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Fa molto discutere la recente decisione del governo uruguagio di liberalizzare, o meglio, legalizzare e statalizzare vendita e consumo di marijuana dall’anno prossimo. Di fatto non si tratta di una pratica considerata illegale ad oggi ne paese: la polizia infatti attualmente non punisce o ricerca chi fa uso di queste sostanze, fa sostanzialmente finta di niente.
[caption id="attachment_415" align="alignright" width="287"] Il presidente Mujica[/caption]
Il presidente Mujica, di recente intervistato dal “Venerdì” di Repubblica e “Sette” per questa sua decisione e il suo anacronistico stile di vita è probabilmente una delle persone più anticonformiste sul nostro pianeta. Dopo essere stato perseguitato e incarcerato dal regime militare negli anni 70 è riuscito a diventare un uomo politico amato, o per lo meno rispettato, da tutti, fino a raggiungere nel 2010 la più alta carica dello stato uruguagio. E come potrebbe essere altrimenti? Mujica devolve il 90% di quello che è il suo stipendio da presidente in favore di fondazioni benefiche e abita ancora nella stessa baracca che, una volta liberato nel 1985, aveva comprato con i pochi soldi che aveva. Che dire? Se a proporti delle politiche sociali o tasse c’è uno del genere tendi a dargli fiducia e a credergli, non come qui in Italia dove in tanti parlano ma nessuno da l‘esempio. Descritto così Mujica può dare l’idea di una specie di figlio dei fiori e può non stupire la sua scelta di liberalizzare queste sostanze. In realtà il presidente si dichiara decisamente contrario a ogni tipo di droga, la scelta di legalizzare la marijuana ha come unico scopo quello di combattere il narcotraffico che coinvolge il paese e che ogni anno frutta milioni a commercianti internazionali dei paesi vicini. In pratica per evitare che organizzazioni criminali lucrino contrabbandando sostanze tra l’altro di bassa qualità, e quindi ancora più nocive, il buon Mujica ha deciso di fare dello stato lo spacciatore unico: le droghe leggiere diventeranno monopolio di stato come lo sono alcolici e tabacchi da noi. La qualità delle sostanze sarà controllata dal paese e sarà certificata in modo tale che bastino dosi più leggere per ottenere l‘effetto desiderato. Inutile aggiungere che ogni cittadino avrà la possibilità di comprare solo quantità limitate mensilmente.
Se questa liberalizzazione è una decisione azzeccata per risolvere il narcotraffico e l’assuefazione non sta a noi deciderlo, ma piuttosto alle conseguenze che produrrà. Le dimensioni limitate dell’Uruguay fanno si che possa essere comunque una specie di esperimento, eventualmente da esportare. Ad Amsterdam un tentativo simile non ha portato alla rovina dei costumi e della morale. Non mancano di certo le critiche di chiesa e partiti oppositori. Stiamo a vedere cosa ne uscirà, sicuramente il fatto che una legge così sia stata approvata a un politico come Mujica non fa altro che confermare una cosa: quando dai un esempio come ha sempre fatto i presidente in prima persona guadagni una certa credibilità, anche se fai proposte rischiose o,per molti, impopolari. Politici italiani…imparate!
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