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martedì 4 giugno 2013

Il giovane Holden: un classico "ribelle"

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[caption id="" align="alignleft" width="224"]download Salinger,l'autore del romanzo[/caption]

Dopo tanto tempo torna a farsi ammirare su the freaky times la rubrica che il mondo intero ci invidia: quella letteraria! Nonostante solitamente non facciamo che vantarci della nostra originalità, oggi ci troviamo a proporvi un classico. Si parla di un classico moderno chiaramente, visto che la sua stesura risale al 1952, tuttavia ritenendolo un libro che può cambiare il modo di vedere il mondo, o comunque coinvolgere completamente non possiamo che consigliarvelo. Tenetevi forte alla poltrona vecchi ubriaconi, oggi si parla de “Il giovane Holden” di Jerome David Salinger.

State cercando un romanzo di formazione in cui un giovane in cerca  di modelli da seguire o convenzioni da assimilare riesce, dopo numerose traversie e difficoltà, a trovare il suo posto nel mondo ed a realizzarsi? Per la miseria questo non è affatto un libro per voi! Il giovane Holden Caulfield ne ha piene le tasche dei suoi coetanei, della scuola che frequenta, del mondo che lo circonda e soprattutto ha una dannata paura del mondo degli adulti a cui comincia ad affacciarsi.

[caption id="" align="alignright" width="196"]download (2) James Dean, per certi versi "un giovane Holden" nei suoi film e nella sua vita[/caption]

Il protagonista di quella che si rivela essere una ribellione di pochi giorni è uno studente sedicenne di estrazione alto-borghese americana, il quale, alla vigilia delle vacanze natalizie, scopre di essere stato bocciato e che sarà quindi costretto a trasferirsi per l'ennesima volta in un altro college. Questo ragazzo, che comunque ammette di essere un “lavativo” e un “bugiardo”, in realtà coltiva la passione per le grandi letture e già dalle prime righe (è lui il narratore degli eventi) rivela tutta la sua profondità.“Quelli che mi lasciano senza fiato sono i libri che quando li ha finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira”, che dire? Questa frase tratta dal romanzo rappresenta perfettamente ciò che ci si trova a pensare una volta che lo si è terminato. Alternando citazioni colte e un linguaggio colloquiale che sfiora spesso la volgarità, Holden non può che renderci subito parte del suo mondo e soprattutto farci rispecchiare in lui. Il giovane non ha tuttavia la minima intenzione di condividere questa passione per la letteratura con i coetanei, che sembra non sopportare, specialmente con il compagno di stanza, Strandlater, con il quale si saluta con una bella scazzottata in vecchio stile; decide piuttosto di fuggire dal collegio prima che i suoi genitori sappiano dell’espulsione, e di recarsi a New York. Lasciandosi quindi alle spalle i tristi ricordi, Holden abbandona il college e prende il treno con il proposito di trascorrere tre giorni in libertà per poi tornare a casa per Natale, pronto a ricevere tutta l'ira (chissà se vera o fasulla) dei genitori. Da questo momento in poi ha inizio il vagabondare del giovane Caulfield: da un vecchio professore all'altro, dalla madre di un odioso compagno di college a una coppia di suore, da un'antica fiamma a una giovane prostituta, da un ex compagno di studi alla “folla solitaria” dell'anonima metropoli notturna, fino agli incontri clandestini e liberatori con la sorellina minore Phoebe. “Il viaggio iniziatico del giovane Holden si dipana come un fluire della coscienza, un abbandonarsi alle sensazioni. Tutt'intorno, si stendono il grande nulla d'America, il vuoto dei sentimenti e delle azioni, quell'onnipresente essere fasullo che tanto opprime il protagonista.” Tanto per citare uno dei numerosi riassunti legati al libro. Alla fine delle peripezie vissute in città il
ragazzo si ricongiungerà con la famiglia e l’adorata sorellina, ma non si può certo dire che siamo di fronte a un lieto fine come se ne trovano spesso: Holden nelle ultime pagine si scopre essere stato internato in un ospedale per essere curato dalla tubercolosi oltre che essere entrato in analisi. L’autore sembra (e riesce pienamente in questo suo probabile intento) voler stendere un anti-romanzo di formazione in cui: il protagonista è palesemente confuso, racconta la vicenda in modo quasi sgrammaticato, non sopporta nessuna delle persone che lo circondano e come se non bastasse al termine dei tre giorni di riflessione e vagabondaggio finisce in ospedale e in psicoterapia anziché felice, contento e realizzato.

Chi di noi non si è mai sentito completamente estraneo al mondo che lo circonda? Quante volte siamo stati vicini all’esaurimento nervoso per l’insensatezza che sembrano assumere le nostre vicissitudini? Non ditemi che non avete mai giudicato il mondo come una accozzaglia di convenzioni sociali obsolete e puramente formali, ipocrisie di ogni tipo e ignoranza portata come vanto! “Il giovane Holden” è la storia di ribellione infantile e sconclusionata verso tutti e nessuno allo stesso tempo che si trasforma in filosofia di vita. E’ il non voler crescere e l’essere già troppo cresciuto. È il libro che ti fa capire di non essere il solo a provare avversione e soprattutto ad essere spaesato di fronte a certe cose. E’ il libro che se hai meno di 25 anni devi assolutamente leggere: dopo questa soglia lo stesso effetto purtroppo non sarà più garantito.



 

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