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venerdì 17 ottobre 2014

L'iniziativa HIPC; tra solidarietà e globalizzazione

Nel 1996 il Fondo Montario Internazionale e la Banca Mondiale decidono di lanciare l'iniziativa HIPC (Heavly indebted poor country initiative) per far fronte ad uno degli 8 punti del MDGs (Millenium Developement Goals) delle Nazioni Unite, cioè dimezzare la hippovertà mondiale entro il 2015. Nella conferenza  G7 del 1996 tenutasi a Lione tutti gli stati membri accettano di aderire ad un'iniziativa solidale e rivoluzionaria che prevede la cancellazione del debito estero per quei paesi  poveri e indebitati che non riuscissero più a sostenerlo; a patto che i governi di tali paesi applicassero prima riforme politiche volte allo sviluppo economico e sostenute dall'FMI e dalla Banca Mondiale. Una volta messe le fondamenta politiche un paese viene dichiarato eleggibile all'iniziativa, per poi raggiungere quello che si chiama "decision point": per fare più chiarezza nel G7/G8 del '99 a Colonia 39 paesi vennero dichiarati eleggibili e di questi ben 36 hanno raggiunto il decision point, essendosi qualificate a beneficiare del progetto. Il debito di cui si è parlato finora è bilaterale (tra stato e stato) mentre nel 2005 il G8 approva una nuova iniziativa: la MDRI (Multilateral Debt Relief Initiative) prevede che anche il debito maturato nei confronti di tre istituti finanziari internazionali possa godere della totale cancellazione. L'FMI, la Banca Mondiale e la Banca Africana per lo Sviluppo, tre tra gli organismi creditori, hanno aderito cancellando complessivamente USD 43 mlrd di debito. Il tutto per velocizzare il raggiungimento del cosiddetto "completion point" dell'HIPC, momento finale del progetto a cui ben 33 dei 36 paesi sono arrivati.


Il 2015 è alle porte e anche se quella di dimezzare la povertà mondiale era una previsione ottimistica e visionaria fondata sulla fiducia


progressista degli anni novanta il progetto HIPC ha raggiunto più del 90% del suo obiettivo cancellando USD 54 miliardi di debiti, cifra che farebbe arrossire persino Mister Morton, rispettato redattore multimiliardario.


Insomma com'è possibile sostenere uno sviluppo che favorisca il miglioramento delle condizioni di vita se la maggior parte delle risorse statali servono a rimborsare interessi di debiti esteri tendenti all'aumento infinito? L'ONU non fu il primo a porsi quest'annosa questione; all'inizio degli anni 90 svariati enti internazionali notarono come in alcuni paesi il debito estero




[caption id="attachment_691" align="alignright" width="275"]la sede della banca mondiale la sede della banca mondiale[/caption]

ammontasse a sei volte gli annuali introiti governativi. La questione andava affrontata e fu la Svizzera dei crocerossini la prima nazione a muoversi per cambiare le cose. In occasione dei 700 anni di confederazione la Svizzera prima cancella i propri crediti bilaterali e poi stanzia 700 milioni di Franchi Svizzeri da devolvere alla cancellazione del debito e allo sviluppo di alcuni stati del sud. Oltre al debito bilaterale va sottolineato che la Svizzera (senza ausilio di organizzazioni internazionali) si occupa anche del debito commerciale (tra stato e società) e multilaterale. Anche qui, allegato alla beneficenza, vi è l'obbligo da parte dei debitori di utilizzare parte dei fondi ricevuti per progetti di sviluppo.


Storicamente è successo che una nazione più ricca abbia aiutato una nazione più povera ad un rilancio economico, ma storicamente non era mai successo che un tale aiuto potesse arrivare disinteressato. Perchè è questo che abbiamo sotto gli occhi, un aiuto che come unico interesse ha il bene e lo sviluppo del tuo paese. Le critiche al progetto sono comunque state numerose a partire da tutti quelli economisti che vedevano negli obblighi del G8 misure troppo restrittive (accessibili a pochi paesi) e soprattutto misure che imagesimplicavano un ulteriore abbassamento delle condizioni di vita (almeno finchè non arrivassero i fondi) dei paesi eletti. Al 2012,come già detto, 33 paesi su 39 hanno completato il proprio percorso guidato, paesi nei quali naturalmente l'economia, sotto sorveglianza, è migliorata. Ora, per far in modo che il progetto abbia la piena ragione a discapito degli economisti più pignoli, sta ai governi locali perpetuare lo sviluppo. Sarebbe dunque interessante farsi un giro tra Sierra Leone, Ruanda, Niger, Ciad ecc.. e vedere su che strada è indirizzata la loro economia.


Spero sia chiaro a tutti come un intervento di questo genere, da parte del G8 e delle altre istituzioni coinvolte, sia un intervento fortemente occidentalizzante.


 Qui però non si tratta di accellerare l'evoluzione; a mio modo di vedere, quest aiuto disinteressato è un ellissi nell'evoluzione sociale. Non era ancora successo che una società, organizzata in questo caso in efficenti strutture sovra-statali e inter-governative, si potesse permettere attraverso la potenza del capitale (potenza parsa inattaccabile durante gli anni '90) di coltivarne un'altra, simile a lei e che a lei dovesse ambire.


Come se la società occidentale avesse trovato un nuovo ulteriore metodo di colonizzazione e assimilazione a discapito della logica statale che prevede che lo stato stesso provveda prima ai suoi bisogni e poi a quelli dei cittadini.. Tutto questo metodo a differenza di altri è solidale, appare solidale, spinge chi guarda da fuori ad avere fiducia; è diverso da capitalismo e consumismo, agenti indiretti e immorali (a parer dei più) di una globalizzazione ritenuta inevitabile. Questo è un altro approccio, è un intervento di forza, diretto ed eclatante, volto da un lato a dare un indirizzo economico a chi ancora non ne ha uno e dall'altro a dare una base universalmente morale al processo di globalizzazione.


Accellerare quindi la globalizzazione attraverso un ellissi nell'evoluzione. E' un processo che mi dà un inquietante senso di nuovo; è vero che la storia ci ha già portato esempi di nazioni che hanno stravolto la propria economia (e dunque la propria concezione sociale) in tempi relativamente brevissimi ma queste rivoluzioni sono sempre state concepite in seno allo stato, da leader autoriari e visionari e da cittadini adeguatemente stimolati. Ecco perchè parlo di ellissi e non di accellerazione. Ecco l'inquietudine per questo senso di nuovo.

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