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lunedì 21 ottobre 2013

AM:gli Arctic Monkeys mettono la quinta per il loro quinto album! (8/10)

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Oggi si torna a parlare di musica qui sul Freaky Times! E non è certo facile visto che l’ultima volta che l’abbiamo fatto si trattava di raccontarvi  uno dei due concerti dei Muse a Torino a Giugno. Niente paura gente: il 9 Settembre 2013 un’altra band inglese amata qui in redazione ha pubblicato”AM”, il suo quinto album (clicca QUI e ascoltalo) . Stiamo chiaramente parlando degli Arctic Monkeys, geni della metamorfosi e del ritmo.

[caption id="attachment_384" align="alignright" width="259"]la copertina di AM la copertina di AM[/caption]

Ogni disco della band di Sheffield ha rappresentato un cambiamento nello stile musicale e non solo per Alex Turner (voce e chitarra) e compagni, questo lo sappiamo. Erano partiti giovanissimi, insicuri e brufolosi con “Whatever People say I am, that’s what I’m not”  e sette anni dopo li vediamo più maturi e cool come pochissime altre band. I riff travolgenti e urlati si sono trasformati come per magia in melodie e giri di basso ben assortiti per un mix che tende addirittura all’R&B.

L’ album è stato preceduto da due singoli di tutto rispetto, oltre che legati musicalmente tra loro: “Are you mine” e “Do I wanna Know” : la chitarra distorta ma più che mai orecchiabile dei due, nei quali abbiamo solo riff e nessun accordo, è una base fantastica per la voce di Alex. Ritmo e adrenalina entrano subito in corpo ascoltandoli, nonostante i pezzi siano molto più lenti di molti altri. “One for the road” contiene un’altra svolta essenziale che i 4 ragazzi inglesi hanno voluto intraprendere: il falsetto come seconda voce. Un’ apporto vocale del genere da parte del batterista Matt Helders e il bassista Nick O’Malley era difficilmente pronosticabile alla vicilia dell’uscita del lavoro. “Arabella” ci fa entrare in

[caption id="attachment_383" align="alignleft" width="259"]le "scimmie artiche" ora le "scimmie artiche" ora[/caption]

atmosfere molto più ragionate e “mistiche”, se vogliamo, nella strofa sincopata, per poi tirare fuori dal nulla senza alcun preavviso un ritornello degno degli ultimi Beatles (e chissà che proprio suonare “Come Together”, della leggendaria Band di Leaverpoo,l all’inaugurazione delle olimpiadi a Londra quest’estate non li abbia ispirati).

Il livello del disco è comunque altissimo anche in pezzi meno suonati nei live come “I want it all” (forse un omaggio ai leggendari Queen  nel nome?! e “No.1 party Anthem”, che richiama  “secret door”, un pezzo del loro terzo album. “Mad Sounds” torna a farci commuovere in un’atmosfera quasi natalizia in alcuni momenti, in una melodia magnetica grazie anche ai suggestivi cori finali a cui partecipa tutta la band. Grande ritmo in “Fireside”, “Snap it oud loud” (impossibile non muovere la testa a tempo) e “Knee socks” (a tratti “poppissima”), bellissima nonostante la mancanza di melodia degli strumenti durante la strofa.

L’R&B di cui si parlava all’inizio raggiunge il suo massimo apice in “Why'd You Only Call Me When You're High?”, terzo singolo del disco. Questo pezzo, che per la maggior parte del suo corso si allontana da rock a cui le scimmie artiche ci avevano abituato, ce le fa amare per la pazzia che hanno fatto con questa loro ennesima svolta stilistica: nessuno stupore che persino i Queens of the stone age (lontanissimi da questo genere)  si siamìno fatti convincere a farne una cover. A essere sinceri sarebbe stranissimo se nessuna

[caption id="attachment_382" align="alignright" width="265"]una vecchia foto dei 4 ragazzi di Sheffield una vecchia foto dei 4 ragazzi di Sheffield[/caption]

cantante con l’R&B nel sangue decidesse di ri-arrangiare il brano secondo il proprio mood. Il disco termina con “I wanna be yours”, ancora una volta tendente al pop, ma attenzione: quello di qualità! Quello suonato e cantato da interpreti di tutto rispetto.

C’è chi non perdona i cambiamenti musicali delle band che ama, c’è chi li considera dei “tradimenti” verso i vecchi fan, c’è chi preferirebbe artisti che in una carriera di 50 anni non provano minimamente a migliorarsi o evolversi: certo noi del Freaky Times non siamo tra loro! Li abbiamo amati quando erano sfigati e brufolosi: come potremmo non amarli ora che sono cool e si fanno influenzare da ogni genere musicale li colpisca per quanto scomodo? Sempre e comunque Arctic Monkeys.

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