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mercoledì 26 marzo 2014

Gravity! (8/10)

Ripartendo dal cinema mi è sembrato doveroso dedicare del tempo ad analizzare questo Gravity, il film che più di ogni altro ha fatto bella figura alla notte degli oscar e che sembra essere il vero gioiello cinematografico di un 2013 comunque stimolante. Una produzione costata sui 100 milioni di dollari e più di quattro anni di lavoazione, che alla fine ha dato vita ad un film a metà tra il blockbuster hollywoodiano e il cinema d'autore. Il genio di turno, ispiratore e realizzatore dell'opera è il messicano Alfonso Cuaròn, autore di soggetto e sceneggiatura oltre che direttore del montaggio e regista. Un regista arrivato in maniera spettacolare alla maturità, perseverante e visionario, ha sfidato per quanto gli era possibile i canoni hollywoodiani, pensando un film innovativo e che basava la sua riuscita sulla grandezza dell'interpretazione, affidata con fortuna a Sandra Bullock (che sembra ormai incapace di fallire un colpo).

[caption id="attachment_494" align="alignleft" width="314"]Sandra Bullock Sandra Bullock[/caption]

Gravity narra la sfortunata odissea nello spazio che si trovano a vivere gli astronauti della sonda explorer. Il tutto ambientato proprio sopra le nostre teste, appena al di là dell'atmosfera, dove non c'è più ossigeno nè pressione alla quale siamo abituati, non c'è nulla che trasporti il suono e la temperatura si aggira attorno ai -130°. La sonda viene colpita da una pioggia di detriti che sfortunatamente viaggia sulla loro orbita. La dottoressa Ryan Stone e il comandante Matt Kolawsky (George Clooney) sono gli unici sopravvissuti. Giunti alla stazione spaziale più vicina si accorgono di essere isolati, inoltre un drammatico incidente durante il tentativo di atterraggio fa si che Matt si debba sacrificare, costretto dalla circostanza a sganciarsi e condannarsi a vagare nello spazio cosmico. Da qui in poi comincerà l'assolo recitativo della Bullock, nella sua inquietante lotta alla natura, una natura che più incontaminata, ostile e inospitale di così si fa fatica a immaginare. La delusione, lo sconforto, la rabbia si susseguono nel cuore della dottoressa, portandola quasi alla pazzia. Sarà proprio una visione di Matt a darle un'ultima speranza di sopravvivere. Non so se anche per la vostra immaginazione il pensiero più inquietante è quello di ritrovarsi naufragi in mare aperto, senza nient'altro attorno che acqua e onde; comunque sia dopo aver visto Gravity l'idea di ritrovarsi da soli in mare aperto vi sembrerà uno scherzo, anzi un sollievo.

[caption id="attachment_495" align="alignright" width="268"]L'effettivo set di Gravity L'effettivo set di Gravity[/caption]

Arrivati alla fine sarà chiaro a tutti che il film è qualcosa di straordinario. Tocchi di regia raffinati come l'intelligente utilizzo del suono che decide di fare Cuaròn o la tanto attesa sequenza finale donano al film una dimensione di grandezza fortemente voluta. Cuaròn non si fa mancare citazioni importanti, inserendo la scena di una Sandra Bullock fluttuante davanti allo sportellino dello shuttle che riporta alla mente dello spettore la scena finale di "2001, Odissea nello spazio". L'origine della vita; o la fine?

[caption id="attachment_496" align="alignleft" width="275"]Cuaròn e i suoi ragazzi Cuaròn e i suoi ragazzi[/caption]

Poi Cuaròn, con grande riconoscenza, ammette che è lei, proprio la Bullock, il vero miracolo del film. Nonostante la storia di realizzazione individuale sia chiaramente imposta dai tradizionalismi di Hollywood Cuaròn non solo narra tutto con estrema umanità ma riesce a metterci di fronte all'essenza stessa dell'essere umano e alla sua relativa condizione. L'omuncolo tanto piccolo e impotente di fronte a ciò che non è in grado di controllare è in costante lotta contro l'ignoto, consapevole ed esasperato della propria piccolezza. Gravity è anche il più lucido e realistico film dello spazio, una pellicola che non và considerata fantascenza e che per un ora e mezza vi darà l'idea di come può essere una gitarella oltre le nuvole. Un film ispiratore, che accresce il nostro interesse per tutto ciò che c'è dietro le nuvole, che ci fa capire quanto questa lotta allo spazio, che l'uomo è chiamato a tentare per rompere l'isolazionismo del nostro sistema, sarà durissima.

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