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lunedì 3 giugno 2013

A volte serve: Il lato positivo (6,5/10)

Ripartendo dalla rubrica cinema si è deciso di solcare la linea che ci porta a recensire e commentare ciò che accade nel cinema di questo periodo e nella settimana in cui il box office è dominato dal nuovo ed ultimo capitolo di quella che si è scoperto essere una trilogia: Una notte da leoni 3 sta infatti procedendo senza rivali nella sua corsa all'incasso migliore che ammonta oggi a ben 6.1 milioni di euro in una sola settimana di programmazione. Ma chi se ne frega di Una notte da leoni 3? Di Bradley Cooper, Phil Wenneck, la star del film, volgiamo raccontare un'altro recente lavoro che, senza togliere nulla a nessuno, ha un valore cinematografico nettamente diverso e senza dubbio superiore della commedia di Todd Phillips, stiamo parlando di uno dei protagonisti alla notte degli oscar alla quale è arrivato con all'attivo 8 nomination, di cui però solo una si è trasformata in statuetta. Silver Lining Playbook è l'ultimo, forse il primo, capolavoro del già insultato David O. Russel, quel violento cineasta Newyorkese che stranamente questa volta sul set non è stato coinvolto in nessuna lite furiosa, o almeno è stato bravo a non far trapelare nulla.

[caption id="attachment_313" align="alignleft" width="200"]Un assonnato Bradley Cooper, star del momento Un assonnato Bradley Cooper, star del momento[/caption]

Una storia tratta da un romanzo di Matthew Quick ("L'orlo argenteo delle nuvole" che arrivati a questo punto vale la pena di leggere) ed efficacemente adattata da Russel, che ha avuto a disposizione la sua stessa penna per una sceneggiatura che poco aveva da rifinire ad un romanzo tutto sommato piacevole, poco apprezzato in Italia, chissà che non sia anche perchè parla troppo di football americano, gioco ai più incomprensibile. Il mese scorso è arrivata la versione home-video negli Usa, noi invece dovremmo attendere un pò di più e per chi non avesse avuto l'occasione di guardarlo al cinema o, cosa assai più probabile, in streaming eccovi il film.
Pat è un singolare giovane che ha perso tutto ciò che aveva di caro una tragica notte di follia quando, rientrato in casa, coglie la moglie Nikki alle prese sotto la doccia con un duetto con un suo collega insegnante e accecato da rabbia e diniego massacra il docente finendo per scontare 8 mesi e mezzo in un ospedale psichiatrico. Tornato a casa dei genitori ha un solo obiettivo, tornare tonico e stabile cosicchè la sua vita con Nikki possa più che ricominciare ripartire sulla base del loro trascendentale amore. "Excelsior" è il suo motto, positività auto-imposta che riesce a tener accesa la sua speranza di lieto fine. Il rapporto con i genitori è freddo, le cure non procedono alla perfezione, Nikki sembra solo un miraggio eppure Pat non rinuncia alla sua positività. Ad una cena a casa di amici conosce Tiffany (l'idolo delle folle Jennifer Lawrence, è lei l'unica stata capace di trasformare la nomination in oscar), una donna lugubre e apparentemente intrattabile ma che si apre quando con Pat si trova immersa in uno spassoso scambio di informazioni sugli psicofarmaci utilizzati.

[caption id="attachment_316" align="alignright" width="290"]La tragicomica caduta della Lawrence sulla scala che porta al palco (Oscar 2013) La tragicomica caduta della Lawrence sulla scala che porta al palco (Oscar 2013)[/caption]

L'amicizia tra i due si approfondisce intanto Patrick sr. (Robert De Niro) continua a pressare suo figlio invitandolo in pratica ad essere il suo "talismano" ogni qual volta gli Eagles di Philadelphia giochino un match. Uomo di buon cuore ma padre inetto Patrick è un incallito scommettitore con il sogno di aprirsi un ristorante e ripone tutta la sua fiducia in Pat, che dovrà solo andare allo stadio con suo fratello e aspettare che gli Eagles vincano la partita decisiva. Intanto lo squinternato protagonista prende un impegno con Tiffany, un accordo secondo il quale lei dovrà consegnare una semplice lettera a Nikki e lui in cambio concedersi ad un duetto di ballo che culminerà poi nella gara finale. Allo stadio il giorno della gara decisiva accade un disastro, una lite tra tifosi coinvolge Pat e la sua compagnia costringendoli a tornare a casa delusi e deludenti. Il padre di famiglia infatti una volta resosi conto dell'accaduto mostra tutta la sua frustrazione e tutta la sua freddezza nei confronti del figlio definito un perdente. Quella Tiffany tanto malvista dalla famiglia di Pat irrompe nell'abitazione lanciando inaspettatamente una solida soluzione, con adeguate e sorprendenti argomentazioni. L'allibratore vista una difficile situazione propone un ultima "double", una duplice scommessa: gli Eagles devono battere i Cowboys con dieci punti di scarto minimo e la coppia di ballerini raggiungere un voto di almeno 5 su 10 alla gara di ballo, eventi, questo e la partita, che si svolgeranno lo stesso giorno. Seguendo molto il romanzo il momento clou di esplosione del film è interamente concentrato in un inaspettato e apprezzatissimo finale dalla forte componente empatica.

[caption id="attachment_315" align="alignright" width="284"]La locandina dell'home-video La locandina dell'home-video[/caption]

Con l'ennesimo cast di stelle a disposizione O. Russel doveva finalmente dimostrare ciò che valeva e nonostante non superi più di tanto le aspettative si dimostra abile, sarà ormai l'esperienza che l'ha formato, nel far proprio quella moderna tradizione cinematografica di mescolare commedia e tragedia rendendo i film sempre più vicini agli spettatori in quanto riguardanti storie più simili alla vita vissuta. Senza mai far prevalere un tono sull'altro, con ambientazioni e dialoghi ricercati e a modo loro raffinati, accompagnati da una grande carica di tensione emotiva e da un discreto livello di qualità artistica Silver Lining Playbook è l'emblema della commedia moderna. Abile nell'evadere dalla rogna del troppo football mettendo in risalto, più che i dialoghi dei momenti di sport, le sensazioni, le vibrazioni che queste conversazioni provocavano ad ogni membro della famiglia. La comicità, fornitaci dall'assurda e instabile psiche dei personaggi (dal primo all'ultimo), non cessa mai di sussistere perdendosi ogni tanto in scolastici ma pregevoli ritocchi da sit-com. Sequenze degne di nota, fini e che rimangono impresse, che più volte in archi temporali diversi vengono riproposte allo spettatore (e qui lo si capisce distintamente quanto il romanzo sia stato la grande base del successo) con lo scopo di farlo sostanzialmente affezionare ai protagonisti, alle loro vite e alle loro abitudini. Un film notevole con un profondo messaggio da lanciare e che ci sentiamo giustamente di condividere. Un messaggio di ottimismo che ci sembra allo stesso tempo un ammonizione. La positività che infatti investe Pat e che pian piano si insedierà anche nei cuori e nelle menti di chi li sta attorno non è mai produttivo, non dà frutti finchè non ci si libera di demoni e rimorsi, non è favorevole insomma finchè non è completamente autentico. Sarà quella Tiffany trattata inizialmente con tanta diffidenza ad iniettare autenticità in quel "Excelsior" che fino al suo impetuoso comparire era solo una scritta senza una sua pagina. Sarà questo'unico sgarro di Pat, quest'unico fuori programma con Tiffany a salvarlo e a regalarli la felicità. Insomma il pessimismo non aiuta di certo ma anche una grande dose di ottimismo, se ti trascina nel baratro di un ottusa ossessione fino a renderti offuscato e cieco, può essere pericolosa. L'invito è quello di lasciarsi andare, in un periodo e in una società nella quale "programmazione" è diventata la parola d'ordine per sopravvivere è forse sotto quelli che ci appaiono ostacoli che sta nascosta la nostra realizzazione.

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