572" align="alignleft" width="240"]Il Ponte Milvio, sabato luogo di scontro tra napoletani e polizia prima della partita Il Ponte Milvio, sabato luogo di scontro tra napoletani e polizia prima della partita[/caption]

Ricostruendo brevemente quello che è successo: verso le 18.30 un genio di nome De Santis, che si è scoperto essere un pregiudicato ex-ultrà della Roma, ha avuto l'idea di andare a stuzzicare i tifosi del Napoli che si trovavano su viale di Tor per raggiungere lo stadio. De Santis lancia dei lacrimogeni, i napoletani naturalmente reagiscono,si scagliano contro De Santis che tira fuori la pistola e spara. Colpisce tre tifosi, tra cui Ciro il ferito più grave, poi l'arma s'inceppa e viene travolto dai napoletani che giustamente lo malmenano. Tutto ciò ha creato un clima di tensione e di caos generale, i tifosi del Napoli fuori dallo stadio arrivano agli scontri con la polizia a forza di lacrimogeni e petardi (una decina di feriti e 4 arresti), poi, una volta dentro lo stadio, il carnevale è continuato dagli spalti, con il lancio di numerose bombe carta (una di queste ha anche colpito un agente) che hanno ritardato il fischio d'inizio di 45 minuti. Non è ancora perfettamente chiaro se durante questi minuti ci sia stata o meno la famosa trattativa con l'altro genio della situazione, Gennaro De Tommaso, per giocare o meno il match. Alla fine la polizia smentisce ogni trattativa con gli ultrà ed è stato dichiarato che Hamsik è andato a parlare con la curva solo per informarla che il ferito non era vittima di una faida tra tifoserie ma solo di un evento isolato.
Queste tre ore che dovevano essere dedicate ad una grande festa sportiva hanno fatto esplodere infinite polemiche, accuse e incertezze; hanno ricatapultato la situazione sociale del nostro calcio indietro di anni (riportandoci alla memoria proprio gli episodi che hanno portato alla morte di Filippo Raciti), anche se col senno del poi è facile accorgersi che da quell'episodio, concretamente, la situazione sociale del calcio non è stata modificata di una virgola. Gennaro "Genny"'a carogna, il capo della curva A del Napoli che indossava la maglietta "Speziale libero" (Speziale è il tifoso del Catania che ha sparato a Raciti) è stato daspato per 5 anni ed è stato questo personaggio la goccia che ha fatto traboccare il vaso dell'indignazione.

[caption id="attachment_573" align="alignright" width="286"]Il genio megalomane di turno Il genio megalomane di turno[/caption]

Dal "non si tratta coi facinorosi" del presidente Napolitano al "dobbiamo fare come la Tatcher con gli Hooligans" del presidente del Coni Malagò. Dispiace che siano sempre gli episodi eclatanti come questo a smuovere le coscienze, dispiace perchè vorrà dire che prima di agire il morto ci scapperà sempre, o quasi. Il problema del potere ultrà, soprattutto quest'anno dopo quello che abbiamo visto accadere a Nocera, doveva essere preso in considerazione forse più seriamente dalle società e dalle istituzioni sportive (non politiche) che però o non sono state all'altezza o, ipotesi più verosimile, se ne sono altamente sbattuti. Ora, dopo questi episodi che hanno dato una visibilità irreversibile al problema della violenza ultrà, è il governo stesso a dover scendere in campo, a cercare una soluzione che sembra difficile e lontanissima. Seguire il modello inglese non è una cattiva idea ma bisognerà capire quanto i nostri cittadini siano effettivamente pronti e volenterosi. Isolare i facinorosi e i violenti delle tifoserie non sarà affatto facile perchè sono veramente tanti quei "tifosi" che vedono lo stadio come luogo di manifestazione di un potere che gli ultrà stessi si sono auto-conferiti. Insomma, come fare a dire agli ultrà che non solo non esiste un luogo dove possono manifestare il loro potere, ma non esiste neppure il loro potere?

[caption id="attachment_574" align="alignleft" width="306"]L'indignazione delle istituzioni L'indignazione delle istituzioni[/caption]

Intanto Renzi e Alfano si fanno sentire, sembrano avere idee chiari ma tuttavia, a mio parere, tutt'altro che efficaci. Interessante l'idea di corresponsabilizzare tifosi e società, visto che secondo il premier dovrebbero essere quest'ultime ad occuparsi della sicurezza del proprio stadio e non i comuni cittadini, alcuni dei quali addirittura disinteressati al calcio. Insomma che le società, al posto dei comuni,si paghino vigili urbani, mezzi di trasporto e raccolta dei rifiuti, così vediamo quanto continueranno ad essere indifferenti di fronte ai disordini. Non lo vedo come uno scaricare il barile sulle società ma come il tentativo innanzitutto di risparmiare qualcosa dalle casse comunali e, in secondo luogo, di dare il calcio al calcio, di renderlo autonomo e indipendente. Solo il tempo ci dirà se questa è la volta della svolta o è solo l'ennesima volta nella quale le nostre coscienze vengono scosse per poi riassopirsi pochi mesi dopo.

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