L'ennesimo appuntamento per il cinema lo dedichiamo all'omaggio di un attore prematuramente scomparso; all'età di 46 anni, la settimana scorsa, è infatti venuto a mancare un artista piuttosto stimato anche qui alla redazione del freaky. Philip Seymour Hoffman è stato trovato morto nel suo appartamento a New York, la città nella quale era nato e alla quale è sempre stato legato. Un'attore indiscutibilmente universale, partito dal cinema indipendente e maturato con il fortunato salto ad Hollywood, dove ha dato vita a personaggi difficilmente disprezzabili come il leggendario "Conte" di "I Love Radio Rock", o "Truman Capote", l'interpretazione che gli valse il riconoscimento dell'oscar. Per
[caption id="attachment_453" align="alignright" width="197"] eccolo con il sio Oscar[/caption]
omaggiarlo potremmo andare a recensire uno quaslsiasi dei suoi grandi lavori da protagonista come "Il Dubbio", il film del prete pedofilo, stando qui a sparare illazioni e sentenze su un bersaglio facile e indifeso come la chiesa cattolica; Oltretutto il Vaticano ci ha già cucito la bocca con fior di quattrini e noi qui al freaky siamo gente di sani pincipi. Il film scelto è uno degli ultimi del suo repertorio, The Master, del 2012, film canditato all'oscar diretto dal giovane Paul Thomas Anderson (lo stesso fortunato regista de "Il Petroliere").
Siamo nell'America del dopo seconda guerra mondiale, e un reduce afflitto da svariati problemi nevrotici fatica a reinserirsi in una società in continuo progresso. Freddie Quell ha un'ossessione psicotica per tutto ciò che è sessuale, è un alcolista e un nullatenente. Dopo l'ennesima notte di eccesso e alcol Freddie si ritrova su un'imbarcazione dove viene accolto da quella che sembra essere una calda famiglia allargata. Freddie si accorge presto di essersi unito ad una comunità pseudo spirituale guidata da un leader tanto visionario quanto carismatico, Lancaster Dodd (il compianto Philip Seymour). La relazione tra i due assume una certa complicità. Dodd racconta a Freddie della "Causa", del mondo che essa propone e lo inizia ad un introspezione spirituale tutta particolare, che tuttavia sembra giovare. Freddie, pur non comprendendo chiaramente i valori, gli obiettivi e i valori della setta, si convince a seguirla e a cercare una strada per una redenzione individuale. Ma non è così semplice, il suo problema con l'alcol non si risolve, si mette in imbarazzo con le signore e come conseguenza non riesce a guadagnarsi l'accettazione degli altri adepti. Intanto la setta si trova di fronte ad un ondata di sdegno dell'opinione pubblica, che preferisce la scienza e la tecnologia alle dottrine mistiche-spirituali proposte da Dodd. La setta vive un momento difficile, Freddie non regge e abbandona i suoi progetti. Ma ritrova presto la strada per "La Causa", e dopo un toccante dialogo con Dodd, Freddie sembra riuscire a comprendere il perchè di tutte le sue sventure, decide di rimanere. Forse è inaspettato, ma poco dopo, pur avendo la possibilità di rimanere, Freddie se ne va, abbandonando per sempre Dodd e la causa.
[caption id="attachment_455" align="alignleft" width="280"] il leggendario "Conte" di I love rario rock[/caption]
Un film che vanta di un cast di grandi artisti, oltre che grandi attori. Joaquin Phoenix in stato di grazia, emotivamente esplosivo e capace di impersonificare tutto il disagio di un reduce inquieto, paragonabile in qualche modo al De Niro di Taxi Driver. Diversamente da quest'ultimo però, Freddie ha l'opportunità anche solo illusoria di una redenzione spirituale. Redenzione che non riesce a perseguire perchè i demoni dentro di lui sembrano fare di tutto per impedirglielo. Un individuo affondato in una società che non può fare nulla per ritirarlo in superficie. Dall'altra parte, in opposizione a tale disagio abbiamo la sicurezza di un leader spirituale, con risposte ferme, veloci, persuasive e apparentemente olistiche. Non dev'essere stato facile, ma Philip Seymour è riuscito a regalare un'anima anche a questo personaggio, comprensivo e autoritario, un padre e un amico, un salvatore e un mentore.
[caption id="attachment_456" align="alignright" width="299"] ci piace ricordarlo anche come l'amico "svitato" di Ben Stiller in E alla fine arriva Polly[/caption]
L'ultimo grande lavoro con Hoffman, insomma, è un cocktail di emozioni dalla trama lineare e dal ritmo lento condita da interpretazioni che, non a caso, valgono le candidature all'oscar sia per Phoenix che per il vecchio amato Philip.
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