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sabato 1 giugno 2013

In fine le finali, arrivederci al calcio

Ora è tutto vero signori, la stagione è finita e un caro arrivederci al calcio è doveroso. In questo freddo sabato testimone dell'arrivo dell'estate è giusto fermarsi e riflettere su quelle briciole di stagione che ancora non abbiamo avuto modo di commentare. Proprio 6 giorni fa a Roma si è svolta la finale di coppa d'Italia, quell'evento che aveva portato tensione in città già parecchi giorni prima del suo inizio.

[caption id="attachment_303" align="alignright" width="280"]Psy in trans da prestazione Psy in trans da prestazione[/caption]

Accolto malissimo, com'era prevedibile, l'ideatore del gam-gam style PSY, fischiato e schernito nonostante fosse lui l'ospite internazionale della serata i romani non hanno certo tentennato nel mostrare il loro disappunto al cantante, che dal canto suo ha rovinato in buona fede mesi e mesi di tranquillità della maggior parte degli spettatori. Un piccolo spazio è stato dedicato anche alla dolce Malika Ayane che ha cantato brevemente il nostro inno nazionale a cappella, risultando un pò ridicola ma che talento ragazzi. La già citata tensione poteva giocare brutti scherzi all'esterno dello stadio, tra due tifoserie che si odiano, calcisticamente e non, come si odiano gatti e topi, e invece le autorità sono state capaci di mantenere per tutto il pomeriggio un soddisfacente ordine pubblico e gli unici vittima di questa spropositata e controproducente tensione sono stati gli interpreti del match. La Roma e la Lazio hanno dato vita ad una partita che è difficile definire meglio che mediocre, un match ricco da falli e interruzioni, con pochi gesti balistici illuminanti, pochi cambi di ritmo con le gambe che sembravano tremare a chiunque. Due difese attente ma non all'estremo la netta differenza tra le due squadre è stata a centrocampo dove ne Bradley ne De Rossi, i due giallorossi impiegati mediani non hanno saputo nè fare efficacemente da schermo né sono stati capaci di dare velocemente il via a ripartenze pericolose. Se lo statunitense ha saltellao tra buone, medie e pessime prestazioni, De Rossi ha passato tutto l'anno a metterci l'intensità di un gattino più che di un leone alla quale ci aveva abituato. Zeman deve essere stato un duro colpo per lui ma gli è stato dato il tempo per riassestarsi, per riprendersi, e se tutto questo tempo non sei riuscito a sfruttarlo è ora di rivalutare le priorità, prima della squadra e poi del giocatore (che, purtroppo per capitan futuro, sembra aver un futuro lontano da Roma). Totti e Lamela spenti, Destro che vagava con tutta la sua buona volontà in cerca di un occasione senza mai crearsene una. L'unico a salvarsi è Marquinho, impiegato come esterno alto di sinistra, l'unico capace di dare un leggero equilibrio alla squadra ma comunque insufficente per quanto riguarda la fase offensiva. Una Lazio con un'identità precisa che a dispetto di quanto non dica lo stretto punteggio ha sempre dominato l'avversario, l'ha domato sfruttando una disorganizzazione che ha del patetico da parte dei giallorossi e di Andreazzoli (visto che stiamo parlando di una squadra di serie a). Candreva e Lulic coronano la loro miglior stagione, sia dal punto di vista fisico che realizzativo, con un'altra grande prestazione sulle fasce, zona nevralgica del campo nelle quali i centrocampisti arrivavano abbastanza facilmente a rifinire l'azione che poi si trasformava in occasione da gol. Lazio soddisfattissima che fa suo il derby che, come si annunciava da tempo, poteva salvare la stagione di entrambe le squadre.

[caption id="attachment_304" align="alignleft" width="150"]lazio campione Lazio campione[/caption]

Lotito forse appagato rinuncerà di nuovo ad investire cosa che ora non può esimersi dal fare la società giallorossa, semplicemente un disastro da quando ha preso in mano la Roma. Anno dopo anno si è andato a diminuire il monte ongaggi, che era tra i più alti della A, investendo in giovani promettenti, per il futuro quindi, fatto sta che i tifosi aspettano ormai da tre anni un futuro che sembra non arrivare mai. Un settimo posto, un seto posto e tante polemiche sono il bottino del presidente Pallotta e dei suoi soci.
A Wembley è tutta un'altra storia. Capita spesso di vedere in una finale momenti di tasso tecnico spettacolare elevatissimo ma raramente ci capita di vedere una grande partita per novanta errotti minuti, proprio perchè quella tensione che arrivati in fondo ti fa tremare le gambe non ti concede neanchè un secondo di serenità o spensieratezza, e si sà, giocare con spensieratezza è sempre un gran vantaggio. I 22 in campo si sono fatti beffa della paura e sostituendola ad una concetrazione e una professionalità che solo i tedeschi ci potevano insegnare hanno dato vita ad un match esaltante, senza esclusione di colpi, e solo la gran giornata dei due portieri non ha permesso alla parita di avere un punteggio pirotecnico. Borussia Dortmund 1 Bayern Monaco 2, forse è giusto che sia finito così, sicuramente è emozionante vedere le lacrime di Robben, da troppo etichettato come il fuoriclasse perdente.

[caption id="attachment_305" align="alignleft" width="290"]Incredulo Robben Incredulo Robben[/caption]

Una soddisfazione sportiva indescrivibile per l'olandese che chissà cos'ha pensato in quei brevi ma interminabili momento nei quali la palla rotolava alle spalle di Weidenfeller avvicinandosi alla rete. Il Borussia saluta l'arco di Londra a testa altissima, dimostrando ancora una volta che quella giovane ma immensa personalità era tale da non sopperire nemmeno alla corazzata Bayern Monaco, affrontato senza timore, con l'atteggiamento offensivo e propositivo che solo i grandi club si possono permettere.

[caption id="attachment_306" align="alignright" width="150"]Lacrime, forse di gioia? No. Lacrime per Klopp, forse di gioia? No.[/caption]

Dopo dodici anni è quindi Heynckes a riportare la coppa con gli orecchioni a Monaco riuscendo a realizzare una stagione che ha dell'incredibile, vicino a quella tripletta che proprio tre anni fa realizzò anche Josè Mourinho in Italia, quel Josè Mourinho che sbarazzandosi in finale proprio del Bayern diede il via ad una maturazione dei bavaresi con conseguenze catastrofiche. La domanda che ogni supporter si pone è cosa ne sarà l'anno prossimo di una squadra che rischia un grande senso di appagamento? L'anno prossimo? Beh siamo tutti curiosissimi, arriva al Bayern uno che di senso di appagamento ne sa davvero poco, Pep Guardiola che è chiamato subito a confermare una stagione leggendaria. Non sarà uno scherzo neanche per lui arrivare in Germania alla guida di un club che ha appena vinto tutto e innestare nei giocatori l'idea che si può anche fare meglio (perchè non ci credono visto che meglio di così è difficile). Ma questi sono i classici dubbi di cui tutti odiano sentir parlare, come quando un facoltoso figlio di papà ci mette davanti la sua incapacità di scegliere tra la Ferrari o la Lamborghini a sua disposizione. Parlando invece di chi ha raggiunto i 300 km/h con la panda, il Dortmund che fine farà l'anno prossimo? In tanti pensano che il massimo raggiungibile sia stato raggiunto, una resurrezione unica, 2 campionati conquistati e una finale di Champions sono un bottino niente male per un progetto nato praticamente dalla cenere. Per questo si sente tutti i giorni che un giovane taòlentuoso giallonero è protagonista d'interesse di grandi club a cui è difficile dire di no. Solo il tempo ci saprà dire quali siano le effettive soluzioni della società alla quale comunque, qualsiasi strada venga imboccata, è difficile recriminare qualcosa. Intanto seguiremo con ardore il calciomercato, intanto assisteremo (ma senza passione) al nobile Wimbledon, intanto ci sollazzeremo in costume con un bagno al mare o in piscina svagandoci nel beach soccer o a una partita di calcio balilla, intanto arrivederci al calcio.

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